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Sri Lanka: “Stragi risposta agli attacchi alle moschee”

COLOMBO – Gli attacchi di Pasqua che hanno provocato secondo l’ultimo bilancio più di 320 vittime in Sri Lanka – per la precisione 321 – hanno rappresentato una risposta alla strage in due moschee di Christchurch, in Nuova Zelanda, a marzo. Lo ha detto al parlamento del Paese il ministro della Difesa di Colombo, come riporta il Guardian.
Ruwan Wijewardene ha spiegato, nel corso di una seduta straordinaria, che le indagini hanno evidenziato che “questo attacco è stato realizzato in rappresaglia all’attacco contro i musulmani di Christchurch”, ha affermato.

Un memo dell’intelligence che alcuni esponenti del governo hanno potuto visionare nelle settimane antecedenti l’attacco sottolineava che un membro del gruppo terroristico ritenuto responsabile degli attentati aveva iniziato ad aggiornare i suoi profili sui social network “con contenuti fondamentalisti” successivamente alle sparatorie di un estremista di destra in Nuova Zelanda costate la vita a cinquanta persone.
Esperti di terrorismo hanno però sottolineato che la natura sofisticata dell’attacco e l’attrezzatura utilizzata avrebbero richiesto mesi di preparazione, compreso l’addestramento dei kamikaze e la sperimentazione degli esplosivi.

Il governo, intanto, ha riferito che sono 40 le persone arrestatate con l’accusa di essere coinvolte negli attacchi, annunciando l’entrata in vigore della “legge d’emergenza” che conferisce alla polizia poteri rafforzati e indiscussi per detenere e interrogare i sospetti senza ottenere un mandato di cattura.
Nel Paese ieri è stato il giorno del lutto nazionale, con i primi funerali nella chiesa di San Sebastiano, uno dei luoghi in cui sono state uccise più persone. Bandiere a mezz’asta negli uffici pubblici e un minuto di silenzio alle 8:30 del mattino (ora locale), la stessa ora in cui è stato compiuto il primo attacco.
Intanto, infuriano le polemiche su un allarme attentati che sarebbe stato ignorato. Le forze di sicurezza sarebbero state avvertite giorni prima del fatto che il gruppo radicale stava preparando un attacco su vasta scala ma, apparentemente, avrebbero scelto di non intervenire, sottovalutando l’informazione. “L’intelligence internazionale ha detto che sapevano dal 4 aprile che si stava preparando un attentato nel Paese – ha riferito il portavoce del governo – che ci sarebbero stati attacchi con bombe in diversi posti”.
L’allerta resta altissima e i turisti fuggono dal Paese.