La transizione ecologica può viaggiare anche sulle strade italiane: pavimentazioni stradali con elevate prestazioni, maggiore durata di vita, alti tassi di riciclo, riducono, infatti, il fabbisogno energetico e contribuiscono in modo significativo alla riduzione delle emissioni di gas serra e del consumo di risorse naturali.
Il Convegno “Le strade al bivio della transizione ecologica”, organizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile in collaborazione con il Green City Network e il patrocinio del Consiglio nazionale degli Ingegneri, propone un percorso in otto punti per l’elaborazione di linee guida nazionali che introducano un approccio innovativo, green e circolare alla manutenzione dei 670 mila km di pavimentazioni stradali della rete viaria nazionale, per favorire la transizione del settore verso una gestione sostenibile, contribuire a raggiungere gli obiettivi climatici del Paese e preservare il valore economico delle pavimentazioni valutato in oltre mille miliardi di euro.
“Il contributo del settore delle pavimentazioni stradali al raggiungimento degli obiettivi climatici – ha dichiarato Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – può venire da un rinnovato approccio di gestione nell’ottica di ciclo di vita della pavimentazione stessa, dalla progettazione alla scelta dei materiali, alla realizzazione dei lavori, che favorisca la circolarità delle risorse e riduca le emissioni di gas serra. Una gestione orientata al ciclo di vita consente inoltre di ottimizzare le risorse economiche degli enti e delle amministrazioni pubbliche preposte alla gestione e garantisce una maggiore sicurezza per gli utenti”.
In numeri: in termini di ciclo di vita, l’esecuzione dei lavori di manutenzione di una pavimentazione con tecnologie innovative e circolari che consentano il completo riciclo dei conglomerati bituminosi a temperature ridotte, genera un risparmio fino al 40% delle emissioni di CO2 equivalente rispetto a lavori eseguiti con i metodi a caldo tradizionalmente adottati, oltre a ridurre la pressione sul capitale naturale per la produzione di bitume e aggregati vergini.
Oggi però meno del 20% dei conglomerati posati in opera in Italia sono prodotti a basse temperature o con bitumi modificati e solo il 25% dei 9,5 milioni di tonnellate di conglomerato bituminoso da recupero generato ogni anno da operazioni di manutenzione viene riciclato per la posa in opera, contro l’82% della Germania e il 70% della Francia.
Ecco gli otto punti proposti come indirizzo per l’elaborazione di linee guida nazionali per accompagnare il settore nella transizione verso la sostenibilità:
– Riutilizzo di conglomerato bituminoso da recupero
– Efficienza energetica nella produzione e stesa dei conglomerati bituminosi;
– Tecnologie con bitumi/conglomerati modificati e polimeri da riciclo;
– Programmazione delle manutenzioni e prevenzione dei dissesti;
– I Cam strade per accompagnare la transizione;
– Adeguamento delle norme tecniche alla disponibilità di tecnologie innovative e circolari;
– Valutazioni di costo di ciclo di vita a supporto delle decisioni di spesa;
– Formazione continua e condivisione di conoscenze.
I benefici economici della gestione dei rifiuti di imballaggio da parte di Conai nel 2020 hanno raggiunto il valore di un miliardo e 274 milioni di euro. Un valore complessivo che è la somma di diverse voci come la materia recuperata grazie al riciclo, l’energia risparmiata, il valore della CO2 evitata.
Questo quanto emerge dal Rapporto di sostenibilità del Conai che, come ogni anno, quantifica le performance ambientali e sostenibili del sistema. Entrando nel dettaglio, la materia recuperata grazie al riciclo vale 381 milioni di euro; l’indotto economico generato dalla filiera è pari a 616 milioni; il valore dell’energia prodotta grazie al recupero energetico, invece, è di 22 milioni. Vi si somma il beneficio indiretto rappresentato dal valore economico della CO2 evitata. Calcolato secondo quanto definito dalla Direttiva 2009/33 del Parlamento Europeo, nel 2020 è risultato ammontare a 225 milioni di euro.
Secondo il Rapporto, inoltre, la quantità di CO2 non immessa nell’atmosfera grazie all’attività del sistema Conai: nel 2020 ha sfiorato 4 milioni e 400mila tonnellate. Il 39% delle emissioni evitate è imputabile all’avvio a riciclo di rifiuti di imballaggio in vetro, seguito da quello della carta (28%) e della plastica (19%). Un risultato che permette di guardare alla filiera del riciclo anche come attore del percorso verso la decarbonizzazione.
“I numeri del Rapporto parlano da soli: ci rendono orgogliosi, e credo facciano riflettere – commenta Luca Ruini, presidente Conai -. Il nostro Paese è secondo solo alla Germania per riciclo pro-capite dei rifiuti di imballaggio, e ha praticamente già raggiunto gli obiettivi europei di riciclo richiesti entro il 2025, anche grazie a un sistema molto efficiente e meno costoso rispetto a quelli degli altri Paesi europei”.
Un risultato significativo è quello dell’energia primaria risparmiata grazie al riciclo: quasi 24 terawattora (l’anno precedente il risparmio era stato vicino ai 23 terawattora). L’apporto principale a questo risparmio è da riconoscere al riciclo della plastica con una quota di oltre il 40%. Il riciclo del vetro è al secondo posto con il 28,8%. Quello della carta al terzo con il 20,6%.
“I dati sui benefici del riciclo dei rifiuti di imballaggio, realizzato grazie al sistema Conai, sono una dimostrazione che la transizione ecologica in Italia – ha dichiarato Edo Ronchi Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile – oltre agli obiettivi ambientali può raggiungere rilevanti risultati economici” .
Il risparmio di materia vergine, non estratta perché sostituita dalla materia ottenuta dal riciclo, è altissimo: 4 milioni e 631mila tonnellate così suddivise:. un milione e 804mila tonnellate di vetro, un milione e 233mila tonnellate di carta, 830mila tonnellate di legno, ; 470mila tonnellate di plastica, 278mila tonnellate di acciaio, 16mila tonnellate di alluminio Il Rapporto di sostenibilità 2020 aggiorna anche il numero di discariche evitate: in 23 anni il sistema Conai ha scongiurato il riempimento di 175 nuove discariche di medie dimensioni.