Palermo

Stretta sui locali della movida cittadina, sanzioni più dure per il decoro urbano

PALERMO – Il Comune inasprisce le sanzioni a carico dei locali notturni che non rispettano le regole su pulizia e decoro, occupazione del suolo pubblico e smaltimento dei rifiuti. E lo fa calcando la mano con un’ordinanza sindacale che stavolta prevede la chiusura del locale per dieci giorni fin dalla prima violazione.

L’ordinanza del sindaco Leoluca Orlando sarà sperimentata per due mesi “in attesa della revisione complessiva dei regolamenti di settore da parte del Consiglio comunale”, si legge in una nota di Palazzo delle Aquile. In caso di recidiva un ristoratore o il titolare di un pub potrebbe essere costretto tenere le saracinesche abbassate per un mese intero. Il pugno di ferro è scattato dopo una serie di riunioni del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto Antonella De Miro, raccogliendo così le proteste dei diversi comitati di residenti dei quartieri interessati dalla movida.

A dire il vero un regolamento sulla movida (approvato a novembre 2015 dal Consiglio comunale) esiste già ma, stando all’ordinanza (già firmata dal sindaco e pubblicata sull’albo pretorio), non avrebbe ottenuto i risultati sperati malgrado i controlli e le contravvenzioni da parte della Polizia municipale. Nell’ordinanza si legge infatti che “molte attività commerciali, nonostante siano state già sanzionate, continuano imperterrite la ripetuta violazione delle norme”. E così sulla scrivania del primo cittadino sono arrivate montagne di esposti dei comitati spontanei di cittadini “secondo cui l’accentuarsi delle condotte incivili” hanno provocato “problemi di sicurezza urbana e di ordine pubblico” con “episodi di violenza” favoriti “dall’abuso di alcool”, “comportamenti indecorosi” e continui interventi di polizia e carabinieri. Per questo Orlando ha deciso di scavalcare il regolamento votato da Sala delle Lapidi inasprendo ulteriormente le sanzioni: dieci giorni di chiusura alla prima violazione, venti alla seconda, trenta alla terza, in aggiunta alle sanzioni pecuniarie (da 25 a 50 euro, con un minimo di 150 euro per ogni violazione accertata).

“Nel caso di violazioni – spiegano da Palazzo delle Aquile – che comportino utilizzo di materiali e attrezzature, quali impianti di diffusione sonora per quanto riguarda la musica o arredi per quanto riguarda l’occupazione di suolo pubblico, si procederà al sequestro ma, in caso di recidiva, si potrà anche arrivare alla confisca definitiva”. L’arco temporale è lo stesso: alla prima violazione sequestro per dieci giorni, alla seconda per venti, sequestro e successiva confisca alla terza violazione. Le sanzioni saranno applicate “anche nell’ipotesi che l’esercente venga meno agli obblighi di pulizia, decoro degli spazi esterni all’esercizio e di corretto conferimento dei rifiuti prodotti dall’attività”. Naturalmente quando le violazioni riguarderanno le normative urbanistiche scatteranno le conseguenti ispezioni del Suap, dell’Asp e dei vigili del fuoco per verificare l’agibilità e gli altri parametri prescritti dalla legge.

“Di fronte a comportamenti illeciti, irregolari o illegali – ha commentato Orlando – il Comitato provinciale ha ritenuto, con la nostra piena condivisione, che sia necessario imporre sanzioni ben più restrittive affinché sia chiaro a tutti che il rispetto delle regole è condizione essenziale perché le attività commerciali possano continuare a svolgersi in un clima di serenità e tutela di tutti gli interessi in campo, primi fra tutti quelli dei residenti e quelli di quegli esercenti che si attengono scrupolosamente alle normative. Credo sia da sottolineare anche che si sia deciso un controllo interforze, segnale importante della collaborazione fra tutte le istituzioni per il contrasto ad ogni forma di illegalità, per il decoro, la sicurezza e la civile convivenza”.