ROMA – I problemi legati ai contratti del settore telecomunicazioni sono risaputi da tempo, resi noti da tanti clienti che si sono sentiti defraudati in diverse occasioni. Finalmente, sembra essere arrivato il momento di scoprire gli altarini. Ne sembra convinta l’Aduc, l’associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori, che plaude al recente “avvio delle indagini della Procura di Milano per l’attivazione di servizi non richiesti”; gli inquirenti si sono accorti, finalmente, “dell’esistenza di un pentolone pieno di putrido”. Per il momento riguarda aziende veicolate da Wind-Tre, ma la Procura sta estendendo le indagini, e presto toccherà anche altri fornitori di servizi nel settore, sia grandi che piccoli.
Si tratta, dice l’associazione dei consumatori, di un “problema che tutti gli utenti di telecomunicazioni conoscono da molto tempo e che in questi anni hanno continuato a denunciare alle autorità e ai loro fornitori di servizi”. Il caso è esploso perché come utente ne è stato coinvolto anche uno degli esponenti di punta della Procura milanese: “Ne prendiamo atto – dicono con sarcasmo dall’associazione dei consumatori – e non ci facciamo domande sul perché solo ora”.
Si tratta di far venire a galla come, quasi sempre ben nascosti nelle pieghe delle bollette, vengano addebitati ai clienti cifre per servizi non richiesti. Quando l’utente se ne accorge e chiede al proprio gestore il blocco, ribadisce l’Aduc, “gli viene spesso risposto negativamente e solo quando si dà da fare con diffide e anche rivolgendosi alle autorità di conciliazione, il Corecom, gli viene riconosciuta la ragione”. Va da sé che la pretesa viene scoraggiata e solo i più tenaci vanno avanti.
Per l’attivazione di servizi o profili tariffari non richiesti, oltre alla restituzione di quanto indebitamente pagato, deve essere versato dal gestore un indennizzo di 5 euro al giorno per ogni giorno di attivazione, come stabilito già dal 2012 dalla specifica Autorità (Agcom).
A “margine” di questa indagine stanno emergendo anche altre problematiche che tutti gli utenti di telefonia conoscono e denunciano alle autorità da tempo. “Una delle più noiose e invadenti sono le telefonate promozionali – dice Aduc – che vengono fatte per cercare di vendere qualcosa, anche da parte di presunti rappresentanti di gestori diversi da quello proprio”.
Telefonini e linee fisse sono prese d’assalto, anche ad orari che andrebbero evitati, da venditori che si presentano nei modi più fantasiosi per cercare di ingannare le loro vittime. E questo accade anche se, nella stipula del proprio contratto l’utente abbia evidenziato di non voler ricevere informazioni promozionali.
“Gli elenchi di questi numeri circolano a cura di aziende molto informate su tutti gli aggiornamenti e modifiche di un’utenza – sostiene Aduc – di conseguenza, possa essere suscettibile di aggressione commerciale”. La speranza dell’associazione dei consumatori è che “da questo momento in poi, le procure prestino più attenzione alle denunce che ricevono senza archiviarle come questioni “bagatellari” semplici inadempimenti contrattuali”.
Si tratta infatti di eventi più o meno importanti dal punto di vista economico che vengono segnalati a decine ogni giorno, e che messi insieme rappresentano un flusso di denaro non indifferente in uscita dalle tasche dei clienti verso il fornitore in maniera illegittima. E in molti probabilmente non si sono resi conto di stare pagando, mese per mese, per servizi non richiesti e comunque inutili per le proprie necessità.