Trapani

Teatro Garibaldi, un progetto per far rivivere il “sogno”

TRAPANI – Trapani aspetta il suo Teatro dal 6 aprile del 1943, quando un massiccio bombardamento degli Alleati lo rase quasi al suolo. Il “Garibaldi” era a pochi passi dal porto. Ed il porto era una zona strategica. Giù bombe in tutto il centro storico e città in ginocchio. Da quel giorno i trapanesi hanno cominciato a pensare di ricostruirlo, ma non ci sono mai riusciti. L’area di Piazza Scarlatti venne venduta per acquistare l’attuale sede del Comune. Ma il “sogno” del Teatro ha segnato la storia di un intero territorio. Al posto del “Garibaldi”, una succursale della Banca d’Italia. Ma il “sogno” è andato avanti. S’è adagiato nel polmone verde della Villa Margherita con il Teatro all’aperto. Ha provato a trovare un’alternativa con il Teatro “Tito Marrone”, nel confinante territorio ericino ed è tornato in città, rimediando con il Cine Teatro “Ariston”.

Ma il Teatro, quello vero, è rimasto sotto le bombe della Seconda Guerra Mondiale. Qualche anno fa il tentativo di farlo rinascere, ancora nel centro storico, a pochi passi da quello distrutto, nell’ex Ospedale cittadino, meglio conosciuto come Palazzo Lucatelli. La collaborazione tra Comune e l’ente Luglio Musicale, il progetto ed il finanziamento ministeriale.

Il “sogno” prende corpo, ma come accade spesso ai sogni, svanisce nella sua versione iniziale. L’area, troppo piccola. La zona, troppo angusta. Semplici domande che suonano come una sentenza: dove scaricano i tir? Dove si possono parcheggiare le auto? I quesiti più semplici ma efficaci. Tanta burocrazia nel mezzo. Ma il “sogno” è comunque tornato a vivere negli ultimi mesi perché l’Amministrazione comunale ha deciso di agire, almeno di provarci. Sempre a Palazzo Lucatelli. Non sarà un Teatro vero e proprio, ma un Centro Culturale. C’è un progetto già esecutivo. è quello dell’ingegnere Stefano Nola che l’ha definito per nome e per conto del Luglio Musicale, proprietario dell’immobile al 72,9%, il resto è del Comune. Il professionista, lo scorso 3 gennaio, l’ha donato. La carte sono a Palazzo D’Alì e l’Amministrazione ha rimesso in moto la macchina burocratica. Ci sono due milioni di euro a disposizione. Sono della “Ales”, che ha inglobato “Arcus”, società legate al Ministero dei Beni Culturali. In principio c’erano in gioco 15 milioni di euro per il Teatro che non c’è mai stato. Ora con due milioni è possibile dare il via libera al progetto esecutivo “per la manutenzione straordinaria e la realizzazione di spazi ed attrezzature per la cultura e la comunicazione”, si legge nei documenti. Una conferenza di servizio per acquisire tutti i pareri previsti per la legge e poi il “sogno” potrà tornare a dare fiducia ai trapanesi. Sarà un “sogno” più piccolo, ma sarà sempre meglio del rischio di crolli e delle transenne a Palazzo Lucatelli.