TRAPANI – Simboli che si fanno sostanza. Quello della lotta alla mafia. Un immobile che era di Cosa Nostra, un presidio di potere, strumento di un sistema di violenza e di prevaricazione che è passato alla società e che andrà ai più deboli, ai più indifesi, “soggetti minori ed adulti con disabilità psichica”, si legge in uno degli atti del Comune di Trapani. Ma anche simbolo di un’affermazione di cambiamento, di autodeterminazione.
Perché l’immobile di Via Fratelli Pace, in quel di Marausa, potrà essere, a breve, un tassello di una nuova realtà istituzionale, di un nuovo Comune: Misiliscemi. Alla ripresa dell’attività dell’Assemblea regionale siciliana, uno dei primi punti all’ordine del giorno sarà infatti la nascita di questo nuovo Comune.
Ma anche simbolo di un progetto che, nonostante tutto, l’Amministrazione del sindaco Giacomo Tranchida ha deciso di portare avanti: “Uno spazio aggregativo polivalente per lo svolgimento di funzioni socio-educative e ludico-ricreative”.
Un progetto che nasce da un indirizzo politico che la giunta ha voluto sottolineare con un atto deliberativo, puntando a “promuovere iniziative dirette alla diffusione della cultura della legalità e della cittadinanza attiva ed incentivando la creazione di reti associative e di luoghi d’aggregazione finalizzati al contrasto dell’emarginazione sociale”.
Anche se Marausa rischia di non essere più “trapanese”. Non è una corsa contro il tempo. O un tentativo per rimediare all’accusa che arriva anche da questo territorio – assieme agli altri sette: Fontanasalsa, Guarrato, Locogrande, Palma, Pietretagliate, Rilievo e Salingrande -, “ci avete lasciati da soli”.
È una soluzione, comunque vada. Con o senza la scissione, che è nelle mani dell’Ars. Ed il Comune è così andato avanti senza remore. Ha pubblicato un avviso pubblico per la concessione a titolo gratuito del bene confiscato. Ed è stato un avviso fruttuoso perché sono arrivate cinque richieste.
Associazioni ed enti no profit – “Le Luci del Dopo di Noi”, “Anteo”, “Solidal-Mente”, “Sos Autismo onlus” e “Badia Grande” – con le rispettive proposte. Il Comune ha valutato requisiti ed iniziative in cantiere ed ha deciso di non escludere nessuno. Dentro, dunque, tutte e cinque. Con un programma condiviso, un calendario per utilizzare i locali, con orari definiti e relative attività. Una convenzione per mettere tutti d’accordo e patti chiari fin dall’inizio.
All’Amministrazione comunale il compito di gestire la manutenzione straordinaria ed ordinaria dell’immobile. Alle associazioni e gli enti l’impegno a coordinare i loro progetti. Un accordo triennale – che non si è dunque fatto condizionare dall’imminente voto all’Ars sul Comune di Misiliscemi – per “ridurre il carico familiare e per integrare e socializzare”.
Ma soprattutto per evitare la marginalizzazione di chi deve confrontarsi con la disabilità psichica. Il lavoro delle associazioni e degli enti dovrà essere motivato con una relazione semestrale ed un loro comitato di rappresentanza sarà l’interlocutore del Comune.