TRAPANI – A Trapani è nato un coordinamento antiracket.
L’iniziativa è stata promossa dall’Associazione antiracket e antiusura di Trapani, al termine di un incontro svoltosi nell’ex gioielleria e bene confiscato del boss mafioso Vincenzo Virga.
Hanno aderito al neo coordinamento Vincenzo Maltese e Giovanni Crimi per l’associazione Codici (di Trapani e Castelvetrano), Fabrizio Fonte per il Centro studi Grammatico, Paolo Salerno per l’associazione Trapani Welcome, Salvatore Novara per l’Associazione Trapani per il Futuro, Gianni Di Malta per Saman e Gruppo Anteo, Giovanni Burgarella e Vita Polisano, storici esponenti della società impegnati da sempre nella lotta contro tutte le illegalità.
Una iniziativa indirizzata a sensibilizzare la società su temi come la lotta all’usura, alle estorsioni, alla microcriminalità, la tutela dell’ambiente, al lavoro nero e irregolare. Durante l’incontro è stato realizzato un focus esame e riflessione sul degrado morale, sociale ed economico in cui versa il territorio.
L’evolversi delle vicende giudiziarie delle ultime settimane, infatti, integrano quanto già emerso da altre indagini, basti pensare alla grande operazione “Scrigno” che ha fatto tremare importanti vertici della politica siciliana, facendo emergere il preoccupante e costante rapporto di frequentazioni e ricerca di interscambio di favori e relazione tra mafia e politica.
Questa situazione fa emergere anche una ricerca spasmodica di soluzioni, non lecite, ai più svariati problemi, oltre all’assenza di cultura della legalità e mancanza di rispetto delle Istituzioni da parte, anche, di persone, a volte investiti di cariche istituzionali, che ritengono “normale” relazionarsi con chi opera nell’illegalità. In questo modo, attraverso uno strumento organizzativo, il coordinamento acquista forza e autorevolezza per interloquire a tutti i livelli con le istituzioni e, soprattutto, offrire alle tante vittime, che ancora non denunciano, un sicuro punto di riferimento e di appoggio.
Tanti hanno vissuto sulla propria pelle la violenza dell’intimidazione, ma molti non hanno avuto la forza di denunciare un fenomeno che rischia di prendere sempre più piede ed a nulla serve lo sforzo dei singoli se non ci si unisce e si combatte un problema silente ma presente e radicato da anni.