Sanità

Ticket, la mappa delle disuguaglianze in sanità

PALERMO – Regione che vai, ticket che trovi. Sono troppe le differenze che alimentano e rafforzano le disuguaglianze in sanità. Il gap più accentuato si osserva in materia di ticket farmaceutici. Secondo i dati contenuti all’interno de “Il monitoraggio della spesa sanitaria 2019” del ministero dell’Economia e delle finanze, in Sicilia gli assistiti non esenti sono chiamati ad una compartecipazione alla spesa nella misura pari a due euro a confezione per i farmaci equivalenti con valore massimo di 25 euro (si sale a quattro euro per i farmaci non equivalenti) e 2,50 euro per i farmaci equivalenti che costano più di 25 euro (in questo caso, si arriva a 4,50 euro per i non equivalenti).

Dal confronto con le altre regioni, possiamo affermare che in Sicilia si paga uno dei ticket più elevati in Italia. Basti pensare che in Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Marche e Sardegna la compartecipazione alla spesa farmaceutica per i non esenti è nulla. Nella Provincia autonoma di Trento si parla di un euro a ricetta. Mentre in Lombardia, Valle d’Aosta, Veneto, Liguria e Provincia autonoma di Bolzano la compartecipazione è pari a due euro a confezione, per un massimo di quattro euro a ricetta, a prescindere dal valore del prodotto e del fatto che si tratti di un farmaco equivalente o meno. In Umbria e Toscana, invece, è possibile rilevare la compartecipazione più consistente a livello nazionale (rispettivamente pari a tre e quattro euro a confezione).

Altrettante differenze si registrano anche in merito alla compartecipazione a carico degli assistiti esenti in funzione dei codici esenzione e fascia di reddito. In questo caso, in Sicilia la compartecipazione è pari ad un euro a confezione per i farmaci equivalenti fino a 25 euro (1,50 euro per i non equivalenti) e 1,50 euro per quelli di valore superiore a 25 euro (2 euro a confezione per i non equivalenti). Si conferma una compartecipazione nulla anche per gli esenti nelle regioni in cui i non esenti non pagavano il ticket. Mentre in Lombardia, Valle d’Aosta e nella Provincia autonoma di Trento ai non esenti si richiede una compartecipazione pari ad un euro a confezione. Anche in questo caso, l’ammontare compartecipato più consistente si rileva in Toscana: infatti, a seconda della classe di reddito e di esenzione si parla rispettivamente di due, tre e quattro euro a confezione.

Particolarmente diversificati appaiono anche i ticket corrisposti sulle prestazioni specialistiche. In Sicilia, ad esempio, si pagano dieci euro più un ulteriore importo pari al 10% del valore eccedente la franchigia. L’Emilia Romagna lo ha eliminato a partire dal primo gennaio 2019 per le fasce di reddito sino a 100 mila euro. Nelle Marche non lo si paga per i redditi Isee sotto i 10 mila euro. In Veneto dal primo gennaio 2020 non lo pagheranno più tutte le persone economicamente vulnerabili, con un reddito inferiore a 29 mila euro annui. In Liguria, invece, è prevista l’applicazione secca dei dieci euro. Infine, in Sardegna, Basilicata e Provincia autonoma di Bolzano non si paga nessuna quota.

In Sicilia nel 2018 la compartecipazione è costata a ciascun cittadino 41,70 euro, una quota ben inferiore ai 49,10 euro procapite rilevati mediamente a livello nazionale: tutto ciò, nonostante nell’Isola si osservi una tra le quote compartecipate più sostenute. Ciò significa che è estremamente rilevante il numero di cittadini che hanno rinunciato alle cure.