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Test Medicina, il sì dal Consiglio Stato al ricorso 250 studenti motivato con i “fabbisogni sanitari futuri”

Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di 250 studenti che non erano stati ammessi alle Facoltà di Medicina e Chirurgia dopo il test d’ingresso sostenuto lo scorso anno.

Un numero che si aggiunge a quello dei duemila giovani che negli ultimi 5 anni hanno vinto a loro volta il ricorso. E sono così di nuovo i giudici a decidere sul diritto di studiare da medico e a picconare il numero chiuso.

Nelle motivazioni a Palazzo Spada scrivono che “tale aumento non soltanto èindice del sottodimensionamento dei posti sin qui disponibili nell’offerta formativa, ma sembra anche più aderente ai prevedibili fabbisogni sanitari futuri”.

Dal canto loro, gli avvocati del network legale di Consulcesi che hanno rappresentato i 250 ricorrenti sottolineano che la sentenza “si fonda anche sul fatto che per l’anno accademico 2019/2020 il ministero ha aumentato di 1.600 i posti disponibili”.

“Questa decisione, che arriva esattamente alla vigilia degli scorrimenti delle graduatorie, mette automaticamente in discussione anche il numero dei posti stabilito per l’anno accademico 2019/2020”, commenta Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi.

E sottolinea: “La sentenza è la conferma che il numero dei posti indicati dagli Atenei è di gran lunga inferiore alla loro effettiva capacità ricettiva e che bisogna fronteggiare la carenza dei medici in Italia”.

La notizia del buon fine dei ricorsi arriva a poche settimane delle polemiche seguite al test di Medicina che si è tenuto agli inizi di settembre.
Dagli aspiranti camici bianchi di tutta Italia infatti è arrivato il 35% di segnalazioni di irregolarità in più rispetto al 2018, una percentuale che apre la strada a nuove centinaia di ricorsi davanti alla giustizia amministrativa.
Stando alle indicazioni dei ragazzi che hanno preso parte al test e si sono rivolti a Consulcesi, durante la prova ci sarebbero stati suggerimenti e movimenti sospetti, persone che potevano uscire liberamente, membri della Commissione che parlavano con i candidati, plichi manomessi, favoritismi, identificazione degli studenti effettuata in modo non aderente alla procedura.