TRAPANI – Che simbolo sia! Al servizio del territorio e mai più nell’elenco delle occasioni mancate. È la sfida del commissario dell’ex Provincia regionale, Raimondo Cerami. Una sfida che entra nel cuore della città di Trapani e si dirige al Villino Nasi. Lo vuole rendere “sicuro e visitabile”, si legge nell’atto deliberativo che dà il via libera ad un nuovo accordo di collaborazione con tre associazioni. Il commissario va comunque cauto.
L’intesa è sperimentale e con due verifiche costanti: le condizioni di apertura al pubblico e la frequenza delle presenze turistiche. Il Villino è stato realizzato tra la fine dell’Ottocento ed i primi del Novecento.
Porta il nome del parlamente e ministro del Regno Nunzio Nasi ed è un patrimonio di storia che non è soltanto della città. Al suo interno anche una Cappella votiva ed un giardino.
L’accordo è stato raggiunto con tre associazioni: Gli Amici del Museo Pepoli, Sicilia Antica ed il Movimento Cristiano Lavoratori.
Nella sua prima versione c’erano anche la sezione trapanese del Fondo Ambiente Italiano e di Italia Nostra. In quella definitiva, riveduta e corretta, dopo una serie d’incontri, l’intesa si è ridotta a tre. Con compiti segnati anche nei particolari. Il Consorzio punta alla messa in sicurezza dell’immobile ed ha dunque chiarito che la fruizione sarà parziale in una prima fase. L’investimento dell’ex Provincia è a tutto campo: sistema di videosorveglianza, manutenzione ordinaria e straordinaria e recupero – in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Culturali – dei dipinti e degli affreschi presenti all’interno dell’abitazione.
L’Associazione Amici del Museo Pepoli ha invece messo nero su bianco il suo impegno per organizzare visite guidate e didattiche e per dar vita alle giornate a misura di bambino con percorsi che intendono coinvolgere le famiglie.
Nel progetto anche un operatore culturale in abiti d’epoca per raccontare la storia del Villino. L’Associazione Sicilia Antica ha proposto ed ha ottenuto il disco verde per approfondire e divulgare notizie e note storiche sulla Battaglia delle Egadi (241 a.c.) che portò allo scontro tra Cartaginesi e Romani. Il Movimento Cristiano Lavoratori è invece interessato alla Cappella votiva. Intende arredarla con icone sacre e programmare incontri di spiritualità, oltre che momenti di preghiera, accompagnati da musiche e canti.
Il commissario Cerami s’è dato ed ha dato un anno di tempo per mettere alla prova l’accordo di collaborazione. L’ex Provincia chiede dunque ai fatti ed alle iniziative d’incaricarsi di dare una risposta al progetto di valorizzazione culturale del sito. Quel che Cerami vuole evitare, e non soltanto temporaneamente, è che possa averla vinta, ancora una volta, il lucchetto che per anni ha fatto bella mostra di sé nel cancello d’entrata. Anche lui simbolo, ma di una incapacità. Quella di gestire un bene culturale che non è mai riuscito ad esprimere tutte le sue potenzialità. Cerami è deciso a cambiare decisamente registro. La fruizione turistica del Villino potrebbe estendersi all’utilizzo della spiaggetta, che rimane però da recuperare. Si tratta di un intervento inserito nel piano di Sicilia Antica. Il Villino Nasi è lì, a pochi passi – diviso dal mare – dalla Colombaia e da Torre di Ligny. Tre simboli di una città che ha deciso di scommettere sul turismo, ma che ancora non riesce ad entrare in sintonia con due priorità amministrative: il recupero e la loro gestione, condizionati, in qualche caso, dal gioco delle competenze e delle responsabilità. L’ex Provincia regionale vuole sciogliere questo nodo per il Villino di sua proprietà con le associazioni e con un accordo che rimane aperto a tutte le realtà del territorio.