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Il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, a margine della cerimonia di ieri nel porto di Catania per il viaggio inaugurale della Maria Grazia Onorato, la nuova nave ro-ro dell’omonimo gruppo, la più grande e green del Mediterraneo, ha parlato della possibilità che la Sicilia “possa tornare a essere quello che è stata nei millenni passati: il cuore attivo – economico e non soltanto geografico – del Mare Mediterraneo”.
Per Musumeci l’entrata in funzione della nuova nave, costruita dal cantiere tedesco di Flensburg, rappresenta “un grande evento e una grande festa: un’ammiraglia che collega la Sicilia a Malta, a Livorno, a Genova e che toglie dalle strade centinaia di mezzi pesanti altamenti inquinanti”.
“Un evento insomma – ha sottolineato Musumeci – che ripropone la centralità di Catania nel Mediterraneo. Peccato che non siamo ancora riusciti a fare della Sicilia la piattaforma naturale, mentre i traffico mercantile proveniente dal Canale di Suez aumenta sempre di più”.
“Dieci, venti anni fa – ha spiegato – bisognava pensare a realizzare in Sicilia un grande porto e un grande retroporto capace di poter evitare che il flusso mercantile dovesse andare a Rotterdam invece di fermarsi, com’era naturale, nel cure del Mediterraneo, naturale piattaforma che si chiama Sicilia. Ci stiamo lavorando. Non sarà facile farlo in pochi anni. Stiamo recuperando tempo perduto nel passato”.
“Assieme alla scommessa, che possiamo e dobbiamo vincere – ha aggiunto -, di fare delle vie del mare la scelta prioritaria per la mobilità soprattutto delle merci e dei mezzi pesanti nei prossimi anni c’è ne è un’altra, quella di fare della Sicilia un grande hub portuale capace di poter intercettare le tante navi che arrivano dal canale di Suez e che non trovando facili approdi, vanno verso lo stretto di Gibilterra per poi attraverso la costa della penisola iberica raggiungere il Mar Baltico”.
“Le navi, oggi – ha detto il Presidente della Regione -, passano, sottocosta, salutano, ma non si fermano. Se le navi si fermassero in un porto hub della Sicilia – Catania, Augusta, Palermo, Gela, Porto Empedocle, Messina, poco conta – questo potrebbe determinare una ricaduta occupazionale enorme. Se scarichi la merce nel porto, e poi c’è il retroporto in cui la merce stessa viene lavorata per poi raggiungere altre località”.
“Questo – ha ricordato Musumeci – avviene appunto nei Paesi bagnati dal Baltico con un tasso di occupazione assai elevato. Ma le grandi opere si progettano dieci o vent’anni prima. Noi, come sempre arriviamo in ritardo”.
“Il mio Governo – ha concluso – sta puntando sulla infrastrutturazione e sono convinto che entro tre o quattro anni riusciremo a individuare la soluzione migliore perché la Sicilia, come dicevo, possa tornare a essere il cuore attivo del Mare Nostrum anche sotto il profilo economico”.