Siciliani nel mondo

Teresa Fiore: “La Ricerca non è solo scienza, più fondi per progetti interdisciplinari”

Dal 2011 sei titolare della cattedra in studi Italiani e Italo-americani con un focus in particolare su letteratura, musica e tematiche come l’immigrazione. Qual è l’oggetto principale della tua didattica?
“Questo sfaccettato ruolo intreccia docenza, ricerca e attività legate alla promozione della cultura italiana, che vanno da eventi pubblici, a iniziative didattiche, a stage per studenti. Continuo a privilegiare una prospettiva trans-nazionale incentrata sulla circolazione di persone, idee, prodotti nel tempo e nello spazio per capire le forme dell’italianità nell’altrove, in prospettiva interdisciplinare. L’esperienza migratoria da e verso l’Italia ha un ruolo centrale, ma anche il Made in Italy, che per definizione viaggia, e la lingua come traduzione di segni, significati e suoni vissuti fra i confini”.

Sono diversi i siciliani che sono stati ospiti alla Montclair per incontri, seminari, proiezioni di film. Spesso, sono siciliani che portano avanti un’idea di Sicilia contemporanea. Con quale criterio di solito li scegli?
“In alcuni casi, la scelta è stata voluta: la filosofia del “mangiare la Sicilia” come atto condiviso illustrata da Fabrizia Lanza, per esempio attraverso gli altari di San Giuseppe di oggi, cosí come la rinarrazione in chiave favolistica e immaginifica di vicende di mafia nel film di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia, Sicilian Ghost Story, sono occasioni per parlare di esperienze antropologiche e fatti reali, ma non in maniera nostalgica, né tantomeno a tesi. Altre volte la Sicilia è arrivata indirettamente con altri progetti, incantandoci con le voci dei Fratelli Mancuso, o all’interno di iniziative più ampie, come quella su donne e teatro, che ha portato Le Sorelle Macaluso di Emma Dante in prima nazionale, con grande risposta di critica e pubblico”.

Nelle tue lezioni, quando parli di Sicilia, quali aspetti dell’Isola ti piace portare avanti, affinchè gli studenti imparino meglio a conoscere questa cultura complessa?
“Nel corso “Gli italoamericani nel cinema,” praticamente tutti sanno dov’è Corleone, anche se magari hanno solo un’infarinatura di geografia italiana… Ma nessuno sa che Corleone è sede di un Centro anti-mafia che conserva i faldoni del maxi-processo 1986-92 e che con i suoi tour fa da contrappunto al turismo locale ispirato a Il Padrino. Questa complessità ce l’ha raccontata ultimamente Maria Rapicavoli, artista catanese, che a Corleone ha realizzato un progetto multimediale proprio per esplorare le due facce di questa storia. Nel nuovo corso “Italiano per ispanofoni” ripercorro i rapporti tra Sicilia e altre terre dell’impero spagnolo, spostando il baricentro verso le Americhe, tracciando la via del cioccolato di Modica legata al Messico, così come le similitudini tra le processioni della Settimana Santa in Sicilia e Centro America o tra certe espressioni e strutture usate in siciliano e spagnolo”.

Quali sono i gap nel mondo della ricerca che l’Italia dovrebbe colmare?
“Sarebbe utile collegare la ricerca che gli italiani fanno all’estero al sistema italiano per creare maggiore circolarità attraverso ritorni temporanei o permanenti. Inoltre, le istituzioni italiane all’estero, identificando la ricerca solamente con la scienza, escludono una comunità folta di studiosi delle scienze umanistiche e sociali, il cui apporto alla conoscenza dell’Italia è spesso molto più specifico. Fondi per progetti di natura interdisciplinare (ambiente/medicina e lettere/arte), sarebbero un nuovo motore di conoscenza del e per il Paese, sulle orme del nostro Rinascimento. E poi sostegno sistematico alla traduzione di libri, film, pièce teatrali, materiali scientifici, ecc. per far circolare ulteriormente il pensiero e la creatività italiana nel mondo”.

Sicilia, terra che parla ai sensi

Che legame hai oggi con la Sicilia?
“La vedo come una terra che, malgrè tout, non smette mai di parlare ai sensi, alla mente e all’anima in maniera unica, attraverso la sua luce e le sue ombre. E cerco di intrecciarla ad attività di studio e lavoro mentre sono qui, ma anche di viverla sempre di più con ritorni frequenti e prolungati, intessendo relazioni per progetti. A un certo punto, sarà forse ora di ritornarci con fissa dimora, e magari invertire la rotta di queste attività culturali?”
Come cambia la mappatura dell’Italia, di cui parli nel tuo ultim libro, a seguito dei nuovi processi di migrazione?
“Nel mio libro, Spazi pre-occupati, propongo una ri-mappatura del paese sulla base della sua mobilità demografica: la diaspora storica – di dimensioni enormi – l’esperienza coloniale, l’esodo recente, e il fenomeno dell’immigrazione fanno dell’Italia un laboratorio unico per ripensare il concetto di identità nazionale. Questa nuova mappa abbraccia New York e Buenos Aires, cosí come l’Etiopia e la Roma degli immigrati per annodare la condizione di dislocazione e spaesamento, ma anche di adattamento e creatività, dell’Italia fuori dall’Italia, e degli altrove in Italia. In una fase di irrigidimento e chiusura del paese, questo studio dimostra come l’immigrazione di oggi sia preoccupata dall’emigrazione in termini di esperienza umana sociale, economica e culturale. Pertanto le preoccupazioni attuali degli italiani sembrerebbero particolarmente infondate, se si conoscessero meglio la storia dell’emigrazione, nonché quella del colonialismo che ci ha portato con forza in tanti dei luoghi da cui i migranti partono senza desiderio di conquista né annessione”.

Curriculum

Teresa Fiore, nata a Palermo, vive ad Agrigento fino al diploma per poi trasferirsi a Trieste dove si laurea in Lingue, e a San Diego, in California, dove consegue un dottorato in Letteratura alla University of California. Oggi è titolare della cattedra Inserra in Italianistica e Italo-americanistica alla Montclair State University (New Jersey, Usa). È stata Visiting Professor all’Università di Harvard e NYU, e ha ricevuto fondi di ricerca Rockefeller e Fulbright. Il suo libro Pre-Occupied Spaces: Remapping Italy’s Transnational Migrations and Colonial Legacies ha ricevuto il Premio dell’American Association of Italian Studies 2017 e una menzione speciale (Premio Marraro, MLA 2018). È autrice di numerosi saggi sulle migrazioni da e verso l’Italia, pubblicati in italiano, inglese e spagnolo sia in Europa che negli USA (montclair.edu/inserra-chair).