No profit

Terzo settore, dalla Regione siciliana i fondi per progetti inclusivi e sostenibili

PALERMO – Buona volontà, passione, generosità verso l’altro non possono bastare, e le istituzioni riconoscono il valore delle attività del terzo settore. Come ad esempio la Regione siciliana che sostiene tali fondamentali realtà di coesione e crescita sociale con contributi economici necessari per poter sostenere le spese di mantenimento, che comunque queste associazioni no profit devono affrontare.

Allo scopo, è stata approvata la graduatoria definitiva dell’avviso pubblico “per il finanziamento di iniziative e progetti di rilevanza regionale promossi da organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale per la realizzazione di attività di interesse generale di cui all’art. 5 del Codice del Terzo settore – accordo di programma 2019”. In particolare, i 36 enti inseriti in elenco hanno presentato progetti relativi all’obiettivo generale “Rendere le città e gli insediamenti umani, inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili”.

A questa linea di progettazione sono stati attribuiti fondi per un milione e 700 mila euro, con importi che vanno dai 40 ai 50 mila euro per singola associazione no profit. Tra queste, anche la Missione speranza e carità di Biagio Conte. Non solo associazione religiose: si segnala anche il Tribunale del consumatore, l’associazione italiana celachia Sicilia, e l’associazione familiari Alzheimer Palermo.

Sono stati esclusi solo sei progetti, considerati non ricevibili, in quanto non garantiscono il cofinanziamento necessario previsto dall’avviso nella quota del 20%, o hanno presentato richieste maggiori ai 50 mila euro, previsti come tetto massimo per progetto, o al contrario non rispettano il contributo minimo regionale. I fondi saranno forniti in due tranche, la prima dell’80%, con un successivo saldo del 20% del totale.

Complessivamente l’avviso prevede un finanziamento di 2 milioni e 200 mila euro, in base all’accordo di programma sottoscritto dalla Regione Siciliana il 22/04/2020, insieme al ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Il Piano operativo regionale ha poi previsto, in linea con gli obiettivi individuati dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, che i progetti e le iniziative da finanziare dovessero concorrere al raggiungimento di uno degli obiettivi generali individuati quali: “Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili” e “Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, opportunità di apprendimento permanente per tutti”.

Due linee di lavoro che viaggiano su binari paralleli, che non si escludono a vicenda, anzi, lavorano insieme. Il cosiddetto Terzo settore è un insieme di enti di carattere privato che agiscono in diversi ambiti, dall’assistenza alle persone con disabilità alla tutela dell’ambiente, dai servizi sanitari e socio-assistenziali all’animazione culturale. Spesso gestiscono servizi di welfare istituzionale e sono presenti per la tutela del bene comune e la salvaguardia dei diritti negati.

Il Terzo settore nasce dalla volontà e dalla generosità dei volontari, che ormai da decenni operano accanto alle istituzioni, ma è stato riconosciuto giuridicamente in Italia solo nel 2016, con l’avvio della riforma che ne definisce i confini e le regole di funzionamento. Per far parte del Terzo settore è necessario essere un ente privato che agisce senza scopo di lucro. Bisogna, quindi, svolgere attività di interesse generale, definite in maniera precisa dalla legge, per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale. Il riconoscimento avviene attraverso l’iscrizione al registro unico nazionale del Terzo settore.