Pezzi di Pizzo

Todo modo

C’è un giallo in Sicilia. Qualcuno è morto e nell’eremo della Giubiliana, che potrebbe rappresentare l’isola, si cerca il colpevole. Il morto è conosciuto, vinse 61-0 in una famosa disfida. Si chiama Centrodestra ed è dilaniato da faide intestine, che da coliti si son trasformate in ulcere, da diverso tempo. Oggi è defunto, nonostante falsi cerusici tentino riti arcaici per riesumarlo. Ma chi lo ha ucciso, cosa si cela dietro il mistero che può fare molte morti eccellenti?

Sciascia nel 1974 ci lascia questo capolavoro da rileggere nella cronaca di questi tempi siciliani. Spesso il mistero non c’è, la verità è davanti ai nostri occhi ma non la vediamo, rincorrendo trame oscure e moventi dei singoli. Probabilmente anche Sciascia si rifà alla Lettera Rubata di Edgar Allan Poe, ma è soprattutto nel dipinto dell’eclettico Don Gaetano, il proprietario dell’eremo, che la storia somiglia alle vicende odierne isolane. Chi è il Don Gaetano del romanzo Sciasciano oggi in Sicilia, e perché, pur conscio della sua morte continua a gestire l’eremo? C’è una sorta di cupio dissolvi che rimembra la dolce accettazione della morte di Tomasi di Lampedusa.

Il centrodestra siciliano si dividerà inevitabilmente in due tronconi alle regionali, e Palermo è solo l’antipasto di una morte annunciata. Nemmeno il potere è più un fine che giustifica lo stare insieme. In questo si annulla il titolo del romanzo di Sciascia tratto da una invocazione gesuita. ‘Todo modo por buscar la voluntad divina’. Il Dio del centrodestra è morto, e Berlusconi non sta tanto bene, i siciliani amanti di prefiche e coefore si apprestano a cantare il rito funebre, mentre gli sciacalletti si aggirano per portar via lembi di personale sopravvivenza.

Così è se vi pare.