Editoriale Grimaldi

Storia, maestra di tentazioni

Nel 1938 in Settembre si runiscono a Monaco, Italia Germania, Francia ed Inghilterra nel tentativo di arrestare le pretese di Hitler che chiedeva la “restituzione al suo paese delle terre di lingua materna tedesca”.
Master of ceremonies Mussolini che riesce a bloccare le mire belliche della Germania con un accordo alla unanimità che consentiva alla Germania l’annessione dei Sudeti – parti della Cecoslovacchia – di lingua tedesca. Guerra scongiurata.

Ma nel 1939 Hitler occupa Praga ed annette Boemia e Moravia e ne fa protettorati del Reich iniziando la grande marcia che nel momento del suo apice vede tutta l’Europa centro-orientale nelle sua mani.
Nel tripudio generale si levò una voce: Winston Churcill che commentò: dovevamo scegliere tra la guerra ed il disonore. Abbiamo scelto il disonore ed avremo la guerra.
E tale fu: fino al 1945, quando l’ammiraglio Donitz firma la resa della Germania.
Dopo 84 anni stessa sceneggiata. Attori differenti,argomenti analoghi: mettere sotto lo stesso tetto quanti parlano la stessa lingua. Putin lavora perché tutti i russofoni siano parte di uno stesso paese o di una area geografica omogenea magari nel rispetto delle singole nazionalità. In altri termini riavere l’impero che fu degli Zar. E come tutti gli autocrati fa leva sul sentimento di nazionalismo linguistico – che affascina molti! – per chiedere,poi trattare ed infine agire. E’ l’oggi. Nel quale è già riuscito a riconoscere due repubbliche nel Donbass, creare forze militari nazionaliste in Ukraina ed addurre il fatto che non può avere sui fianchi nazioni della Nato sentendosi da esse accerchiato, senza specificare cosa tema.

Non parla di guerra ma di “operazioni militari di peacekeeping” e non si cura delle sanzioni perché il suo Paese è tanto ricco (650miliardi di sterline più la parte aurea non ben definita) da potervi resistere a lungo.
In queste condizioni l’Occidente è spiazzato. Gli Usa che minacciano e sbraitano ma senza mordere, l’Europa non unica nel suo complesso e la Nato con ben 13 nazioni dell’Est nel suo seno, poco possono fare.

L’EU non nazione-stato senza e difesa e politica estera: solo una gruppo di nazioni unite dall’Euro. La Nato organizzazione militare che se scende in campo determina di fatto una guerra che nessuno vuole. E Putin che lavora di fioretto. Sta invadendo zone limitrofe ma parla di “operazioni militari” e annette nazioni con il loro consenso; e per l’Ukraina, il piatto grosso con tutto ciò che essa possiede e significa, cerca di far cadere il Governo, mettervi un uomo di fiducia ed assicurarle libertà di manovra ma nell’ambito della grande Russia, infischiandosene delle sanzioni e non minacciando nessuno dei suoi “nemici” che sa di potere gestire con il gas che produce e con la sua alleanza a doppio mandato con la Cina.

Gli Usa non vogliono una guerra che sarebbe micidiale per la loro economia, l’Europa preferisce un vicinato d’allerta, ma senza danni e nessuno è disposto a morire per Kiev.
E le tentazioni fan l’uomo ladro.