Economia

Economia, cresce gap Nord-Sud. Manenti: “Ora investimenti anche in Sicilia, Ponte non basta”

L’arretratezza in termini di sviluppo del Meridione – e della Sicilia – resta ancora un tema particolarmente caldo. All’inizio di giugno 2023, infatti, l’Ufficio Studi Confcommercio nella sua Nota sulle Economie Regionali ha accertato che il Prodotto interno lordo (PIL) del Sud Italia cresce quasi tre volte in meno rispetto a quello del Nord, con presenza inoltre di Regioni che saranno a crescita zero come Calabria e Sardegna.

Sotto il profilo dell’occupazione è stato evidenziato, inoltre, come tra il 1996 e il 2023 nel Mezzogiorno sia diminuito il numero di lavoratori. In questa classifica la Sicilia è preceduta soltanto da Campania e Calabria e per il Sud, sempre analizzando il periodo in questione, il contributo al prodotto interno lordo nazionale è calato 24,1 % al 21,7 %.

Allarmanti anche i dati relativi all’andamento dei consumi nel 2023, che nel Mezzogiorno vede una crescita dello 0,4 %, e il calo demografico, con la riduzione dal 2019 della popolazione italiana di quasi un milione di persone, delle quali oltre la metà solo nel Mezzogiorno.

I dati e il gap con il Nord Italia

Percentuali che fanno quindi riflettere per il futuro della nostra Isola, a fronte delle tante speranze di crescita che ogni anno vengono diffuse. Il presidente di Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, intervenuto al QdS, ha mostrato i dati esatti e ha posto l’attenzione sulle incertezze riguardanti le prospettive future e sulla stretta dell’inflazione.

“La nostra economia regionale – dichiara Manenti – continua purtroppo ad arrancare e, quindi, si vede crescere il divario rispetto alle realtà del Nord Italia, con un Prodotto interno lordo che nel 2023 aumenta solo dello 0,2 % rispetto ai due percentuali dell’anno precedente. Nonostante le buone performances al rialzo degli anni successivi al 2020 siamo sotto lo 0,4 %. Le cose che ci preoccupano maggiormente sono l’assenza di prospettive certe legate al futuro e inoltre in relazione ai consumi si prospettano dinamiche tutt’altro che effervescenti”.

“Tutto questo – prosegue Manenti – è frutto di una stretta inflazionistica che si sta rivelando peggiore del Covid. Si spende meno e per specifiche necessità e questo crea degli scompensi nei vari settori. Per i consumi si prevede una crescita minima dello 0,4 %, mentre l’anno scorso la crescita era stata cinque punti percentuali e per il periodo che va dalla pandemia fino a oggi si è registrato un decremento dello 0,3 %. Questo significa che nel settore del terziario di mercato non sono stati del tutto smaltiti i danni causati dall’emergenza sanitaria”.

Le speranze e gli investimenti per invertire la tendenza

Ma le speranze di crescita sono sempre vive e le note positive arrivano dal processo di terziarizzazione dell’economia, in quanto le imprese attive nel primo trimestre di quest’anno all’interno dell’associazione sono una buona parte di quelle esistenti nell’Isola. Gli investimenti nel territorio rappresentano l’elemento cardine per la crescita economica e la mancanza di competenze professionali ha delle origini ben precise.

“Prendiamo atto – prosegue Manenti – del processo di terziarizzazione dell’economia. Nel primo trimestre vediamo attive ben 205mila imprese nell’area di Confcommercio rispetto alle oltre 381mila che abbiamo in Sicilia. Nel periodo che va dal 2012 al 2023 si è registrato un incremento molto più elevato di quello del resto dell’Italia”.

“Per invertire la tendenza ci vogliono gli investimenti sul territorio, come quelli nelle opere pubbliche, che possono portare a incrementare i consumi e i lavoratori. Qui facciamo i conti con la mancanza delle risorse lavorative e quindi dei professionisti, che è frutto delle logiche gestionali del reddito di cittadinanza, che portano alla mancanza di una generazione lavorativa”.

“Non si è neanche riusciti a colmare la distanza tra la formazione e le esigenze delle imprese. Si deve investire nelle infrastrutture – conclude – per un più semplice raggiungimento delle mete e dei siti turistici. A livello regionale ci vuole una task force fra gli assessorati ai Trasporti e all’Economia, perché il Ponte sullo Stretto è importante, ma ci vuole la continuità anche all’interno dell’Isola”.