Le possibilità offerte dal 5G sono tante come molteplici sono gli ambiti di applicazione che gioveranno di tale tecnologia.
Ne abbiamo parlato con Nicola Pasquino, ordinario di “Misure per la compatibilità elettromagnetica” all’Università Federico II di Napoli. Pasquino, partiamo dalla cronaca più recente. Dopo il periodo di ostruzionismo da parte dei Comuni all’installazione delle antenne, pare che il clima sia più disteso. Si è finalmente compreso il vantaggio della tecnologia 5G o semplicemente non fa più notizia?
“Le motivazioni sono diverse. Forse è vero che il tema 5G non sia più caldo come un anno e mezzo fa dal punto divista giornalistico. Ma ci sono anche altre motivazioni. La prima è di tipo legislativo: il Decreto Semplificazioni del luglio 2020, convertito nella legge120/2020, modificando l’art. 8, comma6, della legge quadro 36 del 2001, vieta espressamente l’adozione di regolamenti comunali che impediscano in modo generalizzato l’installazione di stazioni radio base per reti di telecomunicazioni sul territorio comunale, come è vietato qualunque intervento da parte dei comuni finalizzato all’abbassamento dei limiti di esposizione sul proprio territorio. Mentre molti Comuni si sono adeguati alla nuova normativa, abrogando le ordinanze e i regolamenti contrari alla legge, so che ci sono ancora alcune centinaia di Comuni che si ostinano a mantenere la linea dura, non capendo che sarebbero certamente perdenti – come è già avvenuto – in caso di ricorso al Tar da parte dei gestori di telefonia, con indubbio aggravio sulle casse comunali.
C’è poi, certamente, anche stata da parte della popolazione la comprensione che effettivamente il 5G può portare vantaggi grazie a una maggiore conoscenza del tema, perché la paura è quasi sempre associata alla mancata conoscenza. Quando parliamo di 5Gnon dobbiamo pensare solo al campo elettromagnetico ma a tutto ciò che ruota intorno a questa nuova infrastruttura. Si sta capendo finalmente quali sono i vantaggi della costruzione di questa nuova ‘autostrada tecnologica’. C’è, per citarne uno, la possibilità di arrivare ad un servizio di telemedicina che sia realmente innovativo, con la possibilità di monitorare a distanza i parametri vitali di una persona, magari di un anziano che vive da solo e che in caso di malore non avrebbe modo di chiamare il 118. E infine, se davvero c’è una minore paura del 5G come tutti percepiamo, è forse perché si comincia a vedere l’effetto della consistente divulgazione scientifica che ha contribuito a sfatare i falsi miti, trasmettendo la corretta informazione su cosa sia il 5Gdal punto di vista elettromagnetico e a illustrare i risultati della ricerca scientifica consolidata, infondendo così fiducia nei cittadini”.
“Oltre alla già citata telemedicina, un altro esempio è l’utilizzo della realtà aumentata per visitare un museo. Oggi visitando un museo leggiamo le targhette che ci sono vicino alle opere o ci affidiamo all’audioguida che però ha un problema di fondo: siamo noi a dover seguire le indicazioni che ascoltiamo. Con la realtà aumentata, attraverso opportuni occhiali non ho bisogno che una registrazione mi dicadove guardare perché è il sistema stesso che vede dove sto guardando e può quindi dirmi quale opera sto ammirando, in che anno e da chi è stata realizzata, chi l’ha commissionata. Un altro esempio è la guida assistita delle automobili: se consento la creazione di un ecosistema in cui circolano autoveicoli connessi alla rete 5G ed esiste un servizio che monitorizza i parametri di tutte le auto, posso sapere se nella strada che sto imboccando sta arrivando una macchina in controsenso, consentendomi di evitare una manovra potenzialmente pericolosa. Qualcuno forse tirerà in ballo il diritto alla privacy ma personalmente baratto volentieri una piccola fetta di privacy se ho il vantaggio di una maggiore sicurezza. Tra l’altro, tutti abbiamo il GPS acceso quando siamo in macchina anche se non utilizziamo il navigatore satellitare; quindi, il tanto temuto ‘pedinamento’ di fatto già avviene e ne siamo tutti consapevoli. Riportiamo perciò tutto nei limiti del normale: non c’è nessuna violazione della privacy con il 5G. Un ultimo esempio: l’agricoltura. Con idroni si faranno fotografie per vedere a che stadio è la maturazione il grano senza dover andare sul campo. Il 5Gpotrà controllare automaticamente le mietitrebbie per ottimizzare la raccolta del grano. Con specifici sensori distribuiti nelle campagne si potrà vedere il grado di umidità del terreno e decidere quando innaffiare; se poi il sistema è integrato con quello delle previsioni meteo, si potrà decidere di non innaffiare se nel breve periodo è prevista pioggia, con un grande risparmio di acqua, eventualmente aggiornando la decisione qualora le previsioni si dovessero rivelare sbagliate. Non ho difficoltà a dire che tutto il settore dell’agricoltura, uno dei maggiori comparti economici del Paese, beneficerà in maniera incredibile della nuova tecnologia”.
“Se per controllo intendiamo il monitoraggio video, in realtà ciò può essere fatto già adesso attraverso le telecamere o i droni. Certo è che il 5Gconsente di installare un maggior numero di sensori e ottenere quindi una maggiore capillarità dell’azione di controllo, per di più in modo semplice perché non si dovranno stendere cavi ma basterà una connessione cellulare. Tra l’altro, mentre per le precedenti generazioni il mandato per i gestori era di fornire copertura della popolazione, con il 5G l’obbligo è la copertura del territorio, per consentire una continuità del servizio: le aree meno densamente popolate come borghi, valli, campagne e aree montane dovranno e saranno tenute in conto come le città. A me sembra un ottimo esercizio di democrazia”