TRAPANI – La destra s’è desta, oppure la spara grossa? Nella sua agenda c’è una petizione popolare – on line e con le firme nei banchetti – con un obiettivo dichiarato: “Sfiduciamo il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida”. Messaggio forte e chiaro che però deve fare i conti con i tempi e con la politica. I tempi dicono che la mozione deve essere presentata entro dicembre, ma in primavera si vota e di conseguenza non ci sarebbero elezioni anticipate anche se riuscisse ad ottenere il via libera di Palazzo Cavarretta.
I giovani di FdI, l’iniziativa porta il loro sigillo, puntano tuttavia a raccogliere le firme ed a consegnarle ai consiglieri comunali per presentare la sfiducia. C’è poi la politica a dire che l’opposizione d’aula stenterebbe non poco a trovare i numeri (10 firme) per poterla protocollare. Missione quasi impossibile, anzi, impossibile, quella di approvarla. Ed allora? Ci pensa il portavoce di Gioventù Nazionale Michele Ritondo a mettere le cose in ordine: “Solo i cittadini trapanesi potranno dare peso alla nostra proposta. Il nostro è un atto politico provocatorio che intende raggiungere due obiettivi. Il primo è di mostrare ai cittadini che l’attuale sindaco ha un vero e proprio metodo tanto comunicativo ma scarsamente amministrativo. L’altro è di sollecitare i consiglieri comunali a non continuare a farsi schiacciare dalla sua propaganda”. Ritondo rincara la dose: “In occasione degli inaccettabili allagamenti – l’acqua è ristagnata per ore e solo con l’intervento dei Vigili del Fuoco è stato possibile liberare la città -, riscoprendosi climatologo ha messo in scena un teatrino degno di lode. Non c’è nessun risarcimento danni in corso! I moduli servono ad una loro ricognizione. Non solo altro che un’autocertificazione del cittadino e dell’azienda che comunica i danni subiti e per di più i cittadini non possono neanche comunicare quelli ingentissimi alle automobili. L’escussione delle auto dei privati non la conferma nessuno, né gli uffici preposti alla presentazione dei moduli, né tantomeno lo staff del sindaco”.
Per la destra questo è il metodo Tranchida che va denunciato e battuto. Ritondo prova anche a superare l’ostacolo tempo: “Non troviamo altra via percorribile se non quella della mozione di sfiducia. Le elezioni sono sempre più vicine”. Ma per vincerle serve un’alternativa – la maggioranza di Tranchida è granitica e la sua macchina elettorale ha già scaldato i motori puntando al bis – e l’alternativa ancora non c’è. Il portavoce di GN ne è consapevole ma è anche pronto a rilanciare: “Mancano otto mesi ed è tempo di costruire un progetto politico da contrapporre al civismo, scarso, sfruttato dalla compagine tranchidiana”.
Ritondo garantisce: “Parteciperemo attivamente al dibattito pubblico senza sconti, proponendo e criticando anche l’operato dei nostri senior, se fosse necessario. Vigileremo sulle scelte politiche, interverremo nei confronti e sosterremo l’alternativa migliore per tutti i trapanesi che non voteranno mai più Tranchida”. Ma la sfida della mozione di sfiducia non è soltanto appannaggio della destra. Ha deciso di lanciarla pure il Movimento Cinque Stelle. Le consigliere Francesca Trapani e Chiara Cavallino l’hanno annunciata alla stampa indicando la strada che intendono seguire: “La mozione poggia su diversi punti di criticità che ha vissuto in questi anni la città di Trapani con la cattiva gestione della cosa pubblica e il mancato rispetto istituzionale di cui è protagonista questo sindaco. Giacomo Tranchida, ormai da troppo tempo, mostra assenza di dialogo e confronto democratico con l’organismo consiliare, glissando nei fatti la possibilità di un percorso condiviso che possa, con atti deliberativi e strumenti propri dell’assemblea, affrontare e risolvere definitivamente importanti problemi della città”.
La strategia pentastellata è di fare arrivare in aula la mozione: “Ai fini della sua presentazione occorrono, ai sensi del regolamento, 10 firme. Chiediamo pertanto ai colleghi consiglieri di apporre la propria firma affinché l’aula possa esprimersi in merito alla sfiducia nei confronti dell’amministrazione comunale in carica, ovvero condivida con noi lo spirito di questo segnale politico che non è più tempo di rimandare, assumendosi in caso contrario la responsabilità di continuare ad avallare l’operato del sindaco Tranchida ed il mancato rispetto istituzionale che invece merita l’organismo di pianificazione e controllo”.
Quella di Trapani rimane comunque una matassa aggrovigliata. Una partita a tre tempi. Il primo c’è già stato, prima con il voto ad Erice e poi con le Regionali. In questi due casi ha vinto Tranchida, confermando la fedelissima Daniela Toscano ed ora portando all’Ars il fedelissimo Dario Safina.
Il gioco della sfiducia è il secondo tempo ancora tutto da giocare che va ad allinearsi al terzo, rappresentato dalle elezioni nel Comune “scissionista” di Misiliscemi, definito da 8 ex frazioni del capoluogo. Si vota il prossimo 13 novembre e lì ci sarà il candidato tranchidiano. La coalizione ha scelto il medico del lavoro Giuseppe Peralta. Gli altri puntano su Salvatore Tallarita, in attesa di sapere se ci sarà anche una terza candidatura.