Il Comitato Civico Patrimonio Termale di Sciacca (Agrigento) ha organizzato una Giornata Civica di Mobilitazione Popolare, giorno in cui ricorre il nono anniversario dalla chiusura delle Terme di Sciacca, “messa in atto dalla Regione il 6 Marzo del 2015”.
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“Un patrimonio termale che ha proprietà terapeutiche naturali uniche al mondo, che dovrebbe essere veicolo di ricchezza e di turismo lungo tutto l’arco dell’anno e che invece è stato abbandonato, nell’incuria e nel degrado, con i lucchetti ai cancelli” dice il Comitato.
“Mentre ovunque il termalismo sanitario e del benessere diventa risorsa preziosa, a Sciacca rimangono chiusi 2 stabilimenti termali, di cui uno in puro stile Liberty e un altro, le Terme selinuntine, risalente all’800, le grotte vaporose di San Calogero, scoperte dagli antichi greci, con caratteristiche naturalistiche e terapeutiche uniche al mondo. Un complesso di piscine di acque salsobromoiodiche, tre hotel, uno dei quali ristrutturato ed inaugurato due volte ma mai aperto, un parco con piscina termale sulfurea su cui, ancora, si investono soldi pubblici per tenerlo chiuso: solo pochi mesi fa circa 500.000 euro spesi per manutenzione straordinaria” continua.
“Alla lista si aggiungono un teatro progettato per oltre 2 mila spettatori, dopo 40 anni ancora incompiuto, e un auditorium con annesse sale convegni ed uffici. Non esiste altrove una tale concentrazione di beni pubblici non utilizzati che si traducono in occasioni perse di sviluppo, economia, benessere e occupazione, di fatto negati alla città e all’intero territorio. Soldi persi e soldi spesi male” dice, infine, il Comitato.
Ieri pomeriggio, 5 marzo 2024, a Palazzo d’Orleans si è riunito un tavolo tecnico per decidere le sorti dei due stabilimenti termali di Sciacca e Acireale.
“Il rilancio delle terme di Sciacca e Acireale è sempre stato nell’agenda del mio governo. Proprio un anno fa, incontrando il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, avevamo convenuto sulla necessità di accelerare l’iter che porterà alla loro riapertura e, oggi, dando seguito a una mia precisa volontà, espressa in più occasioni, diamo ufficialmente il via a tutte le procedure necessarie per raggiungere l’obiettivo entro la fine di questa legislatura” afferma il presidente della Regione, Renato Schifani, nel corso dell’incontro.
Una prima stima verrà eseguita tempestivamente dal Dipartimento regionale tecnico. Entro maggio si dovrebbe concludere la fase di liquidazione delle due società, con lo stanziamento di 4,3 milioni di euro previsto dalla legge regionale 25 del 21 novembre 2023, che consente di estinguere i debiti erariali e passare alla chiusura definitiva delle Spa. In quella fase, verrà deciso se i privati verranno coinvolti già dall’inizio nel recupero delle strutture o solo in un secondo momento, per la gestione e il rilancio delle due terme di Sciacca e Acireale.
Il capogruppo Pd all’Assemblea regionale siciliana, Michele Catanzaro, partecipando alla mobilitazione popolare promossa a Sciacca (Agrigento) in occasione del nono anniversario della chiusura delle terme ha commentato le dichiarazioni di Schifani.
“Sarà un caso, ma il governo regionale si ricorda di essere proprietario degli stabilimenti termali di Sciacca e Acireale e convoca tavoli tecnici proprio quando ci sono manifestazioni. Se per attirare l’attenzione del governo sulle tantissime emergenze siciliane bisogna scendere in piazza, lo faremo ogni giorno. Dopo anni di promesse non mantenute e di assenza di programmazione, prendiamo atto della volontà manifestata dal presidente Schifani, ma non possiamo non osservare che ci sembra un film già visto: anche il suo predecessore Musumeci, poco prima della marcia del 2021 da Sciacca fino alla sede della Regione, aveva sbandierato l’impegno per rilanciare il settore termale in Sicilia, ma ogni intervento si è poi rivelato pura propaganda“.
Continua il dem: “Il presidente Schifani dia adesso seguito alla volontà espressa in occasione del tavolo tecnico tenutosi nelle scorse ore alla Regione e non ripeta gli errori del suo predecessore. Convochi anche i Comuni di Sciacca e Acireale e disponga un reale cronoprogramma di azioni per dare risposte alle migliaia di persone che oggi, come pochi mesi fa con l’ospedale, a Sciacca sono scese in piazza per contestare l’immobilismo delle autorità regionali su temi di grande rilevanza sociale, culturale ed economica”.