Emergono dettagli terrificanti sulle torture subìte dalle vittime della strage di Altavilla Milicia, in provincia di Palermo. Nel corso di un punto con la stampa, Ambrogio Cartosio, procuratore di Termini Imerese, ha rivelato alcuni dei dettagli sulle ultime ore di Antonella Salamone e dei figli Kevin ed Emanuel, di 5 e 16 anni, vittime di un massacro che appare il frutto di un “delirio mistico” e delle menti manipolate da una setta religiosa.
Rimangono in carcere i tre principali indagati: il reo confesso Giovanni Barreca, marito e padre delle vittime, e la coppia di presunti complici Sabrina Fina e Massimo Carandente. L’unica sopravvissuta della famiglia è la figlia 17enne di Barreca, riuscita a sfuggire. Non è chiaro se il padre l’abbia voluta risparmiare per qualche ragione o se la ragazza si sia salvata fuggendo.
“È una vicenda che ha particolarmente colpito dal punto di vista umano e emotivo anche noi carabinieri”: così ha esordito Ambrogio Cartosio, procuratore di Termini Imerese, durante la conferenza stampa, prima di passare al racconto di quanto scoperto fino a ora dagli inquirenti sull’omicidio plurimo.
“La situazione ha una deriva molto rapida a partire da gennaio – spiega il procuratore Cartosio – quando sulla scena di questa famiglia compare una coppia di palermitani, Sabrina Fina e Massimo Carandente, che vivono anche loro una dedizione religiosa molto particolare che potremmo definire anti satanista“. I presunti complici della strage di Altavilla Milicia avrebbero fomentato il fanatismo religioso di Barreca, che “da anni vive un delirio mistico, dominato da un’accesissima e fanatica religiosità”.
“La frequentazione dei coniugi Sabrina Fina e Massimo Caradente ha convinto Giovanni Barreca che nella casa ci fosse una presenza demoniaca che si fosse impossessata non solo della casa ma anche dei corpi”, aggiunge il procuratore.
Sull’unica sopravvissuta al massacro, Cartosio aggiunge che la ragazza “è stata coinvolta in questa situazione di parossismo religioso, ha partecipato a una serie di riti che sono state torture sulla madre e sui fratelli. Per quanto riguarda la sua responsabilità nella strage di Altavilla Milicia non compete a noi ma alla Procura dei minorenni di Palermo”.
“Sembra che la partecipazione alle torture sia stata corale. L’unica che mi sento di escludere è la madre”, commenta ancora il procuratore. Le torture duravano da circa un mese: il triplice omicidio, quindi, sarebbe stato l’ultimo step di una folle serie di atrocità commesse per “scacciare il demonio” da casa Barreca.
In data 14 febbraio 2024, la minore si è presentata presso la Procura di Palermo e ha iniziato a rendere un racconto spontaneo, rivelando il suo pieno coinvolgimento nei gravissimi fatti che hanno visto coinvolta la sua famiglia.
Alla presenza del difensore ha riferito quanto accaduto nei giorni precedenti al 11 febbraio u.s. all’interno della sua abitazione, fornendo un resoconto agghiacciante, anche in relazione al contributo personale dalla stessa fornito in relazione alle torture subite dalla madre e dai fratelli, alle loro atroci sofferenze, ed all’agonia fino alla morte. Ha, inoltre, riferito quanto accaduto dopo il decesso della madre e quindi le circostanze relative alle modalità con cui davano fuoco al cadavere e successivamente seppellivano i resti.
La giovane ha raccontato che presso la sua abitazione vi erano, già da anni, dei “demoni” ritenuti responsabili di alcuni accadimenti relativi a componenti della sua famiglia e della necessità di scacciarli, sia dalla madre che dal piccolo Kevin, particolarmente legato alla genitrice e quindi “abitato” dalle stesse figure demoniache.
La figlia 17enne sopravvissuta alle torture e alla strage di Altavilla Milicia, è indagata dalla Procura dei minori di Palermo per concorso in omicidio. Avrebbe partecipato alle torture sulla madre e sui fratelli più piccoli. Per lei, il giudice per le indagini preliminari ha disposto la custodia cautelare in carcere.
Dietro le torture c’è altra gente oltre agli indagati, che a questo punto sono 4? A questa domanda, il procuratore Cartosio risponde: “Forse sì, cercheremo di capirlo e speriamo di avere l’appoggio delle altre sedi giudiziarie e delle altre istituzioni per capirlo”.
La 17enne indagata, figlia di Barreca, si sarebbe rivelata fondamentale per le indagini: “La figlia ha dato il suo contributo per conoscere la verità. Quello che posso dire è che non è una ragazza qualunque, non è di una comune intelligenza e di una comune sensibilità”, ha detto Cartosio.
Nel frattempo, il sostituto procuratore di Termini Imerese Manfredi Lanza – durante la conferenza stampa sulla strage – ha confermato che i coniugi palermitani indagati “erano presenti nella casa di Altavilla al momento dell’omicidio”.
“Non abbiamo ancora i risultati dell’autopsia e quindi non sappiamo ancora come sono morti Antonella Salamone e i figli Kevin e Emanuel”, ha rivelato il procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio. “Possiamo però dire che la morte è stata causata da comportamenti messi in atto da Giovanni Barreca e dai due coniugi palermitani (Sabrina Fina e Massimo Carandente ndr) che per giorni hanno operato all’interno di quella casa”.
“Quando ci siamo trovati sulla scena della tragedia per me è stato uno dei momenti più toccanti della mia vita perché vedere il cadavere di un ragazzo di 15 anni e di un bambino di 5 ridotti in quelle condizioni è stato uno strazio“, ha aggiunto Cartosio.
“È una tragedia che rappresenta il massimo dell’immaginazione umana. Ci sentiamo di dover dire che è dovuta a un fenomeno molto diffuso: un modo di concepire la religione in maniera distorta, con soggetti che approfittano della debolezza e della vulnerabilità altrui. Facciamo quindi un appello, soprattutto ai giovani, affinché si muovano per fare emergere queste situazioni”, ha concluso.