Palermo

Torre Alba presenta un conto salato a Terrasini

TERRASINI (PA) – Per il Comune è arrivato il momento di pagare: quasi 1,6 milioni di euro vanno agli eredi proprietari di Torre Alba. In questi giorni è stato completato l’iter per la liquidazione delle somme ai quattro aventi diritto. I componenti della famiglia Fanara hanno vinto al tribunale civile un lunghissimo braccio di ferro con l’Ente locale per la rivendicazione della proprietà del sito storico-culturale. I fondi sono stati stanziati per pagare le somme di indennizzo, acquisizione, occupazione e pregiudizio non patrimoniale riconosciuto dalla Corte d’appello.

Sono passati diversi anni da quando il Comune aveva richiesto un prestito proprio per pagare l’acquisizione del bene. Era il 2019, e i fondi furono richiesti alla Cassa depositi e prestiti, a seguito della votazione all’unanimità del Consiglio comunale di questo imponente debito fuori bilancio, frutto di una sentenza della Corte d’appello del 2018, in cui, per l’appunto, il Comune terrasinese è stato condannato a pagare per l’acquisizione del bene e del terreno attorno, e per l’occupazione dei luoghi dal 2002 sino ad oggi.

La scelta di fare il mutuo nasce dalle intenzioni delle istituzioni di mantenere il controllo del bene, così come espresso in diversi Consigli comunali dell’epoca. L’amministrazione di Terrasini è costretta a pagare anche perché i privati, se ciò non avvenisse, tornerebbero in possesso dell’immobile e questo sulla base di una precedente sentenza del Tar che risale al 2013 e che imponeva sempre all’ente locale l’acquisizione oppure il rilascio.

La storia dell’occupazione di Torre Alba

La storia dell’occupazione dell’area parte ancora molto più indietro nel tempo, nello specifico nel 2002, quando il Comune terrasinese avviò la procedura per accaparrarsi il bene e addirittura andò ad abbattere due corpi di fabbrica adiacenti per realizzare quella che oggi è l’attuale villa. Nel frattempo però i proprietari hanno iniziato una lunghissima battaglia legale: in questi anni diverse sono state le sentenze del tribunale amministrativo regionale.

Per l’esattezza si sono susseguiti da allora ad oggi ben tre giudizi in cui per l’appunto la famiglia è sempre riuscita a far annullare le procedure di esproprio. Nel 2013 il Comune di Terrasini, pur di non restituire i terreni occupati in seguito ad un pronunciamento del Tar, preferì liquidare poco più di 47 mila euro. Una cifra ritenuta irrisoria dalla proprietà che, assistita dall’avvocato Calogero Di Stefano, citò nuovamente in giudizio il Comune di Terrasini che oggi, a seguito dell’ultima sentenza del febbraio 2018, dovrà invece pagare oltre un milione e mezzo di euro.

Una volta acquisito, l’intenzione è di fare un bando per l’affidamento, in modo da poter recuperare le somme, utilizzarlo in maniera adeguata e poterlo ristrutturare per farlo vivere nel suo massimo splendore, dal momento che il contenzioso ha costretto al blocco di qualunque tipo di attività all’interno dell’immobile. Valorizzare il bene, da una parte, darà lustro alla storia della città, e servirà anche a dare un senso all’oneroso investimento.

La Torre Alba, conosciuta anche come Torre di Cala rossa, è stata edificata intorno al 1589, e fa parte di un sofisticato sistema di torri costiere volto alla difesa dall’incursioni saracene, che si sviluppava lungo tutta la costa. La sua particolarità sta nella pianta quadrata piuttosto che circolare come era d’uso all’epoca. Le sue finestre si aprono su tre lati, offrendo una vista mozzafiato sulla costa.