RAGUSA – La riduzione dell’impegno di spesa nei confronti del Consorzio universitario è stato legittimo. Il Consiglio di Giustizia amministrativa di Palermo ha riformato la sentenza del Tar di Catania, nella controversia tra il Libero Consorzio comunale di Ragusa e il Consorzio universitario di Ragusa.
È stato ritenuto legittimo, infatti, l’operato del dirigente dell’epoca del settore Pubblica istruzione, Salvatore Maucieri, di procedere alla riduzione dell’impegno di spesa di 471 mila e 941 euro nei confronti del Consorzio universitario perché il contributo finanziario integrativo, deliberato unilateralmente dall’assemblea consortile, non trovava alcun assenso amministrativo da parte dell’ex provincia di Ragusa, in carenza di adeguate motivazioni.
In prima battuta il Tar di Catania aveva annullato la determina dirigenziale n. 1365 del 24 giugno 2014 a firma del dirigente Salvatore Maucieri, mentre, il Cga l’ha riconosciuta legittima facendola rivivere in quanto il Collegio del Cga di Palermo ha ritenuto opportuno evidenziare che “la determina in esame è stata adottata nel contesto del rapporto che intercorre fra le parti in lite di cui il provvedimento gravato dà conto affermando che il Consiglio di amministrazione del Consorzio universitario ha approvato il bilancio di previsione 2013 col quale è stato previsto, a carico dell’ex Provincia di Ragusa, un onere di complessivi 791 mila e 942 euro con conseguente accollo della spesa non adeguatamente motivata di 471 mila e 942 euro, oltre le quote già versate”.
“E proprio in sede di variazioni di bilancio – si continua a leggere nel documento – l’ex Provincia di Ragusa, aveva comunque in via precauzionale appostato nello specifico capitolo la sopra specificata spesa di 471 mila e 942 euro senza con ciò avere inteso assentire le scelte gestionali del Consorzio universitario e riconoscere perciò allo stesso, in carenza di adeguate motivazioni, tale preteso credito ovvero la totalità dello stesso”.
Il Cga ha compensato le spese del doppio grado di giudizio visto l’andamento della particolare vicenda processuale. La questione è sempre stata molto dibattuta visto che l’università iblea ha rischiato più volte di chiudere proprio per carenza di fondi. La provincia, dal canto suo, ha già un equilibrio alquanto precario e non poteva più garantire gli stanziamenti di un tempo. Ricordiamo che già nel 2011 si era paventata una possibile chiusura dei corsi per le scarse finanze.
La situazione era poi rientrata ma quello dei finanziamenti rimane comunque un nodo cruciale che con il passare degli anni rischia di aggravarsi sempre maggiormente.