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Mostra d’arte contemporanea a Segesta, Sgarbi s’infuria. Musumeci: “Va spostato in altro luogo”

L‘arte contemporanea dialoga col tempio di Segesta, ma non con il critico d’arte Vittorio Sgarbi che sulla mostra “Nella natura come nella mente” non ne vuole proprio sapere, esprimendo il suo totale disappunto, a cominciare dai social, definendola una “mostruosità”.

Sgarbi infuriato twitta: “Italia Sfregiata!”

Tra le voci del no, primo tra tutti, non poteva essere che Vittorio Sgarbi. Da twitter è partito il commento: “Mi chiedo: perché violare la sacralità di luoghi pieni di poesia e bellezza con queste mostruosità?”. Nel tweet postato qualche ora fa, Sagrbi ha taggato figure istituzionali e testate giornalistiche. E non è tardata ad arrivare la risposta del presidente della Sicilia, Nello Musumeci.

La mostra a Segesta

Organizzata da MondoMostre, in collaborazione con la Fondazione Merz, è un percorso a tappe, la ricerca di una narrazione comune tra artisti di linguaggio diverso, Mario Merz, Ignazio Mortellaro e Costas Varotsos. Il numero e la forma, il codice e la sostanza che esprime, si inseriscono in uno spazio vivo: numeri e scritture in neon blu e rosso – la sequenza di Fibonacci – si stendono sulle colonne dell’antico tempio; sculture di spirali trasparenti ed iridescenti, fatte – si penserebbe – per essere scolpite dalla luce; fusioni antiche di artisti contemporanei punteggiano lo spazio con la potenza dei riti arcaici che risuonano sulle colline.

Musumeci: “No a contaminazioni artistiche nei Parchi archeologici”

Condivido le osservazioni di Vittorio Sgarbi. La sacralità laica dei nostri Parchi archeologici non ammette contaminazioni di altre iniziative culturali, per quanto dettate da buoni propositi. Ho chiesto all’assessore Samonà di diramare un atto di indirizzo affinché i direttori dei Parchi si attengano a valutazioni omogenee. Intanto, l’allestimento artistico attualmente ospitato a Segesta va spostato in altro luogo“.

Dichiara Musumeci che annuncia così il provvedimento, già firmato dall’assessore ai Beni culturali Alberto Samonà, finalizzato “a far sì che ogni singolo allestimento di arte contemporanea da realizzarsi in aree e Parchi archeologici – scrive Samonà – venga preceduto dalla presentazione, da parte del soggetto proponente, di un dettagliato progetto espositivo da sottoporre alla preliminare autorizzazione dipartimentale”.

Samonà nì, ma condivide l’idea di allestimenti più coerenti al contesto archeologico

“Chi scrive – aggiunge Samonà – pur non essendo, in via generale, contrario a questi allestimenti, ritiene che gli stessi debbano essere sempre complementari rispetto al contesto nel quale vengono impiantati e devono agevolare la creazione di un armonico rapporto tra antico e contemporaneo, che esalti il contesto archeologico, che in nessun caso deve essere alterato ovvero subire nocumento dall’allestimento contemporaneo”.