Trapani

Trapani, Papania fa il “sardo” per rilanciare la Sicilia

Si presenta così: “Ho fatto e disfatto castelli, ho avuto successi e mangiato polvere, ho fatto cose buone ed ho commesso imperdonabili errori per i quali chiedo comunque scusa. Sono qui, vivo, serenamente inquieto. Colmo i solchi, non amo le tracce”.

Il post su Facebook è firmato Nino Papania. Potente, potentissimo in un Pd che dava del tu al potere. Poi le vicende giudiziarie, in buona parte risolte, alcune da chiarire. Anche la solitudine, che cade su un ex potente: deputato e assessore regionale, senatore della Repubblica, big di partito. Il silenzio, per capire e per recuperare le energie. E la voglia di esserci. Di tornare ad esserci. Per fare politica. Con un nuovo progetto. Con Via, che sta per valori, impegno ed azione. Con una leadership sul territorio trapanese che è segnata dalle adesioni: oltre 60 tra amministratori e consiglieri comunali. Che è segnata dalle vittorie, come quella di Marsala.

Tre liste di riferimento a sostegno della straripante affermazione del neo sindaco Massimo Grillo. Un progetto che parla trapanese, ma con l’ambizione di avere una dimensione regionale e nazionale. Che il suo braccio destro e coordinatore provinciale Angelo Rocca tratteggia nei suoi confini politici: “Un’area popolare, autonomista, cattolica, democratica e riformista”. Da costruire con una rete di alleanze nei territori. Papania aggiunge un altro tassello per sciogliere il nodo di un autonomismo, vecchio e nuovo, che ha segnato più fallimenti che risultati positivi. Pensa ad un’altra isola, la Sardegna. E ad un modello di partito che può ancora fare scuola e soprattutto essere utile anche in Sicilia.

Perché il Partito Sardo d’Azione può essere un modello politico utile e valido anche per la Sicilia?
“I modelli in politica tendono ad evolversi o ad adattarsi alle contingenze ed alle esigenze territoriali. Il Partito Sardo d’Azione ha un grande orgoglio per la sua terra, che si pregia non solo di rappresentare ma soprattutto di tutelare. Noi del Movimento Via siamo certi di essere sulla buona strada. Abbiamo idee chiare e capacità di esserci sui territori, ascoltiamo le istanze, che non sempre significa risolvere le criticità, perché poi ci si scontra con una serie di ostacoli, in primis la burocrazia. Ma ci pregiamo di essere ascoltatori validi ed osservatori di una politica che deve essere declinata nella concretezza dei fatti”.

Chi sono gli amici di Via e chi sono invece gli avversari?
“La società, e direi anche il mondo politico, non si divide in buoni e cattivi, in amici e nemici. Via ha tracciato un percorso in un momento difficile, che ancora ora affligge il nostro Paese. Si è sentita l’esigenza di esserci e di creare un movimento che sia laboratorio delle idee. Molti sono gli amministratori, i simpatizzanti, i liberi cittadini che si sono avvicinati. Le dirò, c’è dialogo anche con molti tesserati di altri partiti, non certo per una transizione, ma per una collaborazione. La politica non deve costruire steccati entro cui agire, la sinergia è elemento di crescita per la collettività. Chi ragiona ancora con questi schemi mentali ha già perso la sua battaglia e non potrà dirsi al servizio del territorio”.

Il progetto di una lista civica regionale potrebbe portare anche ad una candidatura alla presidenza della Regione espressione di questo progetto?
“è presto per dirlo, guardiamo con attenzione a quello che accade a livello regionale senza dubbio. Noi faremo la nostra parte e ci saremo con l’espressione di nostri candidati. Oggi parlare di presidenti e di un futuro esecutivo è fuori luogo. La politica si costruisce sui progetti e non sulle persone”.

Arriveranno i soldi dell’Europa per superare l’emergenza virus. Ma chi farà i progetti? C’è il rischio di perdere l’ultimo treno per lo sviluppo?
“Il vero dramma della Sicilia è quello spesso di non avere adeguata preparazione, tradotto in capitale umano, per la creazione di progetti che poi devono essere esecutivi per ottenere i finanziamenti. La nostra regione, inutile negarlo, è indietro per quanto attiene alle infrastrutture, ma non è certo addebitale all’attuale governo. C’è ancora molto da fare, programmare è un’arma infallibile per chi vuole determinare la crescita della Sicilia”.

Ad Alcamo, la sua città, si vota tra qualche mese. Che farà?
“Siamo pronti, stiamo lavorando ad un progetto che vede coinvolti tanti cittadini. Abbiamo tenuto già la prima assemblea e stilato le linee programmatiche di una nuova Alcamo che vorremmo vedere tornare a risorgere. Il Movimento Via ci sarà e sarà determinante”.