Anziché usarli per ammodernare il panificio, con tanto di promessa di impegnarsi nella produzione di pane da farine di grani antichi, avrebbe iniziato a investire on line. Una frenetica attività di acquisto e vendita di titoli portata avanti facendo sì che ad assumersi il rischio fosse la Regione. La storia che arriva da Torrenova, centro della costa tirrenica messinese, riguarda l’ennesimo caso di uso improprio di fondi comunitari e ha come protagonista un panificatore di 70 anni. L’uomo, Cono Vittorio Germanotta il suo nome, è accusato di malversazione dai magistrati della Procura europea Geri Ferrara e Amelia Luise. Un’ipotesi che, sulla scorta delle indagini condotte dalla guardia di finanza di Sant’Agata di Militello, ha portato oggi a un sequestro di beni del valore di 320mila euro. Il provvedimento è stato disposto dal gip del tribunale di Patti Eugenio Aliquò.
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Germanotta è finito nel mirino delle Fiamme Gialle in seguito a una Sos – una segnalazione di operazioni sospette – partita dal Nucleo di polizia valutaria di Roma a ottobre scorso. L’allarme dalla Capitale è scattato nel momento in cui Intesa Sanpaolo, l’istituto bancario in cui l’uomo aveva aperto il conto della propria società Gerpan, nota “una operatività di trading titoli incongruente con l’oggetto sociale”. Sulla carta, infatti, Gerpan si sarebbe dovuta occupare soltanto di panificazione. A insospettire le autorità, tuttavia, non è stata la semplice incompatibilità tra l’oggetto sociale della ditta e gli investimenti in Borsa, quanto la consapevolezza che sui conti dell’impresa erano stati depositati 320mila euro di soldi pubblici. A erogarli, infatti, era stata in precedenza la Regione Siciliana: la Gerpan nel 2019 era stata tra i beneficiari dei contributi a fondo perduto previsti nell’ambito degli aiuti alle imprese in fase di avviamento.
La somma assegnata all’impresa di Germanotta è stata di 800mila euro, di cui 320mila come anticipo per affrontare le prime spese previste che – così come previsto dal bando – avrebbe dovuto comprendere una compartecipazione da parte del beneficiario per il 20 per cento dell’importo del progetto. Tuttavia, nel giro di poco i finanzieri hanno appurato come a quattro anni dalla concessione nulla era stato fatto: tra gennaio 2019 e ottobre 2023, la società risulta avere ricevuto soltanto 12 fatture di acquisto per un valore di poco superiore a 40mila euro, mentre nel luogo oggetto dell’investimento i militari non hanno riscontrato “nessuna azienda in attività”.
A fronte della presunta inerzia nel dare seguito al progetto finanziato, Germanotta avrebbe invece usato i fondi europei per comprare e vendere titoli. “La distrazione è avvenuta ripetutamente nell’arco temporale compreso tra il 29 marzo 2022 e il 29 settembre 2023. Venivano riscontrate 153 operazioni di acquisto titoli e 92 transazioni relative alla vendita”, si legge nel decreto che ha disposto il sequestro. E quando ad aprile dell’anno scorso, il dipartimento Attività produttive della Regione avvia l’iter di revoca del contributo a causa della mancata “rendicontazione delle spese inerenti il programma d’investimento agevolato”, Germanotta ha tentato di giustificarsi spiegando di avere avuto problemi a portare a compimento gli acquisti previsti per via della pandemia. “La giustificazione addotta dalla Gerpan – scrive il gip – era con tutta evidenza generica e pretestuosa e finalizzata a rinviare ulteriormente l’avvio della procedura di revoca, considerato l’ampio lasso temporale trascorso dalla data di erogazione dell’anticipazione e avuto anche riguardo al fatto che una buona parte delle somme oggetto di anticipazione erano state sistematicamente impiegate per eseguire trading”.
Tra i motivi a sostegno della decisione di disporre l’immediato sequestro, c’è anche una valutazione riguardante il rischio di reiterazione del reato di malversazione. “A tutt’oggi l’indagato ha nelle sue disponibilità ulteriori somme ricevute a valere sui fondi del Pnrr che ben potrebbero esser ugualmente malversate”, scrive il giudice per le indagini preliminari, rimarcando come Germanotta, dopo i contributi ottenuti nell’ambito del Po Fesr 2014-2020, sarebbe riuscito a intercettare altri fondi pubblici legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Un passaggio, questo, che potrebbe indurre i magistrati della Procura europea ad andare avanti nelle indagini.