TRAPANI – La bella stagione è ormai alle spalle, con l’autunno arrivano gli incontri del Fondo Ambiente Italiano, alla scoperta di angoli nascosti e pieni di storia.
L’edizione 2020 d’Autunno, che si proroga fino al 25 ottobre, è dedicata alla fondatrice del Fai, Giulia Maria Crespi, scomparsa lo scorso luglio. Anche a Trapani il Fai è da anni un ‘narratore’ attento: quest’anno si apriranno le porte di Erice, una città che vanta 2500 anni di storia attraverso la lettura delle mura elimo-puniche, mentre gli alunni dell’Istituto “Ignazio e Vincenzo Florio” parleranno di storia e mito, di dominazioni e di battaglie, di alfabeto punico e di leggende, il tutto con l’osservazione di stratificazioni e incisioni.
A Marsala, invece, sarà possibile visitare il Complesso monumentale di S. Maria della Grotta: in epoca punica e poi romana faceva parte della vasta necropoli di Lilibeo, che tra la fine del II e il III sec. d.C. fu riconvertita in latomia e in epoca paleocristiana in area catacombale.
La scoperta di alcune lucerne con la raffigurazione del candelabro a sette bracci (menorah) attesta che il cimitero venne utilizzato da una comunità mista, cristiana e giudaica. Dopo la conquista normanna, le cavità sotterranee assunsero la funzione di cenobio per monaci basiliani di rito greco. Nel 1097 fu istituita a Marsala la prima abbazia denominata “Santa Maria della Grotta” in quanto sotterranea. Oggi, nonostante lo stato di grave incuria in cui versa, resta una preziosa testimonianza del patrimonio artistico, storico e archeologico della città.
Sempre in Provincia di Trapani, il Gruppo Fai Alcamo si occuperà del Monte Bonifato: un sito archeologico risalente all’età del ferro, aperto al pubblico dal 2015. Gli scavi, finanziati dall’ex Provincia Regionale di Trapani, hanno portato alla luce un quartiere urbano periferico, in cui viene confermata la presenza dell’uomo dall’VIII secolo a.C. fino al XIII secolo d.C. Il quartiere urbano di epoca medievale (XIII secolo d.C.) attesta l’ultima presenza di insediamento continuativo, arrivando al 1396, anno in cui avviene l’abbandono del sito medievale sul monte, dopo il restauro del Castello dei Ventimiglia.
In seguito a questi scavi sono venuti fuori otto edifici ed è stata scoperta una cinta muraria di contenimento lunga circa 20 metri.
Curiosità indirizzata alla scoperta di una Sicilia antica e piena di storia, in cui si racconta di uomini illustri ma anche di umili lavoratori che hanno saputo tramandare tradizioni, dialetti e luoghi antichissimi.