PALERMO – Il Reddito di cittadinanza è stato eliminato da quasi un anno. A sostituirlo l’Assegno di inclusione (Adi) e il tanto agognato Supporto per la formazione e il lavoro (Sfl) destinato ai cosiddetti “occupabili”, ovvero quei soggetti che lo Stato avrebbe dovuto accompagnare al lavoro con percorsi di formazione pensati ad hoc. Secondo il Governo si trattava in origine di 404 mila persone, di età compresa tra i 18 e 59 anni, che – seppure in condizioni di povertà assoluta – avrebbero potuto lavorare, ridotte poi di 191 mila unità prese in carico dai servizi sociali perché non attivabili al lavoro. Questo nonostante, a maggio del 2023, i nuclei percettori del Rdc fossero ben 1.160.714.
Le ultime note del ministero del Lavoro risalgono a dicembre 2023 e parlano di 145.261 domande di Assegno di inclusione e 127.217 richieste di Sfl. Ma i numeri non tornano. Secondo i dati anticipati a gennaio dall’Inps al Sole 24 Ore – e aggiornati al 18 dicembre – la platea coinvolta nelle domande sarebbe di 1,5/1,6 milioni di persone, distribuite in 600 mila nuclei richiedenti l’Adi (ex percettori del Rdc) e 165 mila richiedenti il Sfl. Nelle scorse settimane, durante il Festival dell’Economia di Trento, la ministra del Lavoro Marina Calderone ha sostenuto che, al mese di maggio, le richieste accettate dell’assegno di inclusione siano 672 mila.
Ancor più lenta la progressione dell’accompagnamento al lavoro. Nella maggior parte dei casi, infatti, gli aventi diritto al Sfl non hanno trovato né occupazione, né formazione, né sostegno economico.
Dal primo settembre 2023, grazie al decreto Lavoro (Dl 4 maggio 2023 n. 48, convertito con modificazioni in legge n. 85 del 3 luglio 2023) e come indicato sul portale del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, i cittadini italiani a rischio di esclusione sociale e lavorativa possono chiedere l’accesso ai “progetti di formazione, qualificazione e riqualificazione professionale, di orientamento, di accompagnamento al lavoro e di politiche attive del lavoro”, a patto che: abbiano un’età compresa tra i 18 e i 59 anni; il loro Isee non sia superiore a 6 mila euro annui; non abbiano i requisiti per accedere all’Assegno di inclusione, né percepiscano qualsiasi strumento pubblico di integrazione o di sostegno al reddito per la disoccupazione involontaria.
Tramite la piattaforma del Sistema informativo per l’inclusione sociale lavorativa (Siisl), i richiedenti possono sottoscrivere il patto di attivazione digitale, impegnarsi a presentarsi alla convocazione per la stipula del patto di servizio e – a seguito dell’accettazione della richiesta da parte dell’Inps – ricevere l’invito presso il Servizio per il lavoro di competenza, che ha il compito di proporre un patto di servizio personalizzato, indicando almeno tre agenzie per il lavoro o enti autorizzati all’intermediazione. Dopodiché il cittadino interessato può ricevere le offerte di formazione e lavoro e aderirvi entro 90 giorni, sempre per via telematica.
La partecipazione ai corsi è ovviamente conditio sine qua non per percepire l’indennità, pari a un importo mensile di 350 euro, erogati dall’Inps solo per la durata della formazione e comunque entro un limite massimo di dodici mensilità. I servizi di lavoro e i percorsi formativi fanno parte dal Programma nazionale per la Garanzia occupabilità dei lavoratori (Gol) del Pnrr con un platfond di 4,4 miliardi da spendere entro il 2025. I progetti di formazione sono messi a disposizione da soggetti pubblici e privati, accreditati alla formazione dai sistemi regionali, dai fondi paritetici interprofessionali e da enti bilaterali.
Alla nostra redazione è arrivata la testimonianza di una delle tante persone che, pur avendo seguito le indicazioni dettate dal Governo, non ha ricevuto quanto promesso. “Avendo diritto al Sfl – riferisce la fonte, che preferisce rimanere anonima – mi sono recato al Centro per l’impiego a settembre scorso e, a ottobre, ho siglato il Patto di servizio personalizzato per i beneficiari del Reddito di cittadinanza. Mi hanno detto di dover fare upskilling, una sorta di perfezionamento delle mie competenze, e di dover scegliere l’Apl preferito, ovvero l’ente di formazione con il corso desiderato. Così ho fatto e mi sono recato nell’Apl Filocrate per scegliere il mio percorso, offerto da Iter Ego. Ad aprile 2024, non avendo ricevuto più alcuna notizia, ho deciso di richiamare la sede: mi hanno detto di avere soltanto quattro iscritti e che il corso non si sarebbe svolto per mancanza del numero minimo di 15 partecipanti. Ricevuto il consiglio di cambiare corso, sono tornato da Filocrate che, dopo una nuova analisi, mi ha rimandato da Iter Ego per scegliere un corso diverso. Lì la sorpresa: i server della Regione erano stati bloccati e non era possibile effettuare alcun cambio. Dopo ulteriori venti giorni sono stato richiamato per optare per l’unico corso disponibile, che i responsabili avrebbero comunicato personalmente, proprio per le difficoltà riscontrate in piattaforma”.
“Morale della favola – racconta ancora – sono trascorsi nove mesi da quando il Sfl sarebbe dovuto essere erogato, ma, nonostante non percepisca alcun altro sussidio, non ho mai ricevuto una sola mensilità. Ho potuto soltanto adesso cominciare un corso della durata di 650 ore, nemmeno affine, partendo tra l’altro con diversi giorni di assenza perché, nel frattempo, era già iniziato. Tutti i miei colleghi, purtroppo, mi hanno confermato di non aver percepito ancora alcunché”.
Lo abbiamo chiesto all’assessora regionale alla Famiglia, alle Politiche sociali e al Lavoro, Nuccia Albano (clicca qui per l’intervista). “La segnalazione – afferma la rappresentante del Governo retto dal presidente Renato Schifani – corrisponde a quanto realmente accaduto nella fase in cui si è transitati dalla fine dell’erogazione del Reddito di cittadinanza a quello del Supporto formazione e lavoro. I percettori di Sfl nella fase iniziale hanno percepito solo una mensilità in quanto è stato possibile agganciarli all’unica misura di Politica attiva del lavoro disponibile: l’orientamento specialistico erogato dalle Agenzie per il lavoro a seguito di comunicazione del Centro per l’impiego che aveva in carico il beneficiario. Si trattava di politica cosiddetta ‘breve’ che permetteva l’erogazione di una sola mensilità. Le politiche più lunghe, che avrebbero permesso l’erogazione su più mesi del sussidio, come appunto quelle della formazione, hanno avuto inizio nel mese di aprile di quest’anno”.
L’assessora ha poi fatto sapere che l’avvio dei corsi degli Avvisi 3/2022 e 7/2023 è avvenuto dopo la metà di aprile 2024 e che il sistema sia attualmente a regime. Tuttavia, ha anche precisato che su 29.093 domande presentate, soltanto 3.144 persone percepiscano già il sussidio.