Economia

Superbonus, ora in Sicilia è caos: Forza Italia contro il governo Meloni

Per Forza Italia in Sicilia, la decisione del governo Meloni di fermare il Superbonus rischia di gettare “nel baratro centinaia di imprese siciliane, che vantano crediti per oltre 200 milioni di euro attualmente bloccati” ”. È una delle reazioni alla decisione dell’esecutivo nazionale di scrivere la parola “fine” sulla norma voluta dal Movimento cinque stelle che consentiva di efficentare gli edifici con incentivi statali. A sollevare l’allarme è stata la deputata regionale ed ex assessore Bernadette Grasso che ha annunciato che chiederà “formalmente” al governo regionale di intervenire.

Forza Italia contro Forza Italia

Si tratta di una delle reazioni alle notizie arrivate da Roma, ma certamente tra quelle politicamente più importanti. Arriva, infatti, un paio d’ore dopo le dichiarazioni del coordinatore, vicepresidente di Forza Italia e ministro del governo Meloni, Antonio Tajani, secondo cui non è stato bloccato il Superbonus, ma i crediti. E questo è stato deciso ”per tutelare il bilancio dello Stato” ha detto il vice premier e ministro degli Esteri, intervenendo a Radio anch’io. ”Il governo Conte non ha posto controlli e limiti, non ha pianificato l’utilizzo di questo sistema e oggi ci troviamo ad avere molti miliardi che rischiano di diventare debito pubblico. Ma non si possono far comprare i crediti agli enti pubblici, alle regioni, ai comuni, perché questo significa gravare il debito pubblico”, ha spiegato Tajani. Quindi ”per tutelare il bilancio dello Stato si è deciso di bloccare i crediti”.

“Chiederò a Schifani di intervenire”

E invece, Forza Italia in Sicilia sta proprio pensando di fare il contrario di quanto affermato a Roma da Tajani. “A seguito di adeguate garanzie e di preventive ricognizioni economiche, – ha dichiarato la deputata di Forza Italia – chiederò ufficialmente al Governo Schifani di acquistare i crediti attualmente fermi dentro i cassetti fiscali. In linea con quanto stanno già facendo altre Regioni d’Italia, occorre una deroga al dettato nazionale – prosegue – per alleviare le sofferenze di tante imprese alla canna del gas. Occorre una soluzione trasversale, che tuteli sia loro che la tenuta dei bilanci regionali, visto che tali crediti sono conteggiati nel deficit della PA. Un compromesso – conclude – per evitare la paralisi dell’intero settore e garantire una boccata d’ossigeno”.

Spiazzati anche i Comuni

E la decisione del governo Meloni ha spiazzato anche i sindaci siciliani – molti dei quali di centrodestra – che si erano detti pronti ad acquistare i crediti, fissando per il 22 febbraio una videoconferenza con i rappresentanti degli enti locali siciliani, per fissare procedure e dettagli. “Prendiamo atto – dichiarano Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale dell’ANCI Sicilia – dell’entrata in vigore del decreto legge 16 febbraio 2023 numero 11 che introduce il divieto, per le pubbliche amministrazioni di essere cessionarie di crediti d’imposta relativi agli incentivi fiscali quali bonus 110. Siamo pertanto costretti ad annullare l’incontro informativo che avevamo previsto per il 22 febbraio al fine di dare indicazioni operative affinché gli enti locali potessero fare la propria parte per aiutare il sistema della imprese in un gravissimo momento di crisi. Ci auguriamo adesso – aggiungono – che il Governo possa prontamente intervenire introducendo misure a sostegno delle imprese al fine di favorire la cessione dei crediti maturati e rimettere così in moto l’economia. Come ANCI Sicilia continueremo a fare il possibile affinché gli enti locali dell’Isola possano, nei limiti della legislazione vigente, sostenere il tessuto economico e produttivo dei territori consapevoli che solamente per questa strada e attraverso i tributi locali si potranno garantire servizi di qualità ai cittadini e alle stesse imprese”.

Cosa fa adesso Fratelli d’Italia?

Resta da capire adesso anche come si muoverà in Sicilia proprio il partito di Giorgia Meloni. È di pochi giorni fa, infatti, la notizia di una proposta di legge che va in direzione esattamente opposta a quanto deciso dal governo nazionale a forte trazione Fdi, cioè proprio quello di consentire alla Regione l’acquisto dei crediti. «Uno degli obiettivi – ha sottolineato due giorni fa il capogruppo Giorgio Assenza illustrando l’iniziativa legislativa dei deputati regionali di Fratelli d’Italia – è consentire alle imprese siciliane che versano in una grave crisi di liquidità di poter continuare ad operare salvaguardando i livelli occupazionali. Inoltre, – ha aggiunto – grazie alla compensazione fiscale effettuata dalla Regione si potrà consentire a migliaia di siciliani di effettuare la riqualificazione energetica delle proprie abitazioni». Il credito fiscale acquisito dalla Regione – concludeva la nota di Fdi – dovrà provenire da interventi di riqualificazione effettuati nel territorio regionale e da imprese con sede operativa in Sicilia, assicurando una distribuzione uniforme per provincia rapportata alla rispettiva popolazione residente. Ma, mentre Fdi in Sicilia presentava un ddl per acquistare i crediti, Fdi a Roma diceva: “No, non sarà più possibile”.