PALERMO – Era il 1971 quando fu introdotta l’attuale livrea con corpo vettura tutto blu, scritta “Carabinieri” bianca sulle portiere e scudetto del radiomobile solo sulle portiere anteriori e, da allora, le auto in servizio dell’Arma dei Carabinieri sulle strade sono riconosciute subito. Intervengono in caso di difesa dello Stato e di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica. Il QdS ha intervistato il tenente Andrea Mastromonaco, comandante della prima sezione del Nucleo Radiomobile di Palermo.
Comandante, qual è la dotazione, in uomini e mezzi, a disposizione del Nucleo Radiomobile di Palermo?
“Il Nucleo Radiomobile di Palermo, al pari dei Nuclei Radiomobili delle altre Città metropolitane d’Italia, e mi riferisco a quello di Roma, Milano e Napoli, ha subito nel tempo delle rimodulazioni che hanno interessato non solo la forza e l’impiego del personale a esso effettivo ma anche degli interventi ordinativi che hanno avuto lo scopo principale di rendere il dispositivo di pronto intervento provinciale più snello e aderente alle dinamiche del territorio. Per quanto attiene alla forza, il Nucleo Radiomobile vede ripartito il proprio personale essenzialmente in due Sezioni: la Prima Sezione da cui dipendono tre ‘Squadre autoradio’ e la Seconda Sezione da cui dipendono due ‘Squadre autoradio’ e due ‘Squadre Motociclisti’ che assicurano il servizio di pronto intervento nelle 24 ore. Questo ci permette, in una città come Palermo, di intervenire in quei quartieri costituiti da un dedalo di piccole strade in maniera più incisiva e agile. Abbiamo inoltre un numero minimale di personale che nonostante sia addetto alle Squadre Comando, cura l’attività burocratica discendente dalla gestione degli interventi in strada, personale che, all’occorrenza, può essere chiamato a rinforzare gli equipaggi in turno, cosa che accade di frequente. Mentre gli interventi ordinativi disposti dal Comando Generale hanno avuto lo scopo principale di ricondurre le relative componenti del dispositivo di pronto intervento Provinciale, mi riferisco alla Centrale Operativa e al Nucleo Radiomobile alle dipendenze dei Gruppi di Palermo”.
Quali sono le vostre competenze territoriali?
“Giornalmente garantiamo il servizio di pronto intervento nelle 24 ore in uno dei tre settori in cui è suddivisa la città di Palermo, alternandoci con la Polizia di Stato. Si tenga conto inoltre che la ramificazione della presenza dell’Arma sul territorio si avvale della presenza delle Stazioni, una rete capillare di presidi di ascolto, accoglienza e di legalità, luoghi di rassicurazione e recepimento delle dinamiche sociali e del loro sviluppo che, nel tempo, si sono pure affermate quali preziosi e imprescindibili capisaldi per garantire il bene comune”.
Com’è coordinata la vostra attività?
“Il coordinamento dell’attività avviene mediante la Centrale Operativa, che è alle dipendenze del Comandante del Gruppo Carabinieri di Palermo. Alla Centrale Operativa, pervengono tutte le richieste dei cittadini attraverso il Nue, il numero unico di emergenza ossia il 112. L’operatore della centrale, che è costituito da personale altamente qualificato, ha a sua disposizione la visione di tutti gli equipaggi del radiomobile dislocati sul territorio, ma anche delle pattuglie delle Stazioni Carabinieri di Palermo. La prima scrematura sugli interventi è effettuata dall’operatore della Centrale Operativa che invia sul posto a seconda dei casi uno o due equipaggi fornendo poi loro continuo supporto, sia per quanto riguarda lo sviluppo sulle prime informazioni acquisite che l’invio sul posto di altre articolazioni o specificità dell’Arma dei Carabinieri, penso a personale del Nucleo Cinofili di Palermo Villagrazia, oppure al personale addetto ai rilievi, a personale del Nucleo Operativo delle due compagnie urbane”.
È iniziato il cosiddetto periodo caldo, dal punto di vista della circolazione stradale. I dati ufficiali ci raccontano che la distrazione è uno delle principali cause degli incidenti stradali. Nonostante l’alto livello di tecnologia presente nelle autovetture di ultima generazione, penso al viva-voce integrato, spesso si registrano incidenti dovuti all’utilizzo dei dispositivi per l’accesso ai social media proprio da parte di chi guida. Sulla base della vostra esperienza diretta, quando “pesa” questo atteggiamento scorretto e pericoloso negli incidenti stradali?
“In Europa i sinistri sono la prima causa di morti e d’invalidità tra i giovani. I comportamenti scorretti e gli illeciti degli utenti della strada costituiscono il 90 % delle cause di tutti i sinistri stradali le cui cause più frequenti sono riconducibili, come ha ben detto, alla distrazione dovuta anche all’uso di smartphone, al mancato rispetto della precedenza e delle regole di sicurezza, all’eccesso di velocità e all’uso di alcool e droghe”.
Quali sono gli strumenti che possiamo mettere in campo per ridurre i sinistri?
“Innanzitutto la presa di coscienza da parte di tutti gli utenti dei reali pericoli della strada, la cosiddetta educazione civica, ma anche un miglioramento della rete viaria e la prevenzione e repressione dei comportamenti scorretti e degli illeciti dei conducenti da parte delle forze di polizia”.
A proposito di prevenzione, da sempre l’Arma è attenta alle attività d’interazione diretta con le scuole, al fine di creare una generazione di guidatori responsabili. Quali sono le attività che avete in essere?
“Sicuramente a livello centrale risulta strategico l’accordo di collaborazione interistituzionale sottoscritto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, nell’ambito del “Piano Nazionale Sicurezza Stradale 2030” volto allo sviluppo di linee strategiche per il miglioramento della sicurezza stradale al fine di ridurre il numero dei decessi e dei feriti gravi sulle strade. Tra i vari obbiettivi troviamo il dimezzamento delle vittime su strada entro il 2030 per poi avvicinarsi all’obbiettivo prossimo allo zero vittime entro il 2050. L’impegno di collaborazione è per la realizzazione di specifici controlli sui comportamenti più a rischio con particolare riferimento all’eccesso di velocità, la guida in stato di ebrezza e sotto l’effetto di stupefacenti. Proprio nelle scorse settimane, nell’ambito di questo progetto, abbiamo predisposto uno specifico servizio nei pressi dell’area portuale di Palermo, e specificatamente nel week-end, in cui abbiamo utilizzato tre apparati etilometri oltre a un laboratorio mobile per accertare lo stato di alterazione alla guida dovuto all’uso di sostanze stupefacenti. Relativamente alle interazioni con le scuole, continuano gli incontri nell’ambito del protocollo d’intesa tra il Miur e l’Arma dei Carabinieri finalizzato ad accrescere nei giovani la cultura della legalità e la consapevolezza e l’importanza della sicurezza”.