News - Cronaca

Tiziana Drago: “Servono piani d’intervento per i minori che assistono alla violenza domestica”

Si è tenuto lo scorso venerdì un dibattito in streaming organizzato dalla senatrice Tiziana Drago (in foto) dal titolo “Quale collegamento ipotizzare tra violenza assistita e violenza di genere? Analisi e proposte risolutive”. L’evento è stato trasmesso dalla pagina Facebook della senatrice e ha visto la partecipazione dei senatori Simone Pillon (Lega), Alessandra Maiorino (M5s) e della deputata Fabiola Bologna (Pp). Sono intervenuti Antonio Marziale (sociologo e presidente dell’Osservatorio sui diritti dei minori), Diego Moretti (direttore Cefam e pedagogista), Massimo Gandolfini (neochirurgo e psichiatra) e Jacopo Marzetti (Garante per l’infanzia della regione Lazio).

“Abbiamo discusso nel corso di una web conference – ha commentato la senatrice Drago – eccellentemente moderata dal giornalista Salvo Fallica, con relatori qualificati, di un tema fondamentale per il futuro del Paese. Si è trattato di un evento trasversale che ci ha dato modo di interagire, ognuno con le proprie professionalità e con i propri valori, sul fulcro della società: la famiglia. Si tratta di una battaglia, quella a sostegno della famiglia, che mi ha vista impegnata sin dalla mia elezione: ho proposto disegni di legge per far cessare l’inverno demografica, per una riforma dell’Isee e l’estensione dei benefici fiscali per molte famiglie escluse, per integrare la legge 194 con importanti correttivi. Adesso in un periodo così difficoltoso la politica deve ascoltare famiglie ed esperti per contrastare episodi di violenza, per tutelare i minori e per sostenere coloro i quali hanno assistito inermi a violenze domestiche e per prevenire tale tipo di violenza che sovente segna per tutta la vita chi l’ha subita. Per farlo occorre innanzitutto che il Governo avvii, come da me più volte richiesto, un grande piano per le famiglie, per le nuove coppie, per dare serenità e sicurezze ai nuclei famigliari”.

Antonio Marziale (sociologo e presidente dell’Osservatorio sui diritti dei minori) ha evidenziato l’importanza del confronto sul fenomeno: “Bisogna comunicare e bisogna farlo bene. Purtroppo, spesso ci si dimentica che proprio in famiglia si assistono a scene di violenza e a tensione. Dobbiamo con la cultura e l’informazione cambiare la rotta e spingere le donne vittime di violenza alla denuncia. Dobbiamo fare in modo che le iniziative politiche abbiano il massimo della divulgazione, perché riconoscere la violenza assistita è culturalmente importante”.

Massimo Gandolfini, neurochirurgo e psichiatra, ha indicato – con dati scientifici e accurati studi – l’età di formazione del bambino e della sua personalità evidenziando l’importanza del processo di identificazione del piccolo attraverso la presenza, attiva e costante, dei genitori. “Il circuito dell’accudimento comincia già nel periodo prenatale. La relazione fisica con i corpi dei genitori è per i bambini la rappresentazione della mascolinità e della femminilità. Attraverso i neuroni specchio un bambino impara il significato dell’evento che sta vivendo specialmente nei primi tre anni di vita”

Diego Moretti, pedagogista, ha evidenziato l’aumento delle violenze in famiglia specie durante il lockdown: “La violenza assistita intra-familiare vede il bambino vittima di qualsiasi forma di maltrattamento. C’è una forte connessione tra le due violenze. Le statistiche l’aumento del fenomeno. Rispetto allo stesso periodo nel 2019, oggi il numero delle chiamate al numero antiviolenza, sono aumentate del 73% e le vittime di violenza del 59%, tra queste donne anche madri. Emergono più difficilmente gli episodi di violenza da parte di donne e su uomini. Ma sono sempre di più, e sono pochi gli uomini che riescono a denunciare. Esistono diverse forme di violenze, psicologiche, che molti uomini subiscono dalle loro compagne anche di fronte ai loro figli. Non dobbiamo entrare nella logica dei maschi contro femmine, ma vorrei che i tempi fossero maturi per dire no alla violenza domestica, passare da un concetto di violenza di genere a un concetto di genere di violenza in famiglia”.

Jacopo Marzetti, Garante per l’Infanzia della Regione Lazio, ha aggiunto: “Non bisogna parlare di questi temi solo in giornate dedicate, ma sempre. Serve un dibattito aperto a tutte le forze politiche per tutelare la fascia debole, i minori. A livello legislativo sono stati fatti passi in avanti, ma è importante parlare di prevenzione. Come Regione Lazio, la prima a legiferare su bullismo e cyberbullismo, ho appoggiato la proposta di legge per la prevenzione alla conflittualità genitoriale, che è uno dei temi più drammatici del nostro periodo storico, perché se non presa in tempo, può portare a episodi dove il minore assiste a violenze. Per questo occorre iniziare da un percorso di prevenzione per evitare che si arrivi a fenomeni limite, con conflittualità estrema, anche solo verbale, che può recare grandissimi danni ai minori coinvolti”.

Simone Pillon, senatore, ha sottolineato che occorre puntare sull’educazione e sulla formazione delle coppie: “È necessaria un’opera di mediazione famigliare, perché il fenomeno della violenza non ce lo possiamo più permettere, non possiamo permettere che i bambini assistono a violenze in famiglia. Va fatta prevenzione. Cominciamo prevenendo, aiutando le coppie di fidanzati educandole al litigio in modo che si arrivi alla capacità di litigare, senza sfociare nella violenza. Insieme si può arrivare a trovare soluzioni condivise per il bene di tutti, anche perché abbiamo una responsabilità enorme verso uomini e donne ma soprattutto verso i minori che hanno il diritto di crescere in un ambiente sereno”.

Alessandra Maiorino, esponente del M5s, ha evidenziato l’aumento di violenze e femminicidi e ha richiamato la politica a un ruolo di proposta e prevenzione: “Noi vorremmo, con disegni di legge, introdurre percorsi di prevenzione e tutela prima ancora che ci siano episodi drammatici. Già ai primi segnali questi uomini violenti devono essere indirizzati in questi percorsi che già esistono, nei centri che si occupano di trattare e di accompagnare loro verso una consapevolezza. Questo è importante per il messaggio culturale, che smette di guardare a una parte sola, non solo alla donna e guarda all ‘autore della violenza, andando così alla sorgente della violenza”.

Infine, Fabiola Bologna parlamentare di Popolo Protagonista ha aggiunto: “Sono importanti in pronto soccorso dei percorsi dedicati ai bambini. Percorsi che grazie a professionalità costantemente formate ed aggiornate, medici e infermieri, possa aiutare a riconoscere le situazioni ove un minore sia stato vittima di violenza. Oltre alla formazione, bisogna anche coinvolgere la famiglia. Per quanto riguarda la parte sanitaria dobbiamo sapere curare il disturbo post traumatico da stress che è il disturbo più frequente nei bambini che subiscono violenza. Un disturbo che si possono portare per tutta la vita, e per questo si deve stare attenti sia nel diagnosticarlo precocemente che nel curarlo”.