Cronaca

Stupro Palermo, lo zio di Pamela Mastropietro: “Si cambi approccio culturale”

“Certi commenti che si leggono da qualche parte sulla ragazza vittima di stupro a Palermo lasciano a dir poco basiti e disgustati. Ma sono solo gli ultimi esempi di una cultura che, nel nostro Paese, ama puntare gli occhi, con fare inquisitorio, sulle vittime, piuttosto che stigmatizzare senza ‘se’ e senza ‘ma’ determinati crimini”.

Lo afferma all’Adnkronos Marco Valerio Verni, zio di Pamela Mastropietro, la 18enne romana violentata, uccisa e fatta a pezzi nel gennaio di cinque anni fa, intervenendo in merito allo stupro avvenuto nei giorni scorsi a Palermo.

“Vergognoso puntare il dito contro chi subisce violenza”

“Un conto, vergognoso e pericoloso – sottolinea l’avvocato Verni, che è anche legale della famiglia di Pamela – è sostenere o anche solo accarezzare l’idea che, chi subisce violenza, ‘se la sia cercata’ e, quindi, ‘quasi meritata’, altro conto è, dal caso concreto, indicare dei comportamenti che possano magari evitare, in futuro, o limitare, il ripetersi di determinati eventi”.

“Per tornare al caso di Palermo, fermo restando, sempre e comunque, il principio di presunzione di non colpevolezza degli attuali indagati, il plauso va ai magistrati della Procura presso il Tribunale dei minorenni del capoluogo siciliano – continua Verni – per aver prontamente chiesto, a seguito degli sviluppi investigativi del caso, l’aggravamento della misura cautelare nei confronti di uno degli indagati, che in precedenza era stato scarcerato dal giudice delle indagini preliminari (che lo aveva ritenuto in qualche modo pentito) ed affidato ad un centro di accoglienza per minori”.

“Serve un pensiero in più alla vittima”

Secondo lo zio di Pamela, “è sempre difficile giudicare, ma in linea generale, in certe situazioni si dovrebbe sempre prestare un pensiero in più alla vittima“. “Chi sbaglia, commettendo un crimine – sottolinea – ha sempre la possibilità di recuperare; chi subisce determinati reati, invece, si porterà dietro le conseguenze per tutta la vita”.

Per Verni “deve cambiare l’approccio culturale, ma questo passa anche attraverso i media, da una parte, ed il sistema normativo, dall’altra”. “Esprimo vicinanza alla giovane di Palermo – conclude – e condivido con lei l’invito a tutte le vittime a non mollare e a non pensare affatto ad eventuali gesti estremi a seguito dell’ignoranza di alcuni”.