I talebani ribadiscono che “una donna non può fare il ministro”. “È come se le mettessi sulle spalle qualcosa che non può sostenere. Non è necessario che le donne siano nel governo, loro devono fare figli“, ha dichiarato all’emittente Tolo News un portavoce degli ‘studenti coranici’, Sayed Zekrullah Hashim. “Le donne che protestano”, ha tenuto a sottolineare riferendosi alle recenti manifestazioni in diverse città dell’Afghanistan, “non rappresentano tutte le donne afghane”.
Non si terrà domani in concomitanza con il 20esimo anniversario dell’11 settembre la cerimonia di insediamento del nuovo governo afghano. Lo ha precisato in un tweet Inamullah Samangani, membro della commissione Cultura dei talebani.
“L’inaugurazione del nuovo governo afghano è stata annullata diversi giorni fa. Per evitare confusione, la leadership dell’Emirato islamico ha annunciato l’approvazione di una parte del governo che ha gia’ iniziato a lavorare. Le voci che la cerimonia di inaugurazione avra’ luogo domani, 11 settembre, non sono vere”, si legge nel tweet, ripreso dall’agenzia Tass.
Intanto in Afghanistan sono in aumento le violenze dei talebani contro i manifestanti: lo ha detto l’ufficio per i diritti umani dell’Onu precisando che i talebani utilizzano armi da fuoco, bastoni e fruste. Intervenendo a un briefing a Ginevra, la portavoce dell’ufficio, Ravina Shamdasani, ha affermato che sono giunte notizie “credibili” secondo le quali almeno 4 persone sono state uccise nelle proteste avvenute negli ultimi giorni.
Shamdasani, si legge sul sito della Bbc, ha aggiunto che i talebani hanno anche picchiato e arrestato alcuni manifestanti. Sempre secondo l’ufficio dell’Onu, sono anche aumentate le violenze dei talebani contro i giornalisti che coprono le proteste. “Anziché vietare le proteste pacifiche, i talebani dovrebbero cessare l’uso della forza e assicurare la libertà di espressione e di riunione”, ha sottolineato l’ufficio.
La rappresentante speciale del segretario generale delle Nazioni Unite per l’Afghanistan, Deborah Lyons, ha invitato la comunità internazionale a mantenere i flussi di aiuti verso l’Afghanistan, anche se ora retto dai talebani, avvertendo che altrimenti l’economia del Paese potrebbe crollare.
Senza aiuti, ha ammonito Lyons parlando al Consiglio di Sicurezza Onu, l’Afghanistan vivrà una “grave recessione economica che potrebbe spingere milioni di persone alla povertà e alla fame, e potrebbe creare una massiccia ondati di migranti”. “Bisogna trovare un modus vivendi, e anche velocemente, che permetta l’arrivo di aiuti economici per evitare un totale collasso dell’economia e dell’ordine sociale”, ha aggiunto.