Cronaca

L’agguato al Cimitero dei Rotoli a Palermo, Lupo resta in carcere ma cade l’accusa di premeditazione

Francesco Lupo resta in carcere con l’accusa di tentato omicidio per l’agguato dello scorsa domenica 22 dicembre ai danni di un dipendente della Reset, Antonino Fragali, nei pressi del cimitero dei Rotoli di Palermo.

Cade, però, l’aggravante della premeditazione.

Tentato omicidio al cimitero dei Rotoli, in carcere Francesco Lupo

Il tribunale del Riesame, presieduto da Annalisa Tesoriere, ha confermato la misura cautelare in carcere nei confronti dell’indagato per l’agguato ai danni dell’operatore Reset. Al tempo stesso, però, le autorità giudiziarie hanno accolto l’istanza dei legali di Lupo – Giovanni Castronovo ed Enzo Giambruno – ed escluso l’aggravante della premeditazione precedentemente contestata all’indagato.

Continuano le indagini

A condurre le indagini sul tentato omicidio sono gli operatori della Polizia di Stato. Sono ancora in corso le procedure investigative per identificare i due complici di Francesco Lupo, immortalati dalle telecamere presenti nella zona dove è avvenuto l’agguato ma non ancora identificati e fermati. Uno sarebbe stato alla guida dell’auto presa a noleggio e usata per la fuga.

Ancora da comprendere anche il movente: si scava nel passato di tutte le persone coinvolte per cercare di chiarire le ragioni dietro il gesto di violenza.

La ricostruzione

Francesco Lupo è accusato di tentato omicidio in concorsoporto di arma clandestina e ricettazione. Secondo una prima ricostruzione, lo scorso 22 dicembre l’indagato avrebbe raggiunto a bordo di un’auto il luogo dove si sono svolti i fatti. Poi avrebbe prima colpito la persona offesa con calci e pugni e poi l’avrebbe raggiunta con dei colpi d’arma da fuoco in diverse parti del corpo. Infine, si sarebbe dato alla fuga.

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