Inchiesta

“Stop al voto segreto, anzi no”, Ars in colpevole ritardo

Sono passati ormai più di due anni da quando il Presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, disse alla stampa che “Il voto segreto è assurdo, lo eliminò Craxi in Italia e noi siamo gli unici a livello regionale a mantenerlo: spesso siamo in vantaggio rispetto al Paese in tema di riforme, in questo caso no. Non è facilissimo però eliminare il voto segreto, ne stiamo discutendo e porterò in commissione regolamento una proposta”.

STOP AL VOTO SEGRETO: L’ANNUNCIO, POI IL NULLA

A dispetto delle aspettative che certe dichiarazioni così forti possono suscitare nell’opinione pubblica, da allora le regole sul voto a Sala d’Ercole sono rimaste le stesse.
A sorpresa, però, a poco più di un anno dalle prossime elezioni regionali, il tema è tornato attuale anche perché pare abbia trovato un interesse condiviso da più forze politiche, sia perché le votazioni segrete vengono percepite dai cittadini come sintomo di scarsa trasparenza, sia perché in caso di approvazione di questa proposta a cui alcuni partiti stanno lavorando in queste settimane, la stessa entrerebbe in vigore solo alla prossima legislatura e sarebbe un risultato “positivo” da presentare agli elettori proprio a ridosso delle consultazioni.

COSA DICE IL REGOLAMENTO INTERNO DELL’ARS

Attualmente lo scrutinio segreto è normato dagli articoli nn. 122 e 127 del Regolamento Interno dell’Ars: “Di regola le votazioni avvengono per alzata e seduta, a meno che quattro deputati chiedano la votazione per divisione, cinque la votazione per scrutinio nominale e sette la votazione per scrutinio segreto”.
E poi, ancora: “I disegni di legge, dopo l’approvazione dei singoli articoli, vengono messi in votazione finale per scrutinio nominale. La votazione si effettua per scrutinio segreto qualora lo richiedano almeno nove deputati. Qualora si tratti di disegni di legge di approvazione del bilancio o del consuntivo della Regione, di variazioni di bilancio, di autorizzazione all’esercizio provvisorio la votazione finale si effettua in ogni caso per scrutinio nominale”. Il punto è che il Regolamento è molto chiaro sulla votazione finale di leggi finanziarie ma non pone veti sull’utilizzo dello scrutinio segreto nei passaggi, per così dire, “intermedi” che portano all’approvazione di una legge, anche se finanziaria. Da questo vulnus deriva l’abuso di uno strumento a cui si ricorre troppo di frequente ed in modo improprio.

COSA PREVEDE LA PROPOSTA IN DISCUSSIONE ALL’ARS

Alcune forze politiche all’interno dell’Ars, tra cui anche #DiventeràBellissima, stanno adesso lavorando ad una proposta di modifica del suddetto regolamento con l’obiettivo di recepire il regolamento vigente al Senato della Repubblica, così da evitare che questo tipo di voto possa essere applicato per le leggi di riforma o per la finanziaria.

COSA DICE IL REGOLAMENTO INTERNO DEL SENATO

Ecco cosa è previsto dal regolamento di Palazzo Madama.
L’Art 114 recita: “La votazione a scrutinio segreto può essere richiesta da venti Senatori o da uno o più Presidenti di Gruppi che, separatamente o congiuntamente, risultino di almeno pari consistenza numerica. Sono effettuate a scrutinio segreto le votazioni comunque riguardanti persone e le elezioni mediante schede, le deliberazioni che incidono sui rapporti civili ed etico-sociali e le deliberazioni che concernono le modificazioni al Regolamento del Senato. In nessun caso è consentita la votazione a scrutinio segreto sui disegni di legge di approvazione di bilanci e di consuntivi, su disposizioni in materia tributaria o contributiva, o che comportino aumenti di spesa o diminuzioni di entrate, indichino i mezzi con cui farvi fronte, o comunque approvino appostazioni di bilancio. Le votazioni finali sui disegni di legge avvengono, di regola, a scrutinio palese, a meno che, trattando tali disegni di legge prevalentemente le materie di cui al precedente comma 4 (materia finanziaria ndr), non sia avanzata richiesta di votazione a scrutinio segreto. Sulla prevalenza decide il Presidente sentita, ove lo creda, la Giunta per il Regolamento”.

Ora la palla passa alla commissione per il Regolamento dell’Ars, presieduta dal presidente Micciché per trovare una sintesi tra i gruppi politici presenti a Palazzo dei Normanni e predisporre un documento di sintesi che, uscito dalla commissione di merito, giunga in Aula per la sua approvazione definitiva.

Gaetano Armao

Armao al QdS: “Quanto di più ingiusto sul piano della responsabilità politica”

“Non è certamente mia competenza l’applicazione del regolamento interno dell’Assemblea regionale siciliana sull’istituto del voto segreto, ma del Presidente di Palazzo dei Normanni. Di certo invece sono favorevole ad una sua modifica per limitarne i casi di applicazione: in questo richiamo il pensiero di Padre Pintacuda che nel 1967 scrisse un articolo sugli effetti perversi del voto segreto. Non si deve guardare alle ultime cronache parlamentari per capire quanto sia nefasto per le decisioni pubbliche. Il voto segreto è ciò che vi sia di più ingiusto sul piano della responsabilità politica, che deve essere invece palese. è un modo di nascondere la mano dopo avere tirato il sasso soprattutto su questioni sulle quali c’è poco da secretare. Faccio un esempio: all’Ars è stato chiesto ed ottenuto il voto segreto, vuoi per fare condizionamento o per ripicche politiche varie, per una misura che grazie ad un accordo con Bei (Banca Europea per gli investimenti) e che sarà operativa tra un mese e mezzo rende disponibili 100 milioni di euro per le imprese senza merito bancario per finanziamenti a tasso zero senza garanzie. Anche la norma cosiddetta Portogallo, che prevede l’abbattimento fiscale per chi viene a vivere in Sicilia è stata oggetto di voto segreto . Questo dimostra che così il voto segreto è di pessima qualità, e che non c’entra nulla con l’idea di un voto segreto che mira a salvaguardare la coscienza o i rapporti interpersonali”.

Alessandro Aricò

Alessandro Aricò, parlamentare regionale di #DiventeràBellissima

Onorevole Aricò, cosa non va nel regolamento interno della Ars sul voto segreto e cosa vorrebbe cambiare?
“L’attuale regolamento presta il fianco a un uso distorto e improprio del voto segreto, che a nostro parere non dovrebbe essere possibile sui disegni di legge di riforma e di approvazione di bilanci e consuntivi con i relativi emendamenti, nonché su tutti quelli che comportino aumenti di spesa o diminuzioni di entrate. Il nostro obiettivo è quello di recepire il regolamento vigente al Parlamento nazionale, dove sono effettuate a scrutinio segreto le votazioni riguardanti le persone e, solo su richiesta, quelle che incidono sui principi e sui diritti di libertà, sui diritti della famiglia e sui diritti della persona. Anche all’Assemblea regionale siciliana il ricorso al voto segreto in aula dovrebbe essere limitato a pochi casi ben definiti”.
Pensate di riuscire a modificare la regola entro questa legislatura? La commissione per il regolamento ha all’ordine del giorno questo argomento già da un po’. Pensate di velocizzarne il percorso?
“Già da quasi due anni il gruppo di DiventeràBellissima ha sollecitato la modifica dell’articolo 127 del regolamento interno che disciplina il voto segreto, auspicando che su questo tema vi sia massima convergenza all’interno dell’Ars. Il nostro obiettivo è che ciò avvenga prima possibile, quindi continueremo a batterci affinché la modifica al regolamento interno sia effettuata prima della fine di questa legislatura e in questa direzione si sta muovendo la collega Giusy Savarino, nostra rappresentante in commissione regolamento”.

Giovanni Di Caro

Giovanni Di Caro, capogruppo M5s all’Ars

Onorevole Di Caro, qual è la posizione del Movimento Cinquestelle in merito al voto segreto?
“Noi in verità non siamo mai stati contro il voto segreto, nel senso che avevamo proposto in commissione Regolamento l’inversione della regola. Infatti, attualmente se io in Aula chiedo che si applichi il voto palese e un mio collega chiede il voto segreto, ha prevalenza quest’ultimo.
Voi invece cosa chiedete?
“Noi del Movimento Cinquestelle proponiamo di invertire queste priorità: la richiesta di voto palese deve essere prevalente su quella del voto segreto. Fermo restando che il voto segreto, come abbiamo sempre affermato, è una prerogativa di chi fa opposizione.
Perché?
“Perché chiede il voto segreto per far palesare sia i malumori potenzialmente presenti nella maggioranza, sia per cautelarsi davanti ad alcuni particolari temi come quelli etici. Quindi, ribadisco, non siamo contro il voto segreto, ma siamo a favore della rimodulazione delle regole di applicazione. In merito avevamo presentato in commissione Regolamento all’Ars questa proposta, ma non solo è rimasta nei cassetti, e temo che per questa legislatura non potrà essere approvata, fermo restando che anche se venisse approvata in questa legislatura, le modifiche andrebbero a valere sulla prossima”.