Esistono numerose tecniche per risolvere i problemi, anche se i modelli più utilizzati sono il Problem Solving e il Brainstorming.
Nella modalità tipica del Problem Solving, i cognitivisti hanno suddiviso lo spazio compreso tra lo stato o disposizione iniziale e quello finale o meta da raggiungere in tre parti: lo stato iniziale, le mete insite nel problema, il set o insieme di operazioni che bisogna intraprendere per raggiungere la soluzione.
Giorgio Nardone ha ideato un modello di problem solving strategico, individuando i seguenti passaggi: definire il problema, individuare gli obiettivi, affrontare il problema in modo strategico.
Per affrontare il problema in modo strategico, si usano alcune particolari tecniche: la tecnica del come peggiorare, la tecnica dello scalatore, la tecnica dello scenario oltre il problema.
La tecnica del come peggiorare, si mette in atto quando non si ha idea da dove iniziare, provare in tal caso ad immaginare come peggiorare il problema, pensando a cosa si dovrebbe fare per rendere la situazione peggiore.
Immaginata la risposta, sarà automatico pensare di percorrere la strada opposta per trovare una soluzione.
La tecnica dello scalatore, presuppone di immaginare di aver avere risolto il problema e inizia ad andare a ritroso, immaginando il passo che si è fatto prima di arrivare in cima, quello prima ancora, tornando indietro finché non si arriverà alla ituazione attuale.
In questo modo avrà un chiaro piano d’azione da seguire per uscire dal pantano.
La tecnica dello scenario oltre il problema, consiste nell’immaginare come sarebbe la vita se si riuscisse a sbarazzarti del problema, immaginare una giornata ideale nei minimi particolari, proiettando la mente oltre il problema, per uscire dai circoli viziosi.
Il brainstorming o tempesta di cervello è una tecnica che si articola attraverso una riunione, in cui la ricerca della soluzione di un dato problema, viene affrontata attraverso la libera espressione delle proposte, per cui nessuna idea, può essere respinta o rifiutata, ogni partecipante si lasci andare alle proprie associazioni, accetta quelle degli altri, così da un’idea se ne genera un’altra, e così via, in una reazione a catena.
Il senso di appartenenza al gruppo aumenta il livello di sicurezza individuale e ogni membro si sente più protetto e difeso dall’atmosfera critica e giudicante del rapporto interumano.
Ciò porta a soluzioni diverse tra cui potere scegliere la più saggia e funzionale, favorendo lo sviluppo di un atteggiamento elastico e di apertura mentale nei confronti di un problema.