ROMA – Con l’estate arriva una pioggia di rincari per cellulari e telefonia fissa. I principali operatori nazionali hanno in programma di rimodulare in negativo svariate tariffe di telefonia mobile (internet compreso) e fissa durante i mesi di giugno-luglio. Gli aumenti sono stati stimati da SosTariffe.it sulla base di quanto comunicato sui siti ufficiali dei provider italiani interessati dagli aumenti, cioè Tim, Vodafone, Tre e Wind. Alcuni consigli per difendersi dalle maggiorazioni indesiderate e recedere senza penali e costi.
Per quanto riguarda la telefonia mobile, gli aumenti sono iniziati per alcune compagnie già con l’inizio dell’estate, dal primo giugno 2019. Altri operatori invece, procederanno con gli aumenti a fine luglio.
I rincari, per le sole chiamate, oscillano da un minimo di 0,99 fino a 1,99 euro in più. A seconda dei casi, in cambio dell’aumento di prezzo, le compagnie offrono diversi benefit: si va da minuti illimitati gratis, a pacchetti di gigabyte aggiuntivi da consumare in un mese. Talvolta tuttavia, nessuna opzione è inclusa nell’aumento, che risulta pertanto solo un ‘ritocco’ unilaterale delle condizioni economiche.
I nuovi prezzi riguardano anche la connessione da rete mobile. Per navigare dal proprio smartphone o tablet serviranno da 2 a 5 euro in più al mese, a seconda dei casi. Anche per i rincari che riguardano l’internet da rete mobile gli operatori hanno in programma di ricompensare i clienti con GB aggiuntivi, fino a 30 in più al mese. Per conoscere le novità che riguardano il nostro abbonamento o tariffa ricaricabile possiamo contattare il servizio clienti della compagnia, o consultare il portale web dell’operatore. I provider sono tenuti in ogni caso a informarci con almeno 30 giorni di preavviso tramite apposito SMS.
I primi aumenti per le tariffe della telefonia fissa e per la connessione domestica hanno preso le mosse a inizio giugno e proseguiranno fino ad agosto. I rincari pensati dai provider vanno da un minimo di 0,89 euro fino a 3,99 euro mensili in più. Anche in questo caso, come per le tariffe dei cellulari, possiamo accettare passivamente le condizioni proposte se risultano per noi ancora convenienti, oppure scegliere di recedere senza ulteriori esborsi e passare a un altro operatore.
Se siamo contrari alle novità, possiamo procedere al recesso fino al giorno prima delle modifiche contrattuali. Il Codice delle comunicazioni elettroniche infatti (art. 70 comma 4), ci consente di recedere dal contratto o passare a un altro operatore senza penali né costi di disattivazione. Per avvalercene dobbiamo comunicare la nostra decisione entro il giorno prima della data di avvio della modifica contrattuale.
Mentre gli operatori si affrettano a rimodulare le tariffe di offerte ricaricabili e abbonamenti, in Senato da inizio luglio è stato presentato un disegno di legge che, in caso di approvazione da parte di entrambe le Camere, bloccherebbe i rincari indiscriminati. L’art. 70, comma 4, del Codice delle Comunicazioni elettroniche infatti oggi permette alle aziende di modificare unilateralmente quando e come vogliono gli accordi presi. Si tratta spesso di modifiche peggiorative delle condizioni di contratto, che in origine risultavano allettanti per il consumatore. Il cliente resta pertanto impotente di fronte a tali trasformazioni che creano totale incertezza circa gli impegni commerciali proposti dalle aziende. L’unica arma a disposizione del cliente resta il recesso entro 30 giorni o il cambio operatore.
Il testo punta a impedire la modifica in senso negativo delle condizioni economiche dell’offerta da parte dei provider prima di sei mesi dalla firma del contratto. Inoltre il disegno di legge impone maggiore trasparenza delle offerte e dei messaggi pubblicitari rivolti ai consumatori. Le compagnie, in caso di approvazione della legge, dovranno illustrare in modo chiaro le condizioni del contratto, esplicitando tutti i costi accessori.