Cronaca

Trapani, sequestro beni per 12 milioni a imprenditore edile

La Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito un decreto di sequestro emesso del Tribunale di Trapani su proposta del Direttore della Dia nei confronti di un imprenditore di Vita, provincia di Trapani, attivo nel settore dei lavori edili e della produzione e commercializzazione di calcestruzzo, attualmente agli arresti  domiciliari a seguito dell’operazione “Phimes” del 2020.

L’attività ha svelato l’esistenza di un patto corruttivo con un ispettore della Polizia Municipale di Calatafimi Segesta che utilizzava indebitamente  gli strumenti in suo possesso per agevolare l’attività economica e incentivare gli introiti delle società riconducibili all’imprenditore.

La pericolosità sociale dell’uomo emerge dal legame che avrebbe, secondo gli investigatori, con Leonardo Crimi, capoclan dell’omonima famiglia mafiosa, dal quale avrebbe ottenuto sia le risorse finanziarie per avviare e alimentare le proprie aziende che la ‘copertura’ mafiosa per espandersi sul mercato, imponendosi negli affari legati alla realizzazione delle grandi opere pubbliche a danno delle imprese concorrenti, alterando il corretto funzionamento del libero mercato e violando le regole della leale concorrenza.

L’organizzazione ha, dal canto suo, ricavato una serie di vantaggi, accrescendo la propria capacità di penetrazione e controllo delle attività economiche nel territorio di riferimento, ottenendo non solo denaro ma anche possibilità di lavoro per imprese e persone appartenenti all’organizzazione criminale.

Inoltre, più collaboratori di giustizia hanno riconosciuto l’imprenditore trapanese quale portatore degli interessi delle cosche mafiose siciliane nel contesto criminale dei piccoli centri rurali di Calatafimi, Vita e Salemi.

Il sequestro ha interessato 6 società operanti nel settore edile, produzione di calcestruzzo, noleggio di macchine e attrezzature per lavori edili e quella che gestisce l’intera area parcheggio e servizi, posti nella nota località turistica del Parco Archeologico di Segesta, 17 rapporti bancari, 128 beni immobili e terreni, nonché 27 automezzi per un valore complessivo stimato di oltre 12 milioni di euro.