Ambiente

La transizione energetica come unica via per il Pianeta

PALERMO – Si è svolto a Palermo lo scorso 29 novembre, la quinta edizione del forum “Qualenergia”, organizzato da Legambiente e Kyoto Club. I temi della giornata di studio sono stati la decarbonizzazione, la riqualificazione energetica degli edifici, lo sviluppo delle comunità energetiche, l’elettrificazione dei consumi e sulla Sicilia come area idonea per le rinnovabili.

Dopo l’introduzione del presidente di Legambiente Sicilia, Tommaso Castronovo, e il saluto del presidente nazionale Stefano Ciafani, ha preso la parola Anita Astuto, responsabile energia e clima di Legambiente Sicilia, che ha introdotto il primo tema oggetto di analisi e dibattito, “La decarbonizzazione: solo una necessità o una possibilità?”. Assente, a causa di altri impegni istituzionali, l’assessore all’energia della Regione Sicilia Roberto Di Mauro. “Ieri – ha detto Anita Astuto – abbiamo presentato il nuovo ‘Rapporto Città-Clima’ centrato sul tema delle alluvioni che hanno martoriato la nostra isola. Il cambiamento climatico è sotto gli occhi di tutti e proprio per questo è il momento di agire”. “Il nostro impegno oggi – ha detto Paola Brunetto di Enel Green Power – è concentrato sulla produzione dell’idrogeno ‘verde’ che ha il vantaggio di emissioni zero di Co2 durante il ciclo produttivo”.

“Erg oggi produce energia elettrica esclusivamente da fonti rinnovabili, eolico e solare – ha dichiarato Giuseppe Consentino, responsabile delle relazioni istituzionali nazionali della società –. In Sicilia i nostri nuovi cantieri sono, in parte, già operativi come quelli di Partinico-Monreale, Camporeale, Castelvetrano-Salemi e Mineo-Militello Vizzini con l’obiettivo è passare da 200 MW a 500 MW grazie al re-powering e ai progetti di solare in iter autorizzativo. Si tratta di un investimento di 400 milioni di euro con cantieri che, a regime, occuperanno 100-150 persone”.

Decarbonizzazione

“Tutti vogliamo la decarbonizzazione – ha dichiarato Alessandro Albanese, presidente di Confindustria Sicilia – ma il punto è come arrivarci, con quali tempi, a che prezzo e capire chi ne paga i costi. I due step, 2030 e 2050, con obiettivo il 70% di decarbonizzazione nel 2030 ed emissioni zero per il 2050, ci lasciano scettici perché, se da un lato a livello europeo abbiamo raggiunto circa l’8% delle emissioni, ci scontriamo con un dato globale che riguarda altri paesi, mi riferisco ad esempio a Cina, India e Stati Uniti, che non si sono dati il medesimo obiettivo”.

La riqualificazione energetica degli edifici

È stato poi affrontato il tema della necessità di riqualificazione energetica degli edifici. “Il patrimonio edilizio di questo paese è vetusto – ha dichiarato Francesco Ferrante, vice presidente di Kyoto Club – proprio dal punto di vista energetico e di efficienza. Decarbonizzare vuol dire affrontare il tema dell’efficienza energetica, ma è necessario formalizzare norme e forme necessarie al fine di procedere”. “Lo sviluppo di questo tema permetterà di dare lavoro a giovani molto preparati – ha dichiarato Massimiliano Miconi di Ance – che hanno una nuova visione della società e dell’edilizia, distrutta da una cultura criminosa, che necessita di un approccio anche filosofico diverso, in modo sano e moderno”. Alessandra Bonfanti, responsabile piccoli comuni di Legambiente, ha coordinato il panel riguardante lo sviluppo delle comunità energetiche e ha introdotto indicando come si tratti “di una grande opportunità che, proprio in questi giorni, sembra avviarsi verso una fattiva realizzazione visto lo sblocco, in Europa, del decreto del Governo relativo alle comunità energetiche che contiene un aumento della quota a fondo perduto per i territori che decidono di affrontare questa sfida”.

Nella sessione pomeridiana Vanessa Romano, direttrice di Legambiente Sicilia ha affrontato i temi della elettrificazione, mobilità e climatizzazione. “La decarbonizzazione dei consumi – ha spiegato Eleonora Riva Sanseverino, esperta del Ministero Università e Ricerca – passa anche attraverso il cambiamento dei nostri comportamenti che prevede anche innovazione sociale. È l’uso responsabile dell’energia, che fa la differenza e l’esigenza è quella di far in modo che le persone adottino le tecnologie e le accettino”. Tra i partecipanti Annalisa Boni, Tommaso Ferrari e Maurizio Carta, rispettivamente assessori del Comune di Bologna, Verona e Palermo oltre a Edoardo Zanchini, direttore dell’ufficio clima del Comune di Roma. “A Bologna – ha detto l’assessora Boni – si è costruito un processo sistemico, non settoriale, integrando le varie politiche e relativi interventi. La nostra strategia principale è quella di utilizzare energia a chilometro zero, soprattutto con pannelli solari installati non solo su edifici ma anche nei grandi parcheggi, nelle zone dismesse. Stiamo puntando molto sull’agro-voltaico al fine di poter realizzare, nel breve termine, comunità energetiche in grado di collettivizzare l’energia”.

“Come Città di Verona – ha detto l’assessore Ferrari – nel prossimo anno daremo il via a un processo partecipativo in un quartiere campione per la realizzazione di una comunità energetica urbana. L’altro obiettivo dell’amministrazione è quello di rendere autonome dal punto di vista energetico tutte le strutture comunali”. “Palermo – ha indicato l’assessore Carta – è la città che si trova nelle migliori condizioni ambientali per effettuare la transizione energetica ma, purtroppo, è una città infelicemente ‘fossile’ nella sua completezza perché ancorata a una visione novecentesca di vita, di comportamento e di mobilità. È necessario ripensare complessivamente il modo in cui viviamo, usiamo e ci muoviamo nella città”. “Palermo e Roma sono accumunati da un pessima fama – ha detto Zanchini – ma, solo grazie all’innovazione tecnologica, a Roma tra il 2003 e il 2019 c’è stata una riduzione del 35% delle emissioni. Il 55% delle nostre emissioni proviene da edifici ed è qui che è necessario intervenire grazie alle nuove tecnologie disponibili. I nuovi progetti di mobilità urbana prevedono solo mezzi ad alimentazione elettrica”. “La mobilità elettrica è parte della soluzione – ha detto Andrea Poggio, responsabile nazionale mobilità di Legambiente – non del problema. Servono però interventi più incisivi, più diretti anche all’uso facilitato dei trasporti urbani che, per primi, dovrebbero essere elettrificati”.

Sono state poi presentate due startup

La prima è la Lualtek di Comiso, in provincia di Ragusa, che ha presentato il suo progetto di controllo da remoto utilizzabile in agricoltura in grado di gestire da remoto risorse idriche ed elettriche al fine di migliorare la produttività delle aziende agricole. La seconda è Originy, una società Benefit di Caltagirone, in provincia di Catania, che ha lo scopo sociale di diffondere tecnologie per la valorizzazione della CO2 nell’ottica dell’economia circolare attraverso la produzione di microalghe e l’estrazione di composti ad alto valore aggiunto. Infine, in chiusura della lunga giornata di confronto, Gianfranco Zanna, del direttivo di Legambiente Sicilia, ha coordinato il panel sul tema “La Sicilia, dalla terra al mare: area idonea alle rinnovabili”. “L’obiettivo, al 2030 assegnato alla Regione Siciliana – ha dichiarato Calogero Giuseppe Burgio, dirigente generale del Dipartimento Energia della regione Siciliana – è quello di incrementare la potenza installata al 31 dicembre 2021 di 10,38 GW. A oggi abbiamo rilasciato autorizzazioni per 5 GW che sono state in via di realizzazione. Dobbiamo mettere in condizione chi ha ottenuto l’autorizzazione di poter mettere in posa e ‘accendere’ gli impianti in tempi brevi, nel rispetto della necessità impellente di promuovere la realizzazione degli impianti rinnovabili”.

Sono intervenuti inoltre Giacomo Anselmo esperto ambientale di RWE, Tommaso Maroni di Sorgenia, Fabio D’Alessandro di Edison, Roberto Pierantoni di EDP Renewables, Stefano Cazzola di Engie Italia, Emilio Sani di Italia Solare e Carlo Gargano di Renantisc che hanno illustrato i progetti delle loro società in Sicilia. Ignazio Alberghina del Comune di Ragusa ha presentato i progetti in essere che tengono conto sia della necessità del processo di decarbonizzazione sia dell’impatto ambientale e naturalistico in un territorio patrimonio dell’Unesco.

Rosario Marchese Ragona, presidente di Confagricoltura Sicilia, nel ribadire la disponibilità della categoria per la realizzazione dell’agro-voltaico, ha messo in evidenza la necessità di poter lavorare in sinergia con tutti gli attori degli enti pubblici, compresi quelli locali. In chiusura, la responsabile di Legambiente Katiuscia Eroe, ha sottolineato che “le normative debbono essere adeguate alla sfida” e ha ricordato che “l’obiettivo dei prossimi anni è quello di incrementare di 14GW ogni anno e per questo servono politiche nazionali adeguate” e ha criticato le ultime scelte nazionali riguardanti l’avvio di iniziative che riguardano l’ampliamento di strutture relative al fossile. “Ascolto e partecipazione – ha ribadito Eroe – sono elementi fondamentali per far capire ai cittadini i vantaggi diretti che i territori possono trarre da queste scelte. Ci auguriamo inoltre che la mappa delle aree non idonee non riservi brutte sorprese”.