TRAPANI – Scatta l’allarme rosso sulla Sanità trapanese e suona, sul campo, con il presidente dell’Ordine dei Medici Vito Barraco, che va diretto e punta sulle condizioni della rete ospedaliera: “Registriamo la cronica carenza di personale medico, e cioè di specialisti, fenomeno legato al numero chiuso per l’ingresso nelle Facoltà. Ma una attenta programmazione, soprattutto tenendo conto del turn over, avrebbe potuto limitare il deficit. Inoltre la nostra Asp non è attrattiva per i giovani medici, in quanto si verifica spesso la possibilità di espletare il servizio in presidi ospedalieri diversi. Probabilmente la rete ospedaliera dovrebbe essere rimodulata nel senso di procedere alla organizzazione degli ospedali in poli specialisti, evitando i doppioni e razionalizzando le risorse”.
Messaggio forte e chiaro già recapitato, nero su bianco, al vertice dell’Azienda sanitaria provinciale e con un indirizzo preciso, la Regione ed il suo Assessorato alla Salute. Ma il caso Trapani è arrivato anche a Roma. Sul tavolo del ministro, Roberto Speranza, c’è un’interrogazione del senatore del Movimento Cinque Stelle Maurizio Vincenzo Santangelo che segue le tracce del presidente Barraco: “Nei nosocomi trapanesi – si legge nell’atto ispettivo – a causa di una grave e strutturale carenza di personale medico, infermieristico e paramedico, viene quotidianamente messa a rischio l’erogazione dei servizi sanitari per i cittadini”.
Il parlamentare grillino segnala un ulteriore elemento di crisi. Alla carenza di personale si affianca “il crescente fenomeno del transito del personale verso la sanità privata, anche convenzionata”, con l’effetto negativo di determinare “quotidiani disagi nel corretto funzionamento dei presidi sanitari, ma anche sulle condizioni lavorative dei dipendenti, sovente costretti a far fronte a carichi di lavoro insostenibili”.
“L’organizzazione complessiva della sanità provinciale, oltre a creare difficoltà lavorative per medici e operatori sanitari, determina disservizi per i pazienti con liste di attesa per visite mediche ed esami diagnostici che vanno oltre ogni ragionevole termine. Per una visita cardiologica e diabetologica, a Trapani, ad oggi, occorre aspettare fino a giugno, presso la Cittadella della Salute, oppure a novembre, presso l’Ospedale Sant’Antonio Abate, quindi rispettivamente 120 o 270 giorni di attesa. Occorre aspettare fino a maggio per fissare una visita diabetologica a Marsala, a 30 chilometri di distanza e dunque con le conseguenti difficoltà nello spostamento”.
E c’è anche altro: “Per effettuare una visita ematologica, i pazienti trapanesi verrebbero tuttora indirizzati a Castelvetrano, mentre per gli esami devono recarsi a Marsala in una struttura privata convenzionata o raggiungere Palermo”.
Il presidente Barraco pone così un altro tassello nel mosaico della crisi: “Le aree di emergenza sono sotto pressione e per la pandemia Covid e perché nel corso degli anni non è stato possibile colmare il flusso dei dirigenti medici in quiescenza. Per quanto riguarda i concorsi c’è da dire che accetta e sì presenta un numero insufficiente a coprire i posti disponibili. Tutto ciò comporta la necessità di garantire i turni nelle aree di emergenza con medici in servizio in altre unità operative. Inoltre il territorio non funziona da filtro come dovrebbe”.
Una condizione generale di crisi che il Covid ha soltanto peggiorato ma che è ormai datata ed in qualche modo consolidata.
Prova a rimarcarlo Santangelo: “Il Covid 19 ha ulteriormente aggravato la situazione, incrementando i carichi di lavoro e i disagi organizzativi anche per i medici di medicina generale, che si trovano a dover conciliare la gestione delle procedure burocratiche e amministrative con le normali attività cliniche”.
Elementi di criticità che stanno portando anche alla mobilitazione dei territori, come nel caso dell’Ospedale “San Vito e Santo Spirito” di Alcamo. La città è sospesa tra le incertezze del momento, manifestate, qualche giorno fa, durante i lavori di un consiglio comunale aperto e la prospettiva della realizzazione di un nuovo Ospedale. Anche in questo caso c’è una vertenza personale in discussione che il sindaco Domenico Surdi ha provato a sintetizzare: “Le rassicurazioni avute non soddisfano appieno le preoccupazioni delle nostre comunità, che continuano a chiedere un Ospedale efficiente e funzionale, pertanto continueremo a monitorare la situazione perché non devono venire meno i servizi indispensabili per la salute”. Surdi ha parlato anche per nome e per conto dei Comuni di Castellammare del Golfo e di Calatafimi-Segesta. Un capitolo ancora tutto da scrivere è quello della nuova edilizia ospedaliera che per il presidente Barraco rappresenta comunque come “una grande opportunità, perché si dovrebbero pensare e progettare strutture più moderne”.
La parola passa all’Asp trapanese e alla Regione. È lì che si decide. Ma anche da Roma dovrà arrivare qualche risposta. Santangelo è in attesa: “Il Ministro, per quanto di sua competenza, quali iniziative intende assumere per dare risposte concrete alla sanità trapanese?”