Infrastrutture

Il Sud colleziona ritardi sulle infrastutture. Necessarie 40 opere da 82 miliardi di euro

CATANIA – L’analisi condotta da Uniontrasporti, presentata a Catania, ha confermato una situazione critica riguardo il fabbisogno infrastrutturale nel Sud Italia. Nonostante il 33% delle imprese italiane sia localizzato nel Mezzogiorno, il contributo al Pil nazionale è minimo, con una crescita economica più lenta rispetto alla media nazionale e un tasso di occupazione inferiore.

I dati sono stati presenti durante il X convegno Mezzogiorno Giovani Ance “Sud d’Italia Nord del Mondo” organizzato a Palazzo Biscari. In questo quadro negativo, Campania, Sicilia e Puglia mantengono comunque posizioni significative nella classifica del contributo al Pil, ma è ora di colmare i ritardi.

Identificate 535 opere infrastrutturali necessarie per la ripresa economica

Uniontrasporti ha identificato 535 opere infrastrutturali necessarie per la ripresa economica dell’Italia, di cui 100 sono considerate prioritariamente urgenti. Di queste, 40 riguardano il Sud e richiedono un investimento complessivo di 82 miliardi di euro.

Tra le infrastrutture più urgenti individuate da Unioncamere, la più importante per la Sicilia è il ponte sullo Stretto di Messina. Per il Sud Italia si aggiungono poi; la ferrovia ad alta velocità Salerno-Reggio Calabria, la A2 Autostrada del Mediterraneo, la Ss106 Jonica. Le 100 opere prioritarie per il rilancio del Mezzogiorno hanno un valore complessivo di 140 miliardi di euro.

Il ritardo infrastrutturale nel Sud resta un ostacolo allo sviluppo economico di questo stesso territorio, Sicilia inclusa. La buona notizia è che si può calcolare per intervenire sul divario. Secondo l’indice di performance infrastrutturale elaborato da Uniontrasporti, su una scala di 100 punti, il Sud segna solamente 83, con la Campania come unica regione allineata alla media nazionale grazie ad una migliore performance della rete ferroviaria. Il Nord Ovest e il Nord Est vantano punteggi ben superiori, rispettivamente 107 e 123,5.

Il settore marittimo rappresenta un altro comparto vitale

Il settore marittimo rappresenta un altro comparto vitale e una vocazione naturale per l’economia meridionale, con il 52% del traffico nazionale marittimo Ro-Ro che transita attraverso i porti del Sud. Alessandro Panaro, Head of Maritime & Energy di Srm, ha sottolineato l’importanza di investire in infrastrutture e logistica portuale per garantire una crescita efficiente del settore. “I porti italiani sono meno efficienti. Le navi stanno cinque giorni all’interno dei porti per il disbrigo delle prassi, soprattutto burocratiche, e non quattro giorni e mezzo come nelle altre parti del mondo. Questa è l’efficienza logistica che dobbiamo recuperare dai nostri competitor”.

La crisi del Canale di Suez ha aperto scenari per la Sicilia e i porti del Mezzogiorno, considerato che, oggi, 40 navi passano ancora da Suez, ma 30 scelgono di circumnavigare l’Africa arrivando nel Mediterraneo. Nello studio presentato a Catania da Alessandro Panaro, la Sicilia emerge con prospettiva favorevoli: il traffico Ro-Ro è cresciuto del 65% grazie ad Augusta e Milazzo e la regione è nella Top 3 per import-export marittimo con ben 31,7 milioni di euro rilevati da Centro Studi Srm.

Ad apertura del convegno di Ance Giovani sono intervenuti il presidente Ance Giovani Sicilia Marco Colombrita, il presidente di Ance Catania Rosario Fresta, il vicepresidente Santo Cutrone e il coordinatore di Ance Giovani per la Macroarea Sud. Una notizia è stato data da Colombrita e riguarda il ponte sullo Stretto di Messina: “Il collegamento genererà un aumento del pil di 26 miliardi di euro, di cui 18 per il Centro e Sud Italia. Abbiamo avviato delle interlocuzioni con la Società dello Stretto per individuare imprese del Sud Italia che possono dare un contributo nella costruzione del Ponte. E quindi aumentare i benefici in termini economici dal cantiere”.

Nel suo intervento finale Angelica Krystle Donati, presidente di Ance Giovani, ha messo l’accento sull’importanza di creare le condizioni per superare il divario infrastrutturale e competitivo del Mezzogiorno, con lo scopo di avviare uno sviluppo sostenibile e permettere l’impegno nel comparto di giovani talenti del mondo delle costruzioni.