Trapani

Trapani, il ruolo da “pontiere” del Psi di Nino Oddo

TRAPANI – Sarà un lavoraccio ma qualcuno dovrà comunque farlo. Unire i progressisti e metterli in sintonia con i moderati ed i centristi che contestano e criticano il governo del forzista Schifani.

Il Psi sa che la missione è difficile ma rimane l’unica per vincere al prossimo rinnovo dell’Ars. Il suo segretario regionale – e vice segretario nazionale – Nino Oddo è pronto a vestire i panni del pontiere. Sa di poterlo fare, con la sola eccezione del suo territorio, quello trapanese, dove non ci si divide tra centrosinistra e centrodestra ma tra tranchidiani e amici dei tranchidiani e anti-tranchidiani. Giacomo Tranchida ha la tessera del Pd. Oddo è un suo avversario storico. Le questioni territoriali non fiaccano tuttavia la linea socialista che porta all’alleanza con Cateno De Luca ed il suo Sud chiama Nord. L’area progressista non potrà fare a meno del sindaco di Taormina. Il segretario Oddo delinea la strategia per ancorare De Luca al progetto progressista. Ma vincere in Sicilia è anche una questione di priorità. Il dirigente socialista ne mette tre in fila indicando le soluzioni. Un primo contributo alla coalizione che sarà e che verrà e al programma che dovrà essere definito e presentato ai siciliani. Oddo rilancia poi sulle Province. Punta all’elezione diretta del presidente e del Consiglio e rimanda alla legge Delrio.

Dopo le Europee il fronte largo siciliano è più debole? De Luca potrebbe rompere se non sarà lui il candidato presidente?
“De Luca, alle Europee, ha avuto un risultato inferiore alle sue aspettative, ma rimane un partner imprescindibile per il centrosinistra siciliano. Credo che tutti, lui compreso, abbiano la consapevolezza che non sia possibile replicare il suicidio collettivo delle ultime regionali. Confido che attraverso le primarie individueremo un candidato governatore accettato da tutti”.

Il Psi ha puntato sull’alleanza con De Luca. Rischiate di rimanere con il cerino in mano?
“Con Cateno c’è un rapporto umano forte che parte dalle comuni esperienze parlamentari e dalla comune condivisione dell’analisi sul fallimento del governo Schifani. Poi lui ha il suo movimento e noi socialisti il nostro partito. Abbiamo fatto da ponte fra lui e il resto delle opposizioni. è un ruolo politicamente importante che continueremo a perseguire”.

Se dovesse indicare le prime tre emergenze dell’Isola e le rispettive soluzioni a quali farebbe riferimento?
“Rifiuti, sanità e trasporti. Per quanto riguarda rifiuti, andavano fatti i rigassificatori già nel 2006. Oggi temo che quel modello sia obsoleto, ma tremo all’ipotesi di una revisione dei progetti. In Sicilia, in genere, significa rimettere definitivamente nel cassetto la cosa. Per quanto riguarda invece la sanità andrebbe ridisegnata la mappa dei nosocomi, troppe parcellizzazioni dei presidi ospedalieri, che presentano ormai organici assolutamente ingestibili. Avremo una carenza di personale paurosa nei prossimi anni. Troppi gli errori di programmazione fatti in passato. Poi ci sono i trasporti. è una vergogna che ogni anno riproponiamo ai turisti, autostrade come mulattiere, strade provinciali prive di manutenzione da decenni, treni del secolo scorso. Il mare e le vestigia storiche non bastano, occorrono infrastrutture almeno dignitose”.

Le ex Province rimangono al palo. Meglio le elezioni di secondo grado?
“No. Va fatta la legge nazionale per superare definitivamente le norme della Delrio e e va recepita in Sicilia. E in primavera possibilmente dare la parola agli elettori”.

In provincia di Trapani c’è una leadership politica consolidata che fa riferimento al sindaco di Trapani Giacomo Tranchida e all’onorevole dem Dario Safina? Leadership che va oltre i confini delle coalizioni di centrodestra e centrosinistra?
“è una leadership limitata al Pd e alla zona Trapani/Erice. Il bassissimo indice di gradimento di Tranchida, sancito dall’ultima classifica de “Il Sole 24ore”, conferma il voto delle ultime comunali. Il sindaco Tranchida è alla frutta e solo con l’utilizzo di strumenti tecnici spregiudicati, come il voto di trascinamento, è rimasto a galla. Purtroppo lascerà macerie politiche all’interno del centrosinistra e gestionali nella pubblica amministrazione”.

Perché il centrodestra trapanese per vincere nei Comuni candida esponenti di sinistra, comunque lontani dalla sua cultura politica? Come è accaduto di recente a Castelvetrano e Mazara del Vallo. Il centrosinistra dovrebbe prendere esempio?
“Il centrodestra locale è orfano di un leader degno di questo nome dopo la stagione politica ventennale del senatore D’Alì. Del resto il depauperamento del sistema dei partiti ha reso le amministrazioni comunali delle grandi macedonie, nelle quali è difficile dare una lettura politica secondo le logiche di schieramento che conoscevamo nella prima Repubblica”.