Inchiesta

Transizione energetica col freno a mano tirato. Oltre 700 progetti in attesa di “Via” Statale

ROMA – La transizione ecologica dell’Italia avanza ma con un passo troppo lento rispetto alle urgenze che riguardano il clima, l’indipendenza energetica del Paese e, non ultimo, le tasche dei cittadini. Secondo il rapporto pubblicato lo scorso giovedì dal Gse, il Gestore dei servizi energetici, al 30 settembre 2022, risultano in procedura di Via statale 138 progetti relativi a impianti eolici che permetterebbero di produrre una potenza di circa 18 GW e altri 590 per il fotovoltaico, capaci di generare la bellezza di quasi 25 GW.

Si tratta soltanto dei progetti “nazionali”, cioè quelli per cui serve un’autorizzazione da parte del Mite. Il Dl Semplificazioni 77/2021 ha infatti previsto che gli impianti fotovoltaici di potenza superiore a 10 MW siano assoggettati a Via di competenza statale (a cura della Commissione tecnica Pnrr-Pniec), cosa che già accadeva per gli impianti eolici on-shore di potenza superiore a 30 MW e per quelli off-shore. I progetti di taglia più piccola, invece, sono di competenza delle Regioni.

Considerando soltanto le istanze in ballo al Ministero della transizione ecologica, ora ribattezzato Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, c’è un’energia enorme che aspetta di essere “liberata” e che ci farebbe avvicinare considerevolmente ai target di neutralità climatica previsti per il 2030 (oltre 80 GW da installare entro tale soglia secondo quanto stimato da Elettricità futura, associazione confindustriale che rappresenta il 70% del mercato elettrico; 70 GW secondo previsioni governative). Sulla carta, si capisce. Perché tra il “presentare” e il “realizzare” c’è di mezzo una lunga trafila di autorizzazioni e procedure farraginose che vedono coinvolti un nutrito gruppo di enti, “una cinquantina” come ci raccontò in una recente inchiesta il presidente della Commissione siciliana… CONTINUA LA LETTURA. QUESTO CONTENUTO È RISERVATO AGLI ABBONATI

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