L’unico indagato minorenne – all’epoca dei fatti – per lo stupro di gruppo del Foro Italico a Palermo resta in carcere. La Corte d’Appello del capoluogo regionale, infatti, ha respinto la richiesta di custodia cautelare agli arresti domiciliari presentata dal legale del giovane.
Il minorenne è stato condannato in secondo grado a 8 anni e 8 mesi di carcere con l’accusa di violenza sessuale di gruppo aggravata. L’avvocato aveva richiesto il passaggio dal carcere minorile agli arresti domiciliari, ma la Corte d’Appello di Palermo l’ha respinta.
All’origine della decisione di mantenere l’unico indagato minorenne per lo stupro del Foro Italico in carcere c’è il mancato pentimento da parte del giovane. La Corte, infatti, ha dichiarato che – dopo il collocamento in comunità – l’indagato non aveva “dato buona prova di maturazione psicologica“; anzi, avrebbe usato il proprio smartphone per “intavolare una cospicua messaggistica, con amici all’esterno, autocelebrativa della propria condotta di reato, senza alcun segno di pentimento o rivalutazione positiva dei fatti”.
L’avvocato del ragazzo avrebbe già annunciato l’intenzione di presentare un ricorso alla Cassazione contro la decisione della Corte d’Appello palermitana.
Lo scorso 25 novembre il Tribunale di Palermo aveva respinto la richiesta di passaggio agli arresti domiciliari per un altro indagato per lo stupro di gruppo del Foro Italico, Angelo Flores. Il giovane dovrà scontare 7 anni di carcere, come gli altri indagati Gabriele Di Trapani, Christian Maronia ed Elio Arnao. Altri due indagati, Cristian Barone e Samuele La Grassa, hanno ottenuto una condanna rispettivamente a 6 anni e 4 mesi e a 4 anni. La Grassa non avrebbe abusato, ma avrebbe comunque filmato la scena della violenza sessuale: questo il motivo della condanna.
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Immagine di repertorio