Cultura

Spettacolo, l’ultimo applauso all’indimenticabile Franca Valeri



E’ morta ieri Franca Valeri, che aveva compiuto cent’anni lo scorso 31 luglio. Si è spenta intorno alle 7.40 nella sua casa di Roma, circondata dall’affetto della famiglia.

L’attrice milanese si chiamava in realtà Franca Maria Norsa, e aveva segnato la fine del secolo passato e l’inizio del nuovo come protagonista di numerosi film e di varietà televisivi, dedicandosi anche alla scrittura di commedie e alla regia operistica.

Proprio in occasione del suo centenario, la Fondazione Inda aveva messo in scena alla fine di luglio, nel Teatro antico, il monologo “La Vedova Socrate”, da lei scritto e interpretato a partire dal 2003, e riproposto da Lella Costa.

Quest’ultima, al termine dello spettacolo, aveva rivolto un pensiero proprio a Franca Valeri: “Spero che tutti voi vi uniate a me nel rivolgere infiniti auguri a Franca che fra pochi giorni compirà cent’anni. Per me è un’immensa emozione essere qui, in questo teatro, e recitare le sue parole”.

E in occasione dei cent’anni di Franca Valeri, le Edizioni La Tartaruga mandano in libreria il volume “Tutte le commedie” (pp. 672 – 22,00 euro), con una prefazione proprio di Lella Costa e una nota critica finale di Patrizia Zappa Mulas.

Un bel regalo per lei e per il suo pubblico, con alcuni dei 12 testi finora inediti e, in chiusura, molti esilaranti, sorprendenti sketches.

Un teatro al femminile come pochi e a partire da inizio anni Sessanta, con quel “Le catacombe” che inverte i ruoli della pochade, dando la parte dello sciocco e vanesio a un uomo, per arrivare al 2014 con “Il cambio di cavalli” sul rapporto tra generazioni in un gioco di forza e debolezza delle parti con protagonista una vecchia, ironica e raffinata signora.

Franca Valeri comincia a recitare che non ha ancora trent’anni, smette quando ne ha 95. Quindi si tratta del lavoro di oltre sessant’anni di una donna che per prima, e da sola (Cambiandosi il cognome Norsa, perché in famiglia non vogliono faccia l’attrice, con Valeri in omaggio a Paul Valery) riesce a raccontare la trasformazione tragica e ridicola assieme della donna in una società che va dalla ripresa del dopoguerra alle delusioni più recenti, rendendola protagonista.

“Prima di Franca – scrive Lella Costa – sono certo esistite altre attrici comiche, o brillanti (perlopiù caratteriste, ma insomma qualcuna ce n’era): ma nessuna era mai riuscita a essere anche autrice e regista, oltre che interprete. I suoi personaggi, poi, sono diventati degli archetipi: oggi usiamo la Cesira, o la Cecioni, per indicare in modo sintetico e impeccabile (e implacabile, anche, spesso) delle precise tipologie femminili che conosciamo e riconosciamo. Ma anche la donna, femminile e singolare, quella che lei è stata e continua a essere, mai banale, mai riducibile a schieramenti o militanze, mai tentata da adesioni formali a movimenti e battaglie che l’avrebbero – forse – costretta a rinunciare alla sua insopprimibile allergia per ogni forma di retorica”.