PALERMO – Sogni e racconti, protagonisti i pupi e il teatro di figura, daranno vita dall’11 al 21 novembre al festival di Morgana. La rassegna proporrà per l’edizione numero 46 un ciclo di spettacoli, mostre, incontri, giochi narrativi di una comunità, quella delle marionette, multietnica e transazionale. Lo dice anche il titolo scelto come tema centrale: “Il teatro d’immagine del Mediterraneo”.
E proprio il Mediterraneo è indicato come il luogo dell’accoglienza con i suoi paesaggi e i suoi caratteri declinati in tanti modi. I percorsi della rassegna, che torna in presenza dopo le chiusure causate dalla pandemia, sono stati presentati al museo delle marionette “Antonio Pasqualino” dal direttore Rosario Perricone e dagli assessori ai Beni culturali della Regione, Alberto Samonà, e del Comune, Mario Zito. Agli spettacoli parteciperanno compagnie di Francia, Israele, Spagna, Tunisia e Turchia ma anche gruppi della Sicilia, della Campania e della Sardegna. Oltre al museo Pasqualino la rassegna sarà ospitata da due chiese e da due teatri, Agramante e Carlo Magno.
Il programma cerca di dare spazio al principio, segnalato da Samonà e da Perricone, che il teatro di figura non racconta il passato. E con il festival di Morgana viene posto in relazione con i linguaggi e i temi contemporanei. “Racconta un universo pieno di significati”, ha detto Samonà. “Arte antica e contemporanea – ha aggiunto Zito – si fondono per dare vita a un appuntamento culturale importante per Palermo, una città che ha lanciato la sfida della chiamata alle arti”. Tra gli appuntamenti della rassegna si segnalano performance di compagnie straniere e di alcune famiglie di pupari come Napoli, Argento, Mancuso. Nel segno della continuità è lo spettacolo di “Nuovi pupari crescono”, nel quale i figli dei pupari raccolgono il testimone dai loro padri per un racconto corale del duello di Orlando e Rinaldo per amore della bella Angelica.
L’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà, intervenendo alla presentazione del Festival, ha detto: “Gli elementi della nostra tradizione non sono il passato ma l’attualità che dialoga con altre arti, con la letteratura, la musica, il teatro cosiddetto ‘colto’ per leggere e interpretare il contemporaneo. Il Museo Pasqualino, ormai da molti anni, dimostra di essere attento osservatore di quei fenomeni di radicamento culturale in atto. Quest’anno, attraverso il teatro di figura, lo sguardo si spinge sul Mare Nostrum, quello spazio che nei millenni è stato oggetto di commerci, battaglie e scambi culturali e che oggi viene indagato attraverso il tema scelto per il Festival”.