Trapani

Tassa sui rifiuti ad Alcamo, in partenza notifiche ai morosi

ALCAMO (TP) – Quasi in partenza 9.500 notifiche nei confronti di contribuenti morosi che non hanno pagato in parte o del tutto la Tari degli anni compresi tra il 2017 e il 2019.

Il Comune di Alcamo sta procedendo a effettuare la spedizione delle cartelle in seguito al mancato pagamento da parte degli utenti per cui era stata aperta una segnalazione di regolarità della propria posizione tributaria, nonostante l’avviso bonario che già era stato notificato a suo tempo. Stiamo parlando di un numero cospicuo che sfiora il 50 per cento del totale dei contribuenti alcamesi.

Infatti in totale risultano nella cittadina alcamese, sulla base dell’ultima ricognizione fatta dagli uffici, 20.296 contribuenti suddivisi tra utenze domestiche e non domestiche (imprese, attività commerciali, uffici, banche, attività ristorative, etc…).

“Per gli anni 2017, 2018 e 2019 – certifica l’istruttore direttivo amministrativo della Direzione 5 ai Tributi, Fabio Randazzo – risultano in sofferenza circa 9.500 posizioni tributarie relative a contribuenti Tari che, seppure iscritti nelle liste carico, non hanno pagato con l’avviso bonario e pertanto si rende necessario costituire il titolo di credito con funzione impo-esattiva da notificare”.

In questi giorni la stessa Direzione 5 sta procedendo ad affidare la gara per l’affidamento, tramite il mercato della pubblica amministrazione, per il servizio di pre-processing, stampa, imbustamento e recapito con ricevuta di ritorno degli avvisi di accertamento della tassa sui rifiuti degli anni tra il 2017 e il 2019.
A quest’attività di accertamento si arriva in seguito ad un lavoro certosino della stessa Direzione 5 che poco più di un anno fa ha creato una banca dati in cui, per la prima volta, ufficio Tributi e sportello unico per le attività produttive anno cominciato a dialogare.

E grazie a questo “matching” sono stati scoperti centinaia di esercenti e imprenditori evasori della tassa sui rifiuti. “Fantasmi” che hanno creato un buco da circa un milione di euro.
Da considerare che queste procedure di recupero erano già state programmate dallo scorso anno: la somma raccolta servirà a ripianare i maggiori costi del servizio di raccolta dei rifiuti che sono maturati nel 2020 ed eviterà un aumento del tributo a chi invece onestamente e con sacrifici ha sempre pagato.

Il lavoro porta la firma della dirigente della Direzione 5 Riscossione entrate Tiziana Vinci che ha praticamente posto in essere le “misure correttive” che in materia erano state emanate dal segretario generale del Comune Vito Bonanno e fatte proprie dal consiglio comunale che aveva votato apposita delibera in merito.

In pratica si è messo in funzione l’incrocio di banche dati anzitutto tra gli uffici comunali, riscontrando tutte le certificazioni di inizio attività e varie altre documentazioni in possesso del Suap che dessero traccia dell’esistenza di attività commerciali sconosciute alla banca dati dei tributi.
Inoltre sono stati riscontrati i dati in possesso dell’Agenzia delle entrate, e quindi catasto, utenze elettriche, idriche e gas, ed infine contratti di locazioni immobiliari.

Questa ricostruzione certosina ha permesso di far saltare fuori come funghi evasori parziali, che magari non avevano il calcolo sull’effettiva metratura dell’immobile, o totali, quindi completamente sconosciuti. Il risultato è stato quello di accertare all’incirca un recupero dall’evasione di un milione e 100 mila euro. Soldi che saranno utilizzati per ripianare i maggiori costi non preventivati per il servizio di raccolta dei rifiuti.