Dietro la strage familiare di Altavilla Milicia (PA) ci sarebbe una setta, un fanatismo religioso trasformatosi in violenza furente, orrore e omicidio. Anche se le indagini sono ancora in corso, il movente sembra chiaro: il presunto killer, Giovanni Barreca, avrebbe massacrato la moglie e i figli – sottoponendoli, tra l’altro, ad atroci torture – perché “in casa c’era il demonio” e l’unico modo per farlo andare via era eliminare le persone che lo rappresentavano. Quelle persone, purtroppo, nella mente del muratore 54enne reo confesso erano la moglie Antonella Salamone e i figli Emanuel e Kevin, di 16 e 5 anni appena.
Una mente plagiata – forse quattro, se si contano quelle della coppia accusata di aver partecipato all’omicidio plurimo e alla soppressione dei cadaveri e quella della figlia 17enne indagata per concorso – all’origine di tutto. Di questo – oltre che della brutalità del delitto – non si capacitano tanto gli inquirenti quanto la comunità sconvolta dal fatto di cronaca: come è possibile, nel 2024, essere manipolati e ossessionati dal fanatismo religioso al punto da porre fine alla vita della propria famiglia?
Del misterioso mondo delle sette – che nell’immaginario collettivo è un po’ legato al passato, quasi un retaggio medievale – oggi si sa poco. Di esse non si sente parlare, ma agiscono e si annidano nelle menti delle persone più fragili. Per affrontare l’argomento su QdS.it è intervenuta l’avvocato Giorgia Bagnasco, criminologa attiva nell’ambito dell’associazione “Manisco World“, specializzata in persone scomparse e vittime di psicosette.
La moglie bruciata, i figli torturati e strangolati: tutto per liberare la casa dalle presenze demoniache. Anche se l’autopsia deve rivelare ancora la causa della morte delle tre vittime dell’incredibile caso di Altavilla Milicia, questa sembra essere stata la loro atroce fine. Unica sopravvissuta alla strage di Altavilla è la figlia 17enne di Barreca, che avrebbe confessato il suo “pieno coinvolgimento” nei delitti.
Per gli inquirenti nel triplice omicidio sarebbe coinvolta anche una coppia palermitana, conosciuta da Barreca a degli incontri di preghiera. Pare che tutti e quattro gli indagati abbiano partecipato ai “riti” e alle torture per “purificare” le vittime, ma solo le indagini potranno ricostruire con esattezza la dinamica della strage. E le colpe – primarie e secondarie – dell’accaduto.
Un fatto come la strage di Altavilla è difficile da analizzare, così come tutti quelli che partono da una setta (anche “ristretta” a poche persone). Parte tutto dalla manipolazione, dall’annientamento psicologico di un individuo che arriva a essere altro da sé e a compiere gesti indicibili in nome di un presunto obiettivo da raggiungere (come la liberazione dal diavolo).
“Quello che rende particolarmente pericolosa una setta è la possibilità di compiere quello che chiamo ‘omicidio dell’anima‘. Le sette nascono tutte con un programma criminoso da portare a termine, che si traduce in una forma di profitto che passa attraverso il potere. Ci sono quelle che mirano a truffare le persone, quelle mirate al profitto sessuale o quelle che hanno come obiettivo i sacrifici estremi. E quest’ultimo è il caso della strage di Altavilla Milicia. A prescindere dal profitto, per il promotore o il santone di turno l’importante è avere l’egemonia sulla sua preda. Solo radendo al suolo la persona e la relativa personalità, il guru della setta può agire in concreto”, spiega l’avvocato Bagnasco.
“La tecnica utilizzata per compiere questo ‘omicidio dell’anima’ ha un nome ben preciso: manipolazione psicologica“, prosegue la criminologa. Essa passa da diverse fasi: la prima è quella del “love bombing“, durante la quale il promotore fa pensare alla vittima di essere la soluzione alla sua condizione di fragilità; la successiva è quella dell’isolamento della “preda”. Un passaggio fondamentale affinché la setta possa agire in tranquillità.
“Chi cade vittima di una setta di solito sta attraversando un momento difficile ed è in una condizione di fragilità. Al di là della strage di Altavilla Milicia, dove ci sono delle situazioni psicologiche che passeranno ovviamente al vaglio degli inquirenti, va sottolineato che per le sette i momenti di fragilità degli individui sono terreno fertile. Le sette fanno spesso leva sull’idea della ‘ricostruzione della personalità’ delle vittime, perché l’obiettivo è manipolare e far risorgere una nuova persona che prima non esisteva”.
“Quando il manipolatore si rende conto di avere un certo peso nella vita della vittima e inizia a conoscerla a 360°, mira a conoscerne gli affetti più cari. Questi solitamente sono i primi ad accorgersi dei cambiamenti della vittima della setta e costituiscono un riferimento importante: per questo vanno eliminati. Quando il soggetto viene privato di affetti e riferimenti, la manipolazione è completa”, spiega la criminologa.
“Nel caso della strage di Altavilla Milicia, l’idea che la moglie e i figli dell’indagato fossero indemoniati e dovessero essere quindi liberati è nata probabilmente dal fatto che la moglie, in particolare, aveva percepito il cambiamento e i comportamenti anomali del marito”, continua. Antonella Salamone, quindi, avrebbe scoperto il seme della logica della setta nel marito e avrebbe cercato di reagire. Purtroppo, però, non è riuscita a evitare l’orrore.
Sentire parlare di sette sataniche o psicosette nel 2024 è quasi anomalo. Non è la religione il problema, ma la manipolazione che porta le menti soggette a compiere anche atroci delitti in nome dei più disparati obiettivi, come la liberazione da Satana. E c’è un secondo problema che, purtroppo, è evidente: la disinformazione, associata a una poca attenzione dell’opinione pubblica a un fenomeno sommerso che emerge solo in casi eclatanti.
“La strage di Altavilla Milicia è solo la punta dell’iceberg: in Italia il fenomeno delle sette è dilagante. Secondo gli ultimi rapporti di polizia, sono operative sul territorio nazionale circa 600 sette. Ma si tratta solo di sette ufficiali: il numero, quindi, è più elevato”, spiega l’avvocato criminologo.
Come riescono le sette a rimanere “nascoste” fino a casi come il triplice omicidio nel Palermitano? L’avvocato Bagnasco spiega al QdS: “Il fenomeno delle sette passa inosservato principalmente per due motivi. In primis, la tematica non interessa all’opinione pubblica finché non fa notizia, come nel caso della strage di Altavilla Milicia, che per la sua efferatezza naturalmente sconvolge la comunità. A livello giuridico, poi, le sette passano in secondo piano perché manca una copertura”.
Il caso della strage di Altavilla Milicia verrà naturalmente giudicato come un triplice omicidio. Di fatto, però, l’Italia non ha una legge che agisca direttamente sul fenomeno che, in buona parte, è responsabile dell’accaduto: la manipolazione psicologica, lo strumento per eccellenza delle sette.
A tal proposito, l’avvocato Bagnasco spiega: “L’ordinamento giuridico è privo di una legge di copertura che possa punire la condotta della manipolazione psicologica dal 1981, quando una sentenza della Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità del reato di plagio. In quel caso la Corte spiegava bene l’esigenza social-preventiva di avere nel nostro ordinamento il reato di plagio, ma non per come era stato concepito e scritto dal legislatore al tempo. Nella sentenza, tra le righe, c’era l’invito a rivedere la tematica, ma l’invito non è stato colto”.
“A mio avviso, questo è uno dei motivi che porta le sette ad agire in totale tranquillità e con la certezza di passare inosservate. Il problema è che l’unica punizione che può subire un promotore di psicosette è quella per i singoli reati che pone in essere. Nel caso della strage di Altavilla, per esempio, c’è un triplice omicidio con tutte le aggravanti del caso: gli indagati, a seguito di un giusto processo, verranno verosimilmente condannati per questo reato. Non tutte le sette, però, arrivano all’omicidio: ci sono dei gruppi che agiscono indisturbati e finché non compiono di fatto un reato (violenza contro il patrimonio, stupro o altro), l’ordinamento giuridico non ha un piano d’azione contro di essi”.
La comunità si sconvolge per la strage di Altavilla Milicia, ma sconosce i pericoli delle sette e come esse ci “camminano accanto” giorno per giorno passando spesso inosservate. Non c’è legge a cui appellarsi se non dopo la commissione di un reato.
La Manisco World – attiva contro a tutela delle vittime di psicosette e delle persone scomparse – ha deciso di agire contro questa situazione. “L’associazione mira a presentare una proposta di legge finalizzata alla reintroduzione del reato di manipolazione psicologica. Stiamo lavorando alla scrittura di un nuovo testo di legge che non rischi di incorrere in una nuova illegittimità costituzionale”, specifica l’avvocato Bagnasco.
La speranza di Manisco – sicuramente condivisa – è quella di non dover attendere la prossima strage di Altavilla prima di vedere un cambiamento sotto il profilo giuridico o una maggiore attenzione dell’opinione pubblica verso un fenomeno dilagante, spaventoso e pericoloso.
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