Consumo

Superbonus, in Sicilia 7 miliardi solo per il 2,2% delle case

PALERMO – Oltre 7 miliardi di euro spesi in Sicilia per l’efficientamento energetico degli edifici con il cosiddetto superbonus 110, per appena 30.864 asseverazioni depositate, che rappresentano appena il 2,2% degli edifici residenziali.

Superbonus, risultati estremamente modesti

Una spesa enorme, che alla fine ha portato a risultati estremamente modesti come accertato dalla Cgia di Mestre che ha elaborato i dati di Enea (ente in cui si elaboravano questo tipo di certificazioni del 110 quando era ancora in vigore) e Istat.

Per singola asseverazione, in media nell’Isola sono stati spesi dallo Stato circa 227.469 euro, una cifra che si avvicina alla media nazionale, che arriva a quasi 248 mila euro, per un totale del 4,1% degli edifici residenziali che hanno usufruito dei finanziamenti statali. Sono state tante le misure restrittive imposte per legge in questi ultimi due anni e l’effetto negativo del Super ecobonus 110% sui conti pubblici si è quasi esaurito.

Superbonus, gli oneri complessivi a carico dello Stato sfiorano i 123 miliardi di euro

“Tuttavia, dall’introduzione di questa agevolazione sino al 31 agosto scorso – scrivono dall’ufficio studi della Cgia, l’associazione degli artigiani e piccole imprese – gli oneri complessivi a carico dello Stato sfiorano i 123 miliardi di euro. Va altresì ricordato che, ad oggi, gli immobili che dal luglio 2020 hanno beneficiato di questo provvedimento sono stati poco meno di 500 mila”.

Il Superbonus ha interessato solo il 4% del totale degli immobili

Pertanto, considerando che in Italia gli edifici residenziali sono circa 12,2 milioni, l’ufficio studi Mestrino stima che il cosiddetto Superbonus abbia interessato solo il 4% del totale degli immobili ad uso abitativo presenti nel Paese.

“In un momento così delicato – affermano dalla Cgia – dove con la prossima legge di bilancio verranno chiesti sacrifici a tutti, aver speso oltre 6 punti di Pil per efficientare uno sparuto numero di abitazioni, fa arrabbiare chiunque abbia un minimo di buon senso”.

Stando alle prime analisi dei dati, il Superbonus sembrerebbe aver favorito maggiormente i proprietari di immobili con una buona o elevata capacità di reddito, anziché rivolgersi in via prioritaria alle famiglie meno abbienti che, in linea di massima, presentano una probabilità maggiore di risiedere in abitazioni in cattivo stato di conservazione e con un livello di efficienza energetica molto basso.

Superbonus, i risultati “migliori” in Veneto

Le regioni che hanno registrato i risultati “migliori” sono state il Veneto, che ha raggiunto il 5,6% degli edifici efficientati per un totale di 59.652 asseverazioni; a seguire l’Emilia Romagna, con 44.438 asseverazioni e il 5,4% degli edifici che hanno ricevuto interventi.

I risultati peggiori in Sicilia, Calabria e Puglia

Stessa percentuale in Trentino Alto Adige, con 11.342 asseverazioni. I risultati peggiori, invece, oltre che in Sicilia, si registrano in Calabria, con appena 15.910 asseverazioni, per il 2,6% degli edifici residenziali totali, e la Puglia, al 2,9% con 27.510 asseverazioni. In termini di costo dei singoli interventi, invece, la regione con costi maggiori è stata la Valle d’Aosta, con oltre 400 mila euro, seguita dalla Basilicata, ben più in basso a 300 mila euro.

Il resto dei territori italiani vedono i valori scendere gradatamente fino ai 187 mila euro della Sardegna e i 183 mila euro della Toscana. Tantissimi soldi spesi, e non tutti sono concordi nel ritenere che il Super ecobonus 110% contribuirà in misura importante ad abbattere le emissioni di inquinanti.

Secondo la Banca d’Italia, le prime evidenze dimostrerebbero che nello scenario migliore i benefici ambientali del Superbonus compenserebbero i costi finanziari sostenuti in quasi 40 anni. Non solo, ci sono alcuni esperti internazionali che sostengono che la riduzione delle emissioni ottenuta con l’applicazione del Superbonus poteva essere maggiore, se si fosse incentivata l’elettrificazione dei sistemi di riscaldamento degli ambienti, la cottura di cibi e la produzione di acqua sanitaria.