CATANIA – È scaduto il termine per la manifestazione d’interesse sulle business unit di Blutec, che rimangono in mano ai commissari straordinari dopo un’inchiesta giudiziaria. Per il polo di Termini Imerese (PA) si profila una nuova opportunità nell’ambito dell’economia circolare, per la produzione di energie rinnovabili e componenti di auto elettriche. Ma è ancora polemica sul bando.
È del consorzio Smart City Group il progetto S.U.D. (Smart Utility District), una delle due proposte presentate ai commissari straordinari di Blutec. Il consorzio vorrebbe fare dell’impianto ex Sicilfiat di Termini Imerese un polo per la green economy.
“Il nostro progetto si chiama Smart Utility District perché parte dal presupposto del cambiamento di paradigma, data la necessità di un’economia circolare. Tutti parlano di green economy, ma al momento di metterla in atto emergono tutti i distinguo del caso – ha chiosato Giancarlo Longhi, presidente del consorzio -. Le nostre 15 imprese desiderano utilizzare il polo per produrre materia, energia e beni nel rispetto dell’ambiente. In particolare, vorrebbero trasformare Termini per produrre energie rinnovabili, gas tecnici legati al recupero del gas (attraverso le operazioni di trattamento di gas inerti), gas medicali tecnici ed energetici (metano, azoto, ossigeno), materie plastiche seconde.
Il consorzio ha presentato anche progetti per produrre mezzi di trasporto green, come biciclette, monopattini e citycar, con tutti i loro componenti per l’alimentazione elettrica”.
Le 15 aziende di Smart City Group – tra le quali si trova anche la catanese Sicilgrassi SpA, attiva nella rigenerazione di olii e grassi vegetali – hanno presentato 15 progetti complessivi per la riconversione del polo, senza dimenticarsi del recupero della manodopera disponibile: “Ogni nostro progetto e ogni nostro investimento è pensato in funzione della logica di mercato presente e della sostenibilità ambientale. Gli ex dipendenti Blutec sembrano essere altamente qualificati, crediamo di poterli reimpiegare con soddisfazione, dopo una formazione adeguata”, ha continuato Longhi.
Il presidente del consorzio – ex direttore generale di Conai, per il quale è stato promotore di un famoso progetto sperimentale sulla raccolta differenziata a Salerno e Palermo, ex amministratore delegato di una società di riconversione industriale, e con una lunga esperienza nel settore siderurgico, nonché inventore del modello “miniere urbane” presentato nel 2004 alle Nazioni Unite – ha fatto in modo che già da subito le imprese si impegnassero alla presentazione ufficiale di un business plan quanto più preciso possibile: “Per dimostrare che noi le cose non le vogliamo soltanto dire, ma fare, abbiamo stimato un investimento complessivo che va dai 170 ai 200 milioni di euro. I commissari ci hanno suggerito una equity del 25%, quindi le imprese metteranno di tasca propria circa 50 milioni di euro. Non sappiamo ancora da dove deriverà la restante somma, se da prestiti agevolati o da finanziamenti a fondo perduto, se da fondi europei o da Invitalia”, ha detto.
GLORIOSO, “IL NOSTRO BANDO TRASPARENTE”
Il dottor Giuseppe Glorioso commenta così il risultato raggiunto e il bando appena scaduto: “Dei due presentati, il progetto in questione è quello con il maggiore impatto occupazionale. Il nostro avviso offriva 30 giorni di tempo a tutti i richiedenti per avere accesso alle camere virtuali da noi disposte, dove si poteva trovare tutta la documentazione contabile e amministrativa sulle varie business unit, ottenibile dopo aver firmato il patto di riservatezza. Tutti i partecipanti avrebbero dovuto manifestare semplicemente l’interesse a investire sull’impianto scelto, senza la presentazione di un piano economico preciso. Infatti – secondo quanto stabilito dalla legge – dopo il bando si procederà al programma di amministrazione straordinaria, che deve essere approvato dal Ministero dello Sviluppo Economico, e – solo dopo – si provvederà alle aste che raccoglieranno le offerte. Il progetto SUD ha presentato un suo piano economico, nonostante in questa fase non fosse richiesto”, ha chiosato.
MECCATRONICA, IL PRESIDENTE MINEO: “BANDO IMPOSTATO MALE”
Il Distretto Meccatronica – secondo quanto dichiarato dal commissario straordinario Giuseppe Glorioso e dallo stesso presidente del Distretto, Antonello Mineo – non ha presentato alcuna richiesta di accesso alla Virtual Data Room e quindi nessuna manifestazione d’interesse, nonostante avesse pubblicamente dichiarato di voler fare del polo industriale ormai dismesso un hub tecnologico biomedicale.
“Il bando prevedeva che i commissari potessero unilateralmente accettare o meno la richiesta di accesso ai dati da parte degli utenti, a dispetto di qualsivoglia intento di presunta trasparenza. Inoltre, la manifestazione d’interesse non seguiva alcuna logica, visto che non erano presenti dei requisiti da rispettare, ha detto Mineo. Come se ciò non bastasse, ho tenuto dei colloqui informali riservati con il commissario Glorioso, dove chiedevo di poter testare i macchinari ed effettuare una campionatura, perché nessuno può essere in grado di fare un proprio piano industriale senza conoscere i tempi nei quali i macchinari riescono a produrre i prodotti che si intendono fabbricare. In quella sede ho chiesto quale fosse l’inter burocratico per eseguire la verifica e mi è stato risposto di partecipare alla manifestazione d’interesse online, che non offriva di certo quest’opportunità necessaria. Non ho invece richiesto alcun accesso alla Virtual Data Room perché ero già in possesso delle informazioni disponibili, avendo nel mio team molti ingegneri che lavoravano per Blutec”.