Cronaca

Strage Borsellino, l’agente Vullo ascoltato dall’Antimafia

“Quando si arriva a un passo dalla verità capita che si torna indietro e le carte tornano a mescolarsi. Speriamo non accada anche questa volta. Borsellino merita la verità”.

Lo ha detto Antonino Vullo, poliziotto unico sopravvissuto alla strage di via D’Amelio, sentito dalla commissione regionale Antimafia che indaga sul depistaggio delle indagini sulla strage, dopo le dichiarazioni del killer catanese Avola che ha fornito particolari nuovi sull’eccidio.

La Procura di Caltanissetta ha contestato l’attendibilità del dichiarante.

Vullo ha ricostruito gli ultimi istanti prima dell’esplosione che uccise il magistrato e la scorta

“Con un’auto impiegata per la bonifica e i cani dell’unità cinofila forse la strage si sarebbe potuta evitare”, ha detto.

Vullo ha ricordato gli attimi in cui il magistrato scese dalla macchina per citofonare al portone della madre in via D’Amelio.

“Lo sportello dell’auto era chiuso – ha raccontato – Borsellino non ha preso nulla con sé.

Ha pigiato il citofono ma siccome il portone rimaneva chiuso è sceso dal marciapiede ed è rimasto circondato dagli agenti”.

Secondo Vullo qualcosa nella pianificazione inizialmente sarebbe andata storta perché l’esplosione, che poteva essere innescata proprio quando Borsellino e i suoi erano immobili in attesa che si aprisse il portone, ebbe un ritardo.

L’agente di scorta, infine, ha detto che certamente il magistrato non aveva con sé l’agenda rossa dopo essere sceso dalla macchina.